Sono in arrivo le nuove norme del pacchetto sicurezza (alcune gia' in
vigore per effetto del decreto legge) che non lasciano molto spazio ad una
critica serena e costruttiva. L'intero impianto della riforma non si pone
come strumento per raggiungere obiettivi concreti e possibili usando mezzi
ragionevoli e adeguati. Ma ha uno scopo propagandistico e informativo:
d'ora in poi "saremo finalmente cattivi" con chi ci ha invaso il Paese.
E del resto in questa ottica nulla di realmente efficace e concreto e'
stato pensato ne' voluto, e si continua a megafonare, anche con la
decretazione d'urgenza, sfondoni giuridici e xenofobi, contando sul fatto
che infondo infondo quello che conta e' mostrare al proprio elettorato che
"ora ci siamo Noi".
Nel pacco-regalo del Governo e nelle proposte che aleggiano in questi
giorni ci sono tre sotto pacchetti di norme: uno di cose assolutamente
inutili, l'altro di proposte scellerate e pericolose, l'ultimo di
inimmaginabili discriminazioni.
Nel primo pacchetto regalo sono contenute ad esempio quelle
trionfalistiche minacce in materia di espulsioni: per lo piu' inasprimenti
di facciata di indubbia inservibilita'. Mi riferisco ad esempio alle
previsioni contenute nel decreto legge, per cui a fronte di una condanna
superiore a due anni l'immigrato e' espulso per pronuncia del giudice. E
allora? Prima di tutto una simile previsione esiste gia' nell'ordinamento
per ragioni sistematiche: i reati piu' gravi (per i quali si giunge ad una
condanna superiore a due anni) sono gia' ostativi al rinnovo e dunque
portano banalmente ad una espulsione. L'espulsione e' gia' ad oggi una
sanzione sostitutiva alla pena (gia' per condanne inferiori a due anni) e
una misura alternativa alla detenzione. Le norme non mancano, ne possiamo
anche creare di nuove: possiamo dare poteri straordinari anche ai
giornalai e ai panifici in materia di espulsioni, possiamo dare la
percentuale ai Prefetti per ogni fuoriuscita di straniero e chi piu' ne ha
piu' ne metta. La sostanza non cambia: non e' accanendosi con la singola
formica che si estirpa il nido. La verita' e' che la situazione
normativa che impedisce la possibilita' o anche solo la speranza di
regolarita' allo straniero e' criminogena e produce proprio quel fenomeno
che poi, a colpi di fucile, si finge di voler estirpare.
Al secondo pacchetto appartengono invece quelle norme che, oltre
che inutili e inefficaci, costeranno al Paese, se applicate realmente, un
prezzo alto. Mi riferisco all'introduzione del reato di immigrazione
clandestina.
Varrebbe la pena soffermarsi sulla teoria generale del diritto penale che,
con tutta evidenza, la ragion di Stato sacrifica con disinvoltura, e
ahime' non solo in Italia. Basti ricordare come la norma penale miri in
generale a sanzionare un comportamento, prevalentemente doloso, in offesa
si' ad un precetto scritto, ma soprattutto ad un "bene
sostanziale" comunemente sentito come importante e inviolabile. Chi di
noi, parlando con un cittadino africano o asiatico o latino americano, non
ha sentito una fitta al cuore sentendosi raccontare storie di vita
inaudite, di poverta', di violenze, di negazione di liberta' e di futuro?
E chi di noi non ha pensato dentro se', non senza pieta' e
ammirazione, che al suo posto avrebbe tentato la sorte fuggendo? E quando
poi ci racconta che vorrebbe essere regolare e lavorare alla luce del
sole, viaggiare liberamente e non dover sempre nascondersi, ma che gli e'
impossibile, non improbabile, impossibile
(niente visti nemmeno per turismo, domande inoltrate e mai evase, quote
senza speranza ecc....), ma chi di noi mai lo condannerebbe fino a
quattro anni?
Il diritto penale dovrebbe essere una vicenda personale e individuale, e
mirare a sanzionare una "ribellione" (vera e offensiva) di una singola
persona verso il comune e pacifico spirito di convivenza, non certo a
fingersi panacea per un fenomeno collettivo che non si intende altrimenti
gestire!
Ma e' ancor piu' grave che la previsione in questione sembri scritta da
veri e propri extraterrestri che non conoscono la fatiscente situazione
della giustizia italiana. E nel Governo non mancano certo gli avvocati!
Prima di introdurre previsioni a tappeto quale questa, dovremmo ricordare
a tutti coloro che frequentano le aule di tribunale, o raccontare a chi
non ne ha mai vista una, cosa significa avere sulle scrivanie dei giudici
miriadi di fascicoli per incriminazioni idiote quali quelle per violazione
dell'art. 6 Dgl.vo 286/98 per mancata esibizione del documento di
identita' da parte dello straniero, oppure per non essersi presentato a
regolarizzare la propria posizione (art. 650 c.p.) oppure ancora per non
aver ottemperato all'ordine del Questore di lasciare l'Italia (art. 14 Dgl.vo
286/98).
C'e' davvero bisogno di un dibattimento penale, di aule, giudici,
cancellieri e avvocati per accertare una irregolarita' sul territorio? Il
sistema giudiziario e carcerario possono davvero sopportare gli effetti di
una simile norma? Sarebbe stato paradossalmente meno dannoso e indolore
(anche se abominevole), dare poteri diretti al Prefetto: invece di
espellere il clandestino mandarlo un paio d'anni in un penitenziario e poi
fuori. Una norma incostituzionale in piu'? Cosa sara' mai! Infondo il
sistema Prefetto-Questore-Cpt gia' esiste. Ma che almeno ci risparmino
l'inevitabile collasso delle aule di giustizia.
Terzo pacchetto. Al pugno di ferro contenuto nella riforma (dl –
ddl) si affianca poi un grottesco tentativo di rassicurare tutti coloro
che, seppur tale pugno apprezzano, pure lo temono, per avere nella propria
vita relazioni stabili, di lavoro di affetto e di amicizia, con stranieri
clandestini. E qui, forse, con una certa novita' rispetto al passato, il
Governo mostra il totale disprezzo per le regole di antidiscriminazione
razziale e annienta con candore e disinvoltura le politiche
dell'integrazione.
Un esempio solo, ma agghiacciante: l'idea di sanare-condonare solo le
badanti di famiglie o datori di lavoro italiani. Fra le centinaia di
migliaia che hanno fatto domanda per le quote di ingresso, la stragrande
maggioranza si trova infatti gia' in Italia e lavora al nero. Lo sanno
tutti. Ma se viene introdotto davvero il reato di immigrazione
clandestina, le istanze costituiranno di fatto una autoaccusa di
clandestinita' manifesta, penalmente rilevante.
Come fare? Bisogna selezionare. Quale extracomunitario viola meno la legge
penale? Chi, fra i clandestini ha una clandestinita', come dire...
attenuata? Ovvio! Una badante di una famigliola italiana e' sicuramente
meno "colpevole" che non un dipendente di un regolare imprenditore
egiziano, no? E' chiaro.
Insomma, non c'e' veramente ormai alcun pudore a tagliare, cucire,
sistemare le cose purche' si impedisca o si selezioni tramite norme
bizzarre e discriminatorie (che non potrebbero resistere un solo giorno di
fronte ad una Corte Costituzionale scrupolosa o ad una Corte Europea dei
diritti dell'Uomo attiva) il materiale umano che dal resto del mondo
aspira a vivere in Italia.
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Archivio Immigrazione
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