“Il sistema
sanitario egiziano non mi ha mai voluto curare. Per questo ho deciso di
accettare l’offerta ricevuta da austriaci prima e tedeschi poi. Dopo ventitré
giorni di coma e due anni trascorsi immobilizzato in un letto perché
impossibilitato a camminare, ho voluto riprendere in mano la mia vita,
affrontando di petto anche il trauma psicologico che avevo subìto”, racconta
l’egiziano Hassan, nome di fantasia per mantenere l’anonimato, alla giornalista
Azzurra Meringolo Scarfoglio nella sua inchiesta-reportage
dal titolo
Fuga dall’Egitto. Inchiesta sulla diaspora
del dopo-golpe,
nel corso di
una serie di incontri a Berlino, dove sta provando a ricostruire la sua vita,
fisica e psicologica.
Hassan è uno dei tanti che sono scappati dall’Egitto, ma la particolarità
della sua vicenda risiede nel fatto che il motivo principale dell’esilio sia
stato la necessità di ricevere altrove le cure che gli erano negate nel suo
Paese, dove non solo gli era negato il diritto alla salute ma anche quello di
esprimere critiche nei confronti del governo.
I nuovi esuli egiziani intervistati dall’autrice sono dispersi nel mondo per
sfuggire al carcere, a sommari processi di massa, a tentativi di cooptazione,
alla censura di chi non voleva che raccontassero – ad esempio – dettagli scomodi
sulla tragica fine di Giulio Regeni. Per alcuni l’esilio è arrivato dopo lunghi
periodi di detenzione, segnati da torture fisiche e psicologiche.
Dalla diaspora raccontano il viaggio con il quale è iniziato il loro esilio,
spesso una fuga improvvisa che li ha resi parte di quella che alcuni storici
hanno già definito la più importante ondata migratoria nella storia
dell’Egitto contemporaneo. E tra gli esuli che sognano di tornare in patria
nasce anche una nuova intellighenzia, che lavora per quando in Egitto tornerà la
libertà.
“Azzurra
Meringolo con questa panoramica umana sugli esuli da un Paese governato da una
dittatura ci sollecita a non lasciare nel dimenticatoio donne, uomini e processi
che non abbandonano il campo a seguito di una sconfitta, ma la metabolizzano e
riprendono il cammino con altre modalità, ma con lo stesso orizzonte ideale”.
(Moni Ovadia)
“L’Egitto
è considerato da molti Paesi occidentali un partner chiave nella lotta al
terrorismo a livello regionale e questa è la giustificazione usata per
rifornirlo di armi, software di sorveglianza e altro materiale, nonostante le
prove che dimostrano il loro utilizzo per commettere gravi violazioni dei
diritti umani”.
(Riccardo Noury)
Il libro
Titolo: Fuga dall’Egitto. Inchiesta sulla diaspora del dopo-golpe
Autore: Azzurra
Meringolo Scarfoglio
€ 15,00 – pag. 176
L’autrice
Azzurra Meringolo
Scarfoglio
è
giornalista della redazione esteri del Giornale
Radio Rai.
Ha vissuto in Egitto prima e dopo la rivoluzione del 2011, durante il suo
dottorato di ricerca. Da lì ha scritto “I ragazzi di piazza Tahrir” (premio di
scrittura Indro Montanelli), al quale ha dedicato il suo blog. Ha vinto il
premio giornalistico Ivan Bonfanti (2012), il premio Maria Grazia Cutuli (2013)
e il Franco Cuomo International Award (2014). Nel 2016 ha pubblicato “Il sogno
antiamericano”. Ha trascorso gli ultimi dieci anni tra Medio Oriente, Stati
Uniti e Italia, lavorando come ricercatrice all’interno dell’area Mediterraneo e
Medio Oriente dell’Istituto Affari Internazionali. È docente a contratto
all’Università Roma Tre e al Master in Economia e Istituzioni dei Paesi Islamici
della Luiss. È membro del comitato scientifico di WIIS Italy, di cui è
fondatrice. Fa parte del German Marshall Fund Alumni Leadership Council. Su
Twitter potete seguirla come @ragazzitahrir