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21/02/2019 Fuga dall’Egitto. Inchiesta sulla diaspora del dopo-golpe

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“Il sistema sanitario egiziano non mi ha mai voluto curare. Per questo ho deciso di accettare l’offerta ricevuta da austriaci prima e tedeschi poi. Dopo ventitré giorni di coma e due anni trascorsi immobilizzato in un letto perché impossibilitato a camminare, ho voluto riprendere in mano la mia vita, affrontando di petto anche il trauma psicologico che avevo subìto”, racconta l’egiziano Hassan, nome di fantasia per mantenere l’anonimato, alla giornalista Azzurra Meringolo Scarfoglio nella sua inchiesta-reportage dal titolo Fuga dall’Egitto. Inchiesta sulla diaspora del dopo-golpe, nel corso di una serie di incontri a Berlino, dove sta provando a ricostruire la sua vita, fisica e psicologica.

Hassan è uno dei tanti che sono scappati dall’Egitto, ma la particolarità della sua vicenda risiede nel fatto che il motivo principale dell’esilio sia stato la necessità di ricevere altrove le cure che gli erano negate nel suo Paese, dove non solo gli era negato il diritto alla salute ma anche quello di esprimere critiche nei confronti del governo.

 

I nuovi esuli egiziani intervistati dall’autrice sono dispersi nel mondo per sfuggire al carcere, a sommari processi di massa, a tentativi di cooptazione, alla censura di chi non voleva che raccontassero – ad esempio – dettagli scomodi sulla tragica fine di Giulio Regeni. Per alcuni l’esilio è arrivato dopo lunghi periodi di detenzione, segnati da torture fisiche e psicologiche.

Dalla diaspora raccontano il viaggio con il quale è iniziato il loro esilio, spesso una fuga improvvisa che li ha resi parte di quella che alcuni storici hanno già definito la più importante ondata migratoria nella storia dell’Egitto contemporaneo. E tra gli esuli che sognano di tornare in patria nasce anche una nuova intellighenzia, che lavora per quando in Egitto tornerà la libertà.

 “Azzurra Meringolo con questa panoramica umana sugli esuli da un Paese governato da una dittatura ci sollecita a non lasciare nel dimenticatoio donne, uomini e processi che non abbandonano il campo a seguito di una sconfitta, ma la metabolizzano e riprendono il cammino con altre modalità, ma con lo stesso orizzonte ideale”. (Moni Ovadia)

L’Egitto è considerato da molti Paesi occidentali un partner chiave nella lotta al terrorismo a livello regionale e questa è la giustificazione usata per rifornirlo di armi, software di sorveglianza e altro materiale, nonostante le prove che dimostrano il loro utilizzo per commettere gravi violazioni dei diritti umani”. (Riccardo Noury)

Il libro
Titolo: Fuga dall’Egitto. Inchiesta sulla diaspora del dopo-golpe

Autore: Azzurra Meringolo Scarfoglio

€ 15,00 – pag. 176

 

L’autrice

Azzurra Meringolo Scarfoglio è giornalista della redazione esteri del Giornale Radio Rai. Ha vissuto in Egitto prima e dopo la rivoluzione del 2011, durante il suo dottorato di ricerca. Da lì ha scritto “I ragazzi di piazza Tahrir” (premio di scrittura Indro Montanelli), al quale ha dedicato il suo blog. Ha vinto il premio giornalistico Ivan Bonfanti (2012), il premio Maria Grazia Cutuli (2013) e il Franco Cuomo International Award (2014). Nel 2016 ha pubblicato “Il sogno antiamericano”. Ha trascorso gli ultimi dieci anni tra Medio Oriente, Stati Uniti e Italia, lavorando come ricercatrice all’interno dell’area Mediterraneo e Medio Oriente dell’Istituto Affari Internazionali. È docente a contratto all’Università Roma Tre e al Master in Economia e Istituzioni dei Paesi Islamici della Luiss. È membro del comitato scientifico di WIIS Italy, di cui è fondatrice. Fa parte del German Marshall Fund Alumni Leadership Council. Su Twitter potete seguirla come @ragazzitahrir

 



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