Lunga e poco efficace. Quasi sempre pensata più come forma di marketing
che come strumento di effettiva tutela dei diritti dei cittadini. La
qualità dei servizi in Italia? È solo sulla "Carta". Questi i risultati
cui è giunta Cittadinanzattiva che ha sperimentato in 18 regioni un nuovo
metodo di verifica della qualità con il diretto coinvolgimento dei
cittadini.
Lunga e poco efficace. Quasi sempre
pensata più come forma di marketing che come strumento di effettiva tutela
dei diritti dei cittadini. La qualità dei servizi in Italia? È solo sulla
"Carta". Questi i risultati cui è giunta Cittadinanzattiva che ha
sperimentato in 18 regioni un nuovo metodo di verifica della qualità con il
diretto coinvolgimento dei cittadini. I dati sono stati presentati oggi a
Roma durante il convegno "Cittadini per la qualità dei servizi", che ha
illustrato il bilancio sull'efficacia delle Carte della qualità dei servizi
in Italia a 12 anni dalla Direttiva che le introdusse, la Ciampi-Cassese,
recante "Principi sull'erogazione dei servizi pubblici" (D.P.C.M. 27 gennaio
1994).
La Carta della qualità dei servizi pubblici nel nostro Paese,
ideale rappresentazione di una realtà caratterizzata da noti disagi cui sono
soggetti quotidianamente gli utenti, è lunga (non meno di 20 pagine),
resistente (non sono previste né revisioni né durata di validità delle
informazioni in essa contenute) ma soprattutto inefficace al limite
dell'inutilità, perché scarsamente diffusa e conosciuta, poco comprensibile,
quasi sempre autoreferenziale, in quanto pensata più come leva di marketing
che come strumento di tutela preventiva dei diritti dei cittadini. E non a
caso le informazioni valutate utili dagli utenti non occupano in media più
del 18% del documento.
"Il bilancio fallimentare delle Carte dei servizi - ha
commentato il vicesegretario di
Cittadinanzattiva, Giustino Trincia - non dipende dallo strumento in sé,
del quale vanno riscoperti attualità e necessità, quanto dai tradizionali
metodi di verifica della qualità tuttora in vigore, autoreferenziali e
chiusi alle istanze dell'utenza. Anche per questo, con l'audit civico,
Cittadinanzattiva vuole avviare un nuovo metodo di analisi della qualità dei
servizi, incentrato sulla valorizzare del punto di vista del cittadino
consumatore".
L'analisi è stata condotta su un campione di 400 Carte dei
servizi (nei settori del trasporto, acqua, gas, servizi comunali e
P.A., telecomunicazioni, servizi postali e igiene ambientale) e sono stati
avviati, in 18 regioni, esperienze pilota di Audit civico nei servizi
pubblici, percorsi sperimentali per promuovere la qualità dei servizi
valorizzando la centralità del punto di vista dell'utenza.
Cosa emerge dunque dall'analisi delle Carte? In tema di
accessibilità e comprensione, il linguaggio oscilla tra il tecnico (nel 37%
dei casi) e il pubblicitario (ricorre nel 43% delle Carte). Nel 56% dei casi
le Carte sono scritte con un minuscolo carattere (l'illeggibile "8"). Sono
lunghe (una su due supera le 20 pagine e il 7% supera le 50). Un glossario
dei termini è presente solo nel 16% dei casi a fronte di un 18% di Carte che
presentano termini stranieri; un abstract di sintesi è riscontrabile nel 6%
dei casi e solo il 5% delle Carte presenta una versione in inglese. In una
Carta su 3 manca l'indicazione dell'anno di emanazione e nel 12% dei casi
non è presente nemmeno il nome dell'ente; nel 76% delle Carte non figura
alcuna indicazione in merito agli anni di validità e nel 78% dei casi manca
ogni riferimento al numero dell'edizione stampata. Ancora, solo il 31% degli
enti prevede un aggiornamento periodico della Carta dei servizi (anche se
nel 64% dei casi non lo esplicita).
I siti internet sono il principale canale dove è possibile
reperire le Carte dei servizi (l'82% del campione analizzato è
on-line), a fronte di una rarefazione degli sportelli sul territorio presso
i quali è possibile trovarle materialmente (accade solo nel 12% dei casi).
Solo occasionalmente è stato possibile reperirle presso gli uffici clienti
delle aziende (la ricerca ha dato esito positivo solo nel 3% dei casi) e gli
URP delle Amministrazioni Pubbliche (2%). Le Carte sono inoltre prolisse
nella descrizione dell'ente erogatore del servizio e povere nell'illustrare
gli indicatori di qualità: il 20% delle Carte li ignora completamente, in
poco più del 30% dei casi tale spazio raggiunge appena il 20% delle pagine
di cui si compone la Carta e solo il 7% di esse dedica ai fattori di qualità
più della metà dello spazio disponibile. I tempi di erogazione del servizio
non sono indicati nel 51% delle 400 Carte analizzate, ma soprattutto nessuna
prevede una verifica dei tempi di erogazione del servizio.
Per quanto riguarda la gestione dei reclami e la tutela dei
diritti dei cittadini, nel 73% delle Carte sono esplicitati i tempi
di risposta ai reclami, con una tempistica "sulla carta" inferiore ai 30
giorni nel 39% dei casi, di 30 giorni nel 58% dei casi, dai 30 ai 60 giorni
nel restante 3% delle Carte. Nel 97% delle Carte manca una descrizione delle
procedure seguite dall'ente per analizzare i reclami, ovunque manca una
descrizione del contenuto minimo che dovrebbero avere le risposte ai
reclami. Solo nel 7% delle Carte è stato possibile riscontrare la
modulistica per effettuare reclami, che almeno possono essere inoltrati in
più modalità: per posta (65% dei casi); e-mail e fax (50%), direttamente
presso l'ufficio reclami (45%), telefonicamente (36%), attraverso numero
verde (12%) e sito internet (9%). Rimborsi ed indennizzi sono indicati solo
nei casi in cui una previsione normativa lo imponga (è il caso, per esempio,
delle Carte nei settori delle poste e tlc, energia elettrica e gas). Forme
di risoluzione alternativa delle controversie sono previste solo nel 9% dei
casi, ed in ogni caso non sono mai indicati gli eventuali costi da sostenere
per l'utente. La metà delle Carte, infine, prevede servizi per i disabili.
La partecipazione dei cittadini viene contemplata
(sempre "sulla carta") ai fini della verifica degli standard di qualità (nel
64% delle Carte) e della stesura della stessa (14%). Di fatto però viene
confusa con le analisi di customer satisfaction (previste nel 38% dei casi)
e con i sondaggi di opinione (contemplati in una Carta su tre), con i quali
i cittadini vengono consultati come singoli. Solo il 24% delle Carte prevede
un diretto coinvolgimento delle Associazioni dei consumatori.
Da qui le proposte di Cittadinanzattiva sulla verifica della
qualità e sulle Carte dei servizi:
- costituzione di Autorità indipendenti di regolazione nei settori
ancora scoperti (poste e trasporti)
- individuazione di standard idonei a garantire la qualità dei servizi
erogati attraverso un reale sistema di governance;
- introduzione di un meccanismo di incentivi e sanzioni, da porre in
relazione al miglioramento degli standard di qualità dei servizi;
- introduzione nelle Carte dei servizi di procedure di conciliazione
extragiudiziale dei conflitti;
- istituzionalizzare pratiche di audit civico con il diretto
coinvolgimento delle organizzazioni di tutela dei diritti dei cittadini;
- diffusione del rimborso automatico all'interno delle Carte dei
servizi, a fronte della comprovata violazione dei termini contrattuali
stabiliti dalle stesse Carte.
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