Un'intervista a Tom Bosco, direttore della Testata Nexus Italia, per darvi
una finestra sul mondo dell'informazione non ufficiale.

D:Signor Bosco, che cosa
Nexus intende portare alla luce?
R:Nella sua dichiarazione di intenti, la rivista riconosce l’importanza
dell’incredibile momento storico che tutti noi stiamo vivendo, visto come una
sorta di salto evolutivo del genere umano nel suo complesso, pur con tutti i
problemi ed avversità che questo processo comporta. Quello che NEXUS si propone
di fare è semplicemente selezionare e presentare un genere di informazioni che
normalmente non vengono trattate dai media tradizionali, informazioni
potenzialmente utili e in molti casi devastanti per un certo tipo di visione
della realtà. Storia nascosta, archeologia proibita, cospirazioni
internazionali; terapie mediche efficaci contro innumerevoli malattie, molte
delle quali considerate incurabili, eppure contestate e/o deliberatamente
soppresse; tecnologie free energy, una delle tematiche di punta della rivista,
senz’altro una delle prime ad introdurre questo argomento nel panorama
editoriale nazionale; antigravità e altre tecnologie potenzialmente
rivoluzionarie; e poi anche UFO e civiltà extraterrestri, argomenti purtroppo
parzialmente screditati ma a mio avviso di grande rilevanza. Insomma, NEXUS non
si propone come un vangelo, bensì come una possibilità per il lettore di
acquisire un certo genere di informazioni, lasciandolo del tutto libero di
scegliere cosa fare con esse. Anche per questo, NEXUS non ha legami con alcuna
ideologia od organizzazione religiosa, filosofica o politica.
D:In che modo il vasto
pubblico risponde dinanzi a tematiche non trattate dalla stampa ufficiale?
R:Il vasto pubblico non viene affatto a conoscenza di queste tematiche, o ne
viene a conoscenza solo parzialmente: ma c’è un pubblico di nicchia, affamato di
informazioni “vere”, che rappresenta il popolo degli affezionati lettori di
NEXUS e aspetta pazientemente due mesi per leggersi l’ultimo numero della
rivista, affolla entusiasta i convegni che organizziamo periodicamente, visita
il nostro sito
(www.nexusitalia.com)
e dialoga sul forum, e soprattutto (quando lo ritiene appropriato) cerca di
trasmettere queste idee e queste informazioni presso amici, conoscenti,
colleghi, parenti, contribuendo in qualche modo a veicolarle anche presso il
cosiddetto “vasto pubblico”. Non dimentichiamo che NEXUS non può competere come
tiratura e diffusione con altre riviste patinate e altisonanti, distribuite in
centinaia di migliaia di copie da grandi gruppi editoriali. Sul genere di
“informazioni” pubblicate da queste riviste, naturalmente, ci sarebbe molto da
discutere…
D:Secondo lei, i tempi sono
maturi per divulgare quella che molti considerano "la scienza negata" ?
R:Non solo sono maturi: a mio modo di vedere siamo in ritardo di almeno un
secolo…
D:Nexus ha ripreso con molto
interesse la discussione del motore ad acqua sollevata dalla Etleboro. Lei crede
nella concreta realizzazione della Joe Cell?
R:Be’, siamo stati i primi a parlarne svariati anni fa e l’abbiamo fatto con
diversi articoli; personalmente credo che possa funzionare, ma aspetto di
poterne esaminare personalmente una funzionante secondo i criteri enunciati dal
manuale di costruzione. In base alla mia esperienza, molti si sono dedicati alla
realizzazione della cella senza averne realmente compreso il principio di
funzionamento: probabilmente si aspettavano un congegno che producesse idrogeno,
o qualcosa del genere… ad ogni modo sto seguendo la costruzione e l’attivazione
di due celle di Joe, e conto di farmi presto un’idea ben precisa sul loro
potenziale.
R:La diffusione di
meccanismi che creino o catturino una "nuova energia" che prospettive potrebbe
creare per il tipo di società in cui oggi viviamo?
D:A
ben pensarci, le prospettive andrebbero ben al di là della semplice autonomia
energetica, che comunque significherebbe l’autonomia e la possibilità di
esercitare davvero il libero arbitrio a livello individuale: una rivoluzione di
tale portata comporterebbe anche un ripensamento, una revisione di tutti o gran
parte dei paradigmi attualmente radicati nella società e negli individui che la
compongono, e non soltanto a livello scientifico ma anche, se vogliamo,
filosofico. Tutto il “progresso” tecnologico viene da decenni (se non
addirittura secoli) incanalato in direzioni ben determinate da una ristretta
élite di potere con ramificazioni nel settore economico-finanziario, politico,
accademico, etc. Un esempio di quanto sopra lo possiamo trovare nel settore
aeronautico: il primo volo a motore è quello ad opera dei fratelli Wright, nel
1903; poco più di un decennio più tardi, l’aereo era passato dalla sua fase
embrionale ad applicazioni belliche (sotto forma di caccia, bombardieri,
ricognitori, etc.) nel corso della Prima Guerra Mondiale; dopo un ulteriore
sviluppo negli anni ’30 (aerei postali, trasporto passeggeri, la prima
trasvolata atlantica ad opera di Lindbergh, le crociere atlantiche di Italo
Balbo, etc.) abbiamo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, e qui si osserva
un balzo tecnologico senza precedenti, laddove nel 1940 molti caccia di prima
linea erano ancora dei biplani e nel 1944, appena quattro anni dopo, i primi
reparti di caccia e di bombardieri a reazione solcavano i cieli:
un’accelerazione tecnologica incredibile (per non parlare dello sviluppo
missilistico che, poco più di due decenni dopo, avrebbe consentito all’uomo di
mettere piede sul suolo lunare… o almeno così dicono). Ma da quel periodo è
ormai trascorsa una sessantina d’anni, e in buona sostanza la tecnologia
aeronautica ha certamente fatto notevoli progressi, in particolare nei sistemi
di propulsione, nell’avionica e nei materiali, ma gli aerei che oggi solcano i
cieli non sono troppo diversi da quelli di allora. Quello che sto cercando di
dire è che se i progressi tecnologici in campo aeronautico avessero davvero
seguito il loro corso naturale, oggi ci sposteremmo su velivoli
antigravitazionali, con sistemi di propulsione rivoluzionari e non più basati
sulla combustione; non avremmo bisogno di enormi piste di atterraggio per jet
commerciali da centinaia di passeggeri, né di elefantiache e costose strutture
aeroportuali, e le stesse barriere doganali non avrebbero più alcun senso. Ma
naturalmente questo scenario sarebbe inviso a quella ristretta élite che, al
contrario, ha tutto l’interesse a mantenere una struttura di controllo sulla
popolazione dell’intero pianeta. In altre parole, ogni “progresso” tecnologico è
pilotato e sviluppato in funzione dell’agenda di questi psicopatici, e questo
naturalmente vale in particolar modo per il sistema energetico. Molti segnali mi
fanno pensare che siamo vicini ad un cambiamento epocale, e che nei prossimi
mesi ne vedremo delle belle.
D:Cosa pensa lei della
strategia di diffusione tra le imprese della Joe cell di cui la Etleboro si sta
facendo promotrice?
R:Ne penso ogni bene possibile. L’importante è acquisire risultati documentabili
e diffonderli, magari studiando qualche innovativa strategia di comunicazione.

D:Che cosa attualmente crede
si possa fare per minare il sistema energetico e portare il mondo verso la free
energy?
R:Personalmente mi dedicherei allo sviluppo industriale di due o tre progetti
selezionati (nel campo dei magneti permanenti, in quello dell’implosione, etc.)
magari attraverso una cooperativa, un gruppo di persone volenterose e
determinate a ingegnerizzare un sistema facile da costruire, compatto,
efficiente e affidabile, da vendere in semplici kit di montaggio a prezzi
stracciati. Sarebbe interessante vedere come reagirebbe il grande pubblico di
fronte a un evento del genere…
D:L’Italia ha le capacità e
la cultura per costruire un futuro libero dalle lobbies di potere?
R:Mi piacerebbe rispondere positivamente, ma se mi guardo intorno mi riesce
difficile immaginarlo: mi sembra di vivere in un incubo orwelliano, in mezzo ad
una popolazione di narcotizzati, un paese dove è accaduto e continua ad accadere
l’inimmaginabile, eppure… dopo aver toccato il fondo, si è cominciato
affannosamente a scavare! In virtù dei miei viaggi all’estero, ho sempre pensato
che l’Italia, potenzialmente, sarebbe il paese più bello del mondo, un posto
dove davvero varrebbe la pena di vivere: una grande cultura, un territorio di
una bellezza straordinaria, un popolo allegro ed ingegnoso capace delle più
grandi imprese e delle più incredibili realizzazioni. Purtroppo invece siamo un
popolo fondamentalmente diviso e inconsapevole, abilmente e cinicamente
manipolato dalle varie strutture di potere economico, religioso e politico, e
incapace di prendere in mano il proprio destino. Basta accendere la televisione,
guardare le facce e ascoltare le menzogne di quei personaggi ripugnanti e
mediocri che si alternano al governo di questo paese, di qualunque colore
politico essi siano. Il livello di corruzione di questi immondi individui è
inconcepibile, e purtroppo questo cancro ha da tempo attecchito nel tessuto
sociale. Ciò non toglie che esistono numerosissimi italiani davvero in gamba, e
semmai l’Italia riuscirà a costruirsi un futuro di libertà e di prosperità, lo
si dovrà a questi cittadini consapevoli, ingegnosi e risoluti.
D:Vuole aggiungere qualcosa?
R:Semplicemente augurare ogni successo alle iniziative di cui Etleboro si è
fatto portatore, gran parte delle quali rispecchiano la stessa filosofia di
NEXUS. Come si dice? “È uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo…”
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