Non potevano trovare un nome migliore gli inquirenti napoletani per l’inchiesta
su politica&monnezza. “Operazione Rompiballe” allude alle
ecoballe, niente eco e molto balle. Ma anche, involontariamente, all’ennesima
porcata del governo per mettere la magistratura al guinzaglio del potere
politico con la scusa dell’emergenza rifiuti. Perchè è di questo che
stiamo parlando, come spiega Rodotà su Repubblica e come sostengono 75
pm campani: il decreto del governo è incostituzionale, perché sospende “de jure” lo Stato di
diritto in una regione dove già era sospeso “de facto”.
23/05/2008 Pubblicato il decreto legge sull' emergenza rifiuti in Campania Il Decreto legge n. 90 del 23 maggio 2008 è entrato in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Si prevede un regime eccezionale per la gestione dell'emergenza rifiuti che durerà fino al 31 dicembre 2009...
Le trombette berlusconiane sono già al lavoro per rivoltare la
frittata e far passare per ribelli proprio i magistrati che difendono la
Costituzione, non il governo che la calpesta. Spettacolare il Corriere
che, sorpreso il giudice Nicola Quatrano, a spasso per Chiaiano, lo torchia per
bene per sapere che ci facesse lì, vedi mai che alzasse barricate e lanciasse
molotov. Come se un libero cittadino non potesse andare dove gli pare. In
effetti, secondo il decreto, non si può più manifestare liberamente, in
Campania: si rischia di passare per sabotatori delle discariche, dunque
nemici pubblici.
Intanto il governo si fabbrica un bel superprocuratore regionale per i
rifiuti, roba mai vista nemmeno sotto il fascismo, che accentra le
competenze delle procure territoriali. Nessun giudice potrà più sequestrare
discariche irregolari o pericolose, anche perchè i rifiuti tossici e nocivi
vengono equiparati a quelli urbani ordinari, per decreto, in barba a tutte le
leggi nazionali ed europee, e soprattutto alla salute di chi se li beve o se li
respira. Insomma, vietato disturbare il manovratore: che oggi è il
supercommissario di governo - l’ineffabile Bertolaso, l’uomo
per tutte le stagioni, quello che due anni fa da commissario non combinò un bel
nulla e ora, chissà perché, dovrebbe fare il miracolo - ma domani potrebbe
essere il presidente del Consiglio. Perché, se passa il precedente di un “governo
che si sceglie i magistrati che devono controllare le sue iniziative” (Rodotà),
poi non ci si ferma più.
Lo Stato italiano ha sconfitto il terrorismo e combattuto la mafia con ottimi
risultati - per due o tre anni, non di più - senza strappi alla Costituzione.
Non si vede perché oggi non possa rimuovere la monnezza senza violentare
la Carta costituzionale. Se le nuove discariche saranno a norma di
legge, nessun giudice le bloccherà. Ma impedire preventivamente ai giudici di
bloccarle è come ammettere di sapere in anticipo che saranno irregolari,
dunque inquinanti, dunque pericolose per la salute pubblica. Dunque l’intervento
della magistratura rimane l’unico scudo per i cittadini.
Resta da capire perché mai, dal Pd, non si sia levata una sola voce
critica contro il colpo di mano berlusconiano. Anzi, dopo la parentesi
dell’ostruzionismo su Rete4, si è tornati precipitosamente a un “dialogo” che
conviene solo al governo. Eppure non occorre un genio per intuire che la guerra
all’indipendenza e autonomia delle toghe con la monnezza non c’entra niente.
C’entra con altre monnezze: per esempio, con l’ansia di
vendetta del Cainano contro i pm di Napoli per l’inchiesta sull’acquisto di
Saccà e di alcuni senatori. “Questi pm sono ingovernabili”, ha denunciato,
sgomento per l’esistenza di qualche toga che ancora prende sul serio la
Costituzione (“la magistratura è autonoma e indipendente da ogni altro potere”):
un pericoloso precedente che va subito sanzionato.
Intanto si cerca un pretesto per varare l’agognata legge contro le
intercettazioni, che proprio sulla monnezza han dimostrato la loro
efficacia, dunque vanno abrogate. Il ministro ad personam Alfano
annuncia che la nuova porcata è pronta. Meno pronta è la reazione dell’Anm,
che seguita a “dialogare” col governo che si accinge a disarmarla. E ancor meno
pronta è quella del Pd, che ha addirittura avviato
consultazioni del ministro-ombra della Giustizia, tal Tenaglia,
con l’Alfano medesimo, non si sa bene a che pro. Intanto Ermete Realacci
si associa agli alti lai berlusconiani pro Bertolaso e contro il blitz
dei giudici: “Intervento spettacolare e fuori contesto” che rischia di
“ostacolare la soluzione del problema rifiuti”. La prossima volta, prima di
arrestare qualcuno, i giudici chiederanno il permesso a lui (“Ci scusi, Realacci,
avremmo intenzione di arrestare Tizio e Caio. Le pare il contesto giusto o
gradisce un rinvio? Ha qualche data libera, in agenda?”). Dio salvi i
rompiballe.
Segnalazioni
I video di Qui Milano Libera:
Arturo Parisi, gli aerei, le bombe
http://www.unita.it
http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it
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