Sono più di tre anni che batto i polpastrelli sulla tastiera
di un pc. Ho scritto migliaia di post. Ricevuto due milioni di commenti.
Pubblicato libri di denuncia. Ho fatto insieme a voi cento battaglie:
dalla riapertura della birreria Pedavena, alla cacciata del Governatore della
Banca d’Italia Antonio Fazio, dall’omicidio di
Federico
Aldrovandi all’aiuto di una mamma senza lavoro con una bimba disabile.
Sono andato a Bruxelles per denunciare il nostro Parlamento
pieno di condannati e una legge incostituzionale che non ci permette di
scegliere il candidato. A Strasburgo ho chiesto alla Comunità
Europea di non mandare più fondi alle mafie. Ho organizzato due V-day insieme a
gente meravigliosa per un Parlamento senza condannati e una libera informazione
in un libero Stato. 74.000 persone dei
Meetup
in 364 città seguono e sviluppano le idee del blog sulla giustizia, la pubblica
amministrazione, l’ambiente, l’energia. Ho portato 350.000 firme al
Senato per la legge popolare per eliminare dal Parlamento i condannati.
Chiederò di presentarla al Senato in una pubblica seduta. Sto ricevendo le
vostre firme per il referendum per una libera informazione e l’abolizione della
legge Gasparri. Le consegnerò alla Corte di Cassazione in luglio. Ho lanciato le
liste civiche perché VOI vi riappropriate dei vostri comuni al posto di politici
corrotti e incompetenti. Sono andato all’assemblea
Telecom a difendere i piccoli azionisti che si sono visti cancellare il
loro capitale dai Tronchetti e dai Buora.
In cambio i politici e i media hanno cercato di distruggere la mia immagine.
Grasso, ricco, becero, ignorante, populista,
qualunquista, ma anche fascista o costola dell’estrema sinistra. Mio fratello ha
catalogato almeno cinquecento diversi insulti riferiti a Beppe Grillo.
Chiunque al mio posto si chiederebbe chi glielo fa fare. Non i
soldi. Guadagnerei dieci volte di più facendo la pubblicità a un
formaggino. Non la serenità. Neppure gli affetti. Molti dei miei amici
non mi chiamano più, non si fanno più vedere. In famiglia mi avvertono che
qualcuno me la farà pagare e che dovrei pensare di più alla
incolumità dei miei figli. Le citazioni sono parte della mia vita. I miei
avvocati lavorano almeno su tre processi alla volta per denunce contro di me. In
fondo sto per compiere i sessant’anni. Belin, lo so che ne dimostro venti di
meno, ma purtroppo è così. Ho lavorato da quando ne avevo venti. Potrei
rimanere tranquillo e godermi la vita che mi rimane. Lo penso spesso.
Poi guardo Ciro che ha solo 7 anni e capisco che non ho scelta. Non
posso stare a guardare mentre il mio Paese sprofonda. Cosa direbbero
domani i miei figli del loro padre?

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http://www.beppegrillo.it
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