Pubblico il testo dell'intervento di Marco Travaglio.
Buongiorno a tutti. Oggi siamo in trasferta a Milano, perché stiamo finendo
un libro sulle leggi vergogna e sul regime che ci si sta apparecchiando davanti.
E quindi vi invito tutti quanti a seguire sul blog di Beppe, sul blog di
Micromega, sul blog Voglioscendere gli aggiornamenti e le novità sulla grande
manifestazione che si terrà a Roma. Le adesioni sono talmente tante che è stata
spostata da piazza del Pantheon a piazza Navona. 8 luglio, ore 18.00, tutti a
Roma.
Detto questo, parliamo di una delle ragioni fondamentali per le quali non è solo
opportuno, ma giusto e doveroso scendere in piazza per far sentire la propria
voce. Ed è il cosiddetto lodo Alfano, o lodo Schifani bis, o
comunque lodo Berlusconi – non si sbaglia mai.
È un lodo che potrebbe essere chiamato lodo Orwell; lodo “Fattoria degli
animali”. Ricordate forse che nella “Fattoria degli animali” c’era una specie di
animali più uguali degli altri. Erano i maiali.
Noi avremo, quando e se sarà
sulla Gazzetta Ufficiale il lodo Alfano/Berlusconi/Schifani bis, quattro
cittadini italiani che saranno più uguali degli altri. E saranno il presidente
della Repubblica – che non l’ha mai chiesto - , il presidente della Camera – che
peraltro non l’ha mai chiesto -, il presidente del Senato – che non si sa bene
se l’abbia chiesto, ma è lo stesso che aveva dato il nome al lodo numero uno,
Schifani – e poi soprattutto abbiamo quello che lo chiede da secoli e cioè il
presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Il quale ha tanti processi quanti
ne bastano per tutte le alte cariche dello Stato, cioè quattro. Non
vuole essere processato. Sono fatti suoi.
Ci doveva pensare prima,
quando si è candidato da imputato. Se uno si candida da imputato, è ovvio che
quando viene eletto rischia anche che arrivi una sentenza. E una volta su due
può essere una condanna. Dice: “ma mi hanno votato”. “Sappiamo che ti hanno
votato. Ma ti hanno votato pensando che ti saresti fatto processare”. Altrimenti
bisogna dire in campagna elettorale: “votatemi, perché così non mi processerà
più nessuno.
Votatemi perché, io la intenderò come una assoluzione”. In realtà
votare uno vuol dire “vai a governare e occupati dei nostri problemi”,
non vuol dire “vai a governare e occupati dei cazzi tuoi”. Così invece lui la
interpreta, all’insaputa dei suoi elettori e anche dei suoi [colleghi]. Il lodo,
dunque, è la riedizione – riveduta e corretta, o corrotta – del lodo Schifani
del 2003. Schifani, in realtà Schifani-Maccanico, perché la sinistra aveva
prestato allora un consulente al centro-destra: Antonio Meccanico, che è sempre
a disposizione quando si tratta di fare favori a Berlusconi. Aveva escogitato
questa formula per la quale le cinque alte cariche dello Stato, all’epoca c’era
anche il presidente della Corte Costituzionale, che non ne aveva bisogno, non
rispondono dei loro delitti. Né quelli legati alla funzione, né quelli estranei
alla funzione, né quelli commessi durante il mandato, né quelli commessi prima
del mandato, fino al termine del mandato.
Diceva il lodo Maccanico/Schifani che
se uno poi cambia funzione passando dall’una all’altra di quelle cinque poltrone
senza mettere mai i piedi per terra, praticamente rimane invulnerabile, finché
non mette piede a terra. E quindi, se uno passa dalla Presidenza del Consiglio
alla Presidenza della Camera, dalla Presidenza della Camera alla Presidenza del
Senato, dalla Presidenza del Senato alla Presidenza della Corte Costituzionale,
dalla Presidenza della Corte Costituzionale alla Presidenza della Repubblica,
praticamente ha una trentina d’anni di immunità. E se ne ha già
settanta, diciamo che arriva oltre i cento.
Quel lodo durò sei mesi, serviva a Berlusconi a sospendere i suoi processi
durante i sei mesi della presidenza italiana dell’Unione Europea. Ricordate quel
meraviglioso semestre aperto da Berlusconi con in discorso del kapò, dove esordì
al Parlamento Europeo presentando il suo biglietto da visita dando del nazista a
un socialdemocratico tedesco. Che è notoriamente antifascista, a differenza di
Berlusconi che è invece alleato con i fascisti e i nazisti che ci sono per le
strade.
Passati i sei mesi intervenne la Corte Costituzionale che fulminò il lodo
Maccanico Schifani in quanto violava una serie di articoli della Costituzione.
Ciampi non se ne era accorto. Infatti lo aveva firmato e fece una brutta figura.
Ed espose a una brutta figura anche l’istituzione che rappresentava, la
Presidenza della Repubblica, che dovrebbe essere garante della Nazione.
Ora, la situazione rischia di ripetersi tale e quale con Napolitano, se
Napolitano firmerà questo lodo. Che secondo tutti i giuristi e
costituzionalisti è incostituzionale e quindi è ad alto rischio di una
bocciatura della Consulta. Se il Capo dello Stato lo firma e la Consulta lo
smentisce, non è una bella figura per il Capo dello Stato. Speriamo che cominci
a non firmare qualcosa.
Perché non è legittimo questo lodo? Intanto perché c’è un problema sul quale non
c’è tanto da discutere. O è così, o è così. È l’articolo tre della Costituzione
della Repubblica Italiana. Che recita: “Tutti i cittadini sono uguali di fronte
alla legge, senza distinzione di sesso, razza, religione … condizione di vita
personale e sociale”. Cioè non importa quello che fai, il mestiere che fai, la
carica che ricopri. Davanti alla legge sei uguale a tutti gli altri.
Questo dice l’articolo tre della Costituzione. Il lodo cosa fa? Non tocca
l’articolo tre. Anzi, non tocca nemmeno la Costituzione. È una legge ordinaria.
Scritta dal Consiglio dei Ministri. Cioè scritta da Berlusconi e dai suoi
avvocati, ovviamente. Fatta firmare dal ministro Alfano, che firma tutto e che
ci mette anche la faccia. Tanto l’avete vista la faccia che ha. Una legge
ordinaria che pretende di derogare a principi della Costituzione.
Per giunta ispirata a una legge già bocciata anche quella dalla Corte
Costituzionale. Voi vi rendete conto che siamo completamente fuori da qualunque
ambito. Se vuoi modificare la Costituzione, segui la Costituzione che ti insegna
ciò che devi fare per modificare la Costituzione. L’art. 138 dice che ci vuole
la maggioranza dei due terzi del Parlamento, altrimenti i cittadini, prima che
vada in vigore la riforma costituzionale, devono essere chiamati al referendum
confermativo. Non c’è il quorum.
Quindi anche se andiamo a
votare in tre e due votano no, la legge costituzionale che non ha avuto i due
terzi del Parlamento non passa. A meno che, appunto, non si abbia una
maggioranza talmente ampia, di due terzi del Parlamento, nel qual caso i
cittadini non vengono chiamati ad approvarla. È quello che è successo con la
legge sul federalismo, la devolution di Bossi, che abbiamo bocciato due anni fa
nel referendum confermativo e quindi non è entrata in vigore. Se non c’è questa
ampia maggioranza, il Parlamento deve fare comunque doppia lettura –
Camera/Senato, Camera/Senato – ma si va al referendum confermativo.
Questi non lo vogliono fare. Forse nemmeno il Partito Democratico, pur
ridotto come lo vediamo, sarebbe disposto a dare i suoi voti al lodo. Magari
avrebbero molta voglia di farla, alcuni, una porcata del genere, ma hanno paura
dei loro elettori. Almeno di quelli che gli sono rimasti temendo che vadano
tutti con Di Pietro, cosa che sta avvenendo almeno in parte.
Quindi i due terzi in Parlamento non li ottengono per il lodo, per una legge
costituzionale. E allora fanno una legge ordinaria. Presentata al Consiglio
dei Ministri e poi approvata probabilmente entro luglio/agosto oppure ai
primi di settembre, tanto non c’è fretta perché il processo più prossimo
alla conclusione, cioè il processo Mills lo hanno sospeso
con la legge blocca processi. Quindi per un anno non si parlerà della
sentenza. E intanto loro fanno il lodo, con legge ordinaria, per modificare
i principi della Costituzione. Questa è la principale ragione per cui questo
lodo è incostituzionale.
Quattro persone dichiarata più uguali degli altri
con una legge ordinaria. A maggioranza semplice. Ma poi non c’è solo questo,
perché questi analfabeti dicono: “ah ma noi questa volta il lodo lo abbiamo
fatto rispettando ciò che la Corte Costituzionale ha detto bocciando
l’altro”. Non l’hanno letta forse la sentenza della Corte Costituzionale del
2004, perché dice esattamente il contrario di ciò che dicono loro nel nuovo
lodo. Quali sono le differenze tra il lodo Alfano di oggi e il lodo Schifani
del 2003? Pochissime.
La prima è che sospende tutti i processi e le indagini
a carico di quattro alte cariche, anziché cinque: Capo dello Stato, capo del
Governo, presidenti di Camera e Senato. Secondo, e questa è la differenza
più importante. Non è reiterabile per due legislature. Vale
solo per una legislatura. All’interno di una legislatura, se cade il governo
e tu rifai il presidente del Consiglio, mantieni l’immunità anche due volte,
ma sempre all’interno della legislatura. Se nella legislatura muore il
presidente della Repubblica, o sta male, o si dimette, o succede qualcosa e
il presidente del Consiglio diventa presidente della Repubblica, mantiene,
si porta dietro l’immunità, anche se la carica è diversa, perché tutto
avviene nella legislatura.
Nella prossima, se Berlusconi dovesse pensare di
diventare presidente della Repubblica nella prossima legislatura, lì,
secondo questo lodo, non potrebbe essere impunito. Ma naturalmente cosa
farebbe? Se diventa presidente della Repubblica è perché la maggioranza del
Parlamento è sempre la sua. Ma se la maggioranza del Parlamento è sempre la
sua, fa un emendamento al lodo e gli proroga l’immunità per tutta la durata
della carica. Cambiano le regole in corso d’opera. Sarebbe
mica la prima volta. In ogni caso, ora come ora non lo potrebbe fare.
È
questo è l’unico aspetto positivo. Per il resto non vengono rispettate
nessuna delle condizioni che aveva posto la Corte Costituzionale. Perché
aveva detto intanto che non si può fare un fritto misto delle cariche
mettendole tutte nell’impunità. Il presidente della Repubblica è una carica
monocratica che rappresenta tutta la Nazione, i presidenti delle camere sono
cariche collegiali, nel senso che rappresentano un’assemblea. Il presidente
del Consiglio rappresenta un consiglio dei Ministri.
Che differenza c’è tra
il presidente del Consiglio e gli altri ministri? Che differenza c’è tra il
presidente della Camera e gli altri deputati? Che differenza c’è tra il
presidente del Senato e gli altri senatori? Allora tanto varrebbe avere il
coraggio, ma non ce l’hanno perché hanno paura della furia popolare contro
la casta, di ripristinare l’autorizzazione a procedere per tutto il
Parlamento. Si prendano la responsabilità di dire: “noi prendiamo mille
persone, le mettiamo lì dentro. Possono fare quello che vogliono e anche se
ammazzano la suocera non gli succede niente”. Non hanno il coraggio di
farlo, perché? Perché Berlusconi la vuole per sé l’immunità e ci mette altre
tre cariche per confondere un po’ le idee.
Sarebbe molto meno incostituzionale ripristinare l’articolo 68
come pensato dai padri costituenti. Naturalmente, i padri costituenti,
l’articolo 68 che concedeva l’immunità parlamentare non l’avevano concepito
per proteggere i potenti dalle conseguenze dei loro reati penali, dei loro
delitti comuni. L’avevano concepito per proteggere eventuali politici di
opposizione che facessero scioperi, occupazione delle terre, blocchi
stradali, interruzioni di treni per fare delle manifestazioni protesta,
manifestazioni sindacali, contadine, picchettaggi, manifestazioni operaie.
In quei casi a uno può scappare una parola o un gesto di troppo, metti che
trovi un giudice troppo legato al potere o al governo che usa queste accuse
per reati politici, di opinione, per colpire un esponente dell’opposizione
ecco che i Costituenti, temendo una magistratura, come ai tempi del
fascismo, molto collegata con il potere, hanno dato questa tutela ai
politici delle minoranze per poter esercitare al massimo l’opposizione al
potere costituito. Questo era lo spirito dell’autorizzazione a
procedere.
L’avevano trasformato, nel corso degli anni, in un
salvacondotto, in un’autorizzazione a delinquere non in
un’autorizzazione a procedere. Per cui chi stava in Parlamento poteva
rubare, mafiare, truffare, violentare, fare quello che voleva e il
Parlamento lo copriva. Per questo fu abolito nel ’93: gli stessi politici,
sputtanati dallo scandalo di Tangentopoli, tentavano di recuperare un minimo
di credibilità spogliandosi di uno dei più vergognosi privilegi che si erano
assunti abusando di quell’autorizzazione a procedere diventata una
automatica immunità, mentre non era così.
Nella Costituzione c’era scritto
che solo in caso di una dimostrata persecuzione politica si poteva dire di
no. E’ ovvio che la persecuzione politica poteva riguardare solo reati
politici, di opinione, ideali non certamente uno che ha messo le mani in
tasca a un altro. Quello con la politica non c’entra niente. Non hanno il
coraggio di ripristinare l’articolo 68 perché salverebbe tutta la casta.
Vogliono salvare solo Berlusconi, quindi fanno una legge
ordinaria che proprio perché ordinaria non è costituzionale. Diventa
incostituzionale perché dice il contrario della Costituzione, a meno di non
stabilire che fra il lodo Alfano-Schifani-Maccanico-Berlusconi e la
Costituzione quella incostituzionale è proprio la Costituzione.
Prima o poi ce lo racconteranno, ne stanno dicendo di tutti i colori. L’unica differenza
rispetto al lodo già bocciato è che questa volta vale per una sola
legislatura ed è rinunciabile, nel senso che se io, Capo dello Stato, vengo
accusato da Berlusconi di essere un molestatore sessuale, ne ha dette di
tutti i colori e potrebbe aggiungere pure quella, parte un’indagine e viene
bloccata in base al lodo per tutta la durata del Presidente della
Repubblica, quello potrebbe dire: “dato che io non sono un molestatore
voglio immediatamente essere giudicato e assolto, perché quello se l’è
inventato!”. Invece, prima te la dovevi prendere per sette anni la
sospensione del processo, anche se non volevi. Adesso, invece, è
rinunciabile tanto Berlusconi non rinuncia.
Che costa mettere “è
rinunciabile”? Per il resto non ci sono differenze e ci sono tutte le
ragioni per le quali la Corte ha già bocciato una volta il lodo. Per
esempio: diceva che il lodo non può essere generale nel senso che non può
sospendere i processi per tutti i reati. Vediamo. La Corte diceva “non si
possono sospendere i processi per i reati commessi in qualunque epoca sia
extra funzionali – cioè estranee alle attività politiche e istituzionali –
sia funzionali – cioè collegati”.
Se io ho fatto una legge, assunto una
persona, assegnato un appalto e mi viene contestato, quello è un possibile
delitto funzionale legato alla mia attività politica. Può avere un senso che
mentre io ricopro la mia funzione politica, per i miei atti politici non
venga chiamato a rispondere finché non ho finito la carica. Ma se io in
passato ho rapinato una banca e lo si viene a sapere quando sono Presidente
del Consiglio… beh quello non è funzionale perché non c’entra niente con
l’attività politica rapinare le banche, pare.
Se io addirittura ho un
processo per avere rapinato una banca e, dopo il mio rinvio a giudizio per
rapina in banca, mi candido alla presidenza del Consiglio divento Presidente
del Consiglio, questo è ancora più assurdo. Poi non mi posso meravigliare,
quando lo sono diventato, che il processo vada avanti e che alla fine mi
possano condannare per la rapina in banca! Sono fatti miei privati che per
giunta conoscevo prima.
Che c’entra la politica, la funzione, l’Istituzione?
Questo diceva la Corte e su questo non si fa nessun riferimento. Perché?
Perché Berlusconi è stato rinviato a giudizio per corruzione del teste Mills
e si è chiesto il suo rinvio a giudizio per corruzione di Saccà prima che
diventasse Presidente del Consiglio, non dopo! Non è un agguato che gli
capita perché è diventato capo del governo, è lui che è diventato capo del
governo dopo essere stato imputato.
Secondo, sono due fatti suoi privati: le
ragazzine di Rai Fiction, a tutti piacciono le ragazzine ovviamente, saranno
fatti suoi purchè non le faccia pagare dalla Rai cioè da noi con il Canone,
ma non c’entrano niente con la posizione di Presidente del Consiglio o capo
dell’opposizione. Sono fatti privati, esattamente come sono fatti privati
gli impicci di Mediaset con il suo consulente Mills, le false testimonianze,
i soldi che sono stati dati a Mills. Sono fatti privati precedenti
alla carica. E su questo non si fa distinzione. C’è un
costituzionalista, bravissimo, Michele Ainis, che dice: “ma qui se il Capo
dello Stato impazzisce e ammazza la suocera o la moglie, noi non lo possiamo
più schiodare di lì per sette anni, perché il processo non si fa e nello
stesso tempo non c’è nessun modo per mandarlo via di lì, se non se ne va lui
spontaneamente”.
Metti che un presidente della Camera o del Senato con la
macchina arrota un pedone sulle strisce. I familiari avranno pure diritto ad
avere giustizia, devono aspettare che finisca la carica? Che legame c’è fra
il fatto che uno è presidente del Senato o della Camera e il fatto che ha
steso una persona con la macchina perché è un pirata della strada o perché
si era distratto o aveva bevuto? Dice: ma le vittime si potranno rivalere in
sede civile. Certo, ti ammazzano un parente e tu vai da un giudice civile a
chiedere qualche euro di danni.
E il penale non si fa o si farà? E quando si
farà? L’altro è l’automatismo: non c’è qualcuno che vaglia le accuse, che
dice “per questo caso lo rendiamo immune, per quest’altro no perché non
c’entra niente con la politica”. E’ tutto automatico. E questo automatismo
non prevede filtri dell’ammissibilità o meno della richiesta di sospendere,
anzi non prevede nemmeno la richiesta di sospendere perché sospende
i processi senza che tu lo chieda a meno che non rinunci. E questo
la Corte Costituzionale lo chiedeva. Ecco un’altra ragione per cui questa
norma è incostituzionale.
E poi c’è comunque, alla fine, il diritto delle
vittime ad avere giustizia subito, come tutte le altre. Non tu sei
vittima di serie B perché hai avuto la sfortuna di subire un reato
da un’altra carica o da uno che poi è diventato un’altra carica. Il
principio di ragionevole durata del processo è stato messo nella
Costituzione all’articolo 111, poi questi già durano un’eternità e tu li
allunghi ancora di cinque anni per il capo del governo e i presidenti delle
camere, per sette per il Presidente della Repubblica e quando li fai? Dov’è
la ragionevole durata, se li rinvii di cinque o sette anni? E se la vittima
nel frattempo muore? Non le avrai dato giustizia.
E’ ragionevole durata?
Infine, l’eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge anche in
qualità di imputati. Se io sono imputato voglio essere giudicato esattamente
come l’imputato Presidente del Consiglio. Anzi, per la verità io pretenderei
che il Presidente del Consiglio fosse più controllato e che ci fossero degli
strumenti più severi e stringenti nei suoi confronti perché lui deve dare il
buon esempio, è lui che fa le leggi. Non io privato cittadino. Invece,
paradossalmente, Di Pietro gli ha dato del “magnaccia”,
termine tra l’altro tecnicamente ineccepibile: quando uno gestisce ragazze
facendole pagare, dalla Rai tra l’altro cioè dagli italiani… vogliamo
chiamarlo “prosseneta”, “pappone”, “lenone”? Quando Di Pietro, tecnicamente
corretto anche se con un termine un po’ demodé della Roma anni Sessanta, ha
definito le attività, con quelle che il Cavaliere chiama elegantemente “le
mie fanciulle” per distinguerle dalle “mie bambine” che sono invece le
ministre, da “magnaccia” succede il finimondo.
L’avvocato Ghedini annuncia
che Berlusconi querela Di Pietro. Se, però, Di Pietro vuole querelare
Berlusconi lo può fare ma il processo no si fa perché Berlusconi è
immune. C’è addirittura un signore che usa i tribunali per
trascinarci gli altri e quando gli altri vogliono trascinarci lui non si
può! A me ha fatto causa civile Schifani, se io volessi denunciare Schifani
non potrò, perché c’è uno che è immune con uno scudo spaziale che lo avvolge
per la durata del suo incarico che se la prende con me, privato cittadino,
che non ho più gli stessi diritti che ha lui nei miei confronti, quindi non
lo posso in tribunale penale a rispondere delle infamie che dice in questo
atto di citazione nei miei confronti. Questo è il punto fondamentale.
Naturalmente ci stanno raccontando che in tutto il mondo c’è già il lodo
Schifani, il lodo Alfano, il lodo Berlusconi. Non esiste Paese al mondo dove
il Presidente del Consiglio, primo ministro o premier, chiamiamolo come
vogliamo, abbia l’immunità. L’immunità è prevista per i sovrani,
la Regina d’Inghilterra e il re di Spagna, per il Capo dello Stato in
Francia e non per legge ma per interpretazione.
E riguarda Chirac che era
accusato di fare assunzioni fittizie al comune di Parigi quando era sindaco
ed è stato raggiunto da questo processo quando già era Presidente della
Repubblica. Si è sospeso e adesso lo processano, ché è uscito dall’Eliseo.
Reato funzionale, collegato alla carica che esercitava di sindaco di Parigi,
processo nato dopo l’elezione. Se fosse nato prima non l’avrebbero
certamente candidato alla presidenza della Repubblica ben sapendo che dopo
avrebbe potuto essere processato e condannato. Stiamo parlando di situazioni
completamente diverse.
In ogni caso Chirac è il Capo dello Stato e non il
primo ministro. Il primo ministro non è immune in nessuna parte del
mondo, anzi in Francia il primo ministro e gli altri ministri non
possono essere parlamentari, quindi possono essere pure arrestati perché non
hanno nemmeno l’immunità dall’arresto che hanno i parlamentari. Pensate le
balle che vi raccontano. Ci sono Capi di Stato che vengono processati e
stanno pure zitti, tipo Clinton che ha subito sette indagini e tre processi.
Tipo Nixon, che ha subito un’indagine e si è dimesso, tipo Reagan, che ha
subito tre indagini.
Il presidente della repubblica di Israele, Katzav,
presidente di una repubblica che è in guerra da quando è nata, si è dimesso
l’anno scorso perché indagato per molestie sessuali ai danni di alcune
dipendenti del suo ufficio, di alcune segretarie. E oggi si sta parlando
anche delle possibili dimissioni, che forse avverranno dopo l’estate, del
primo ministro Olmert, di un paese in guerra come Israele, coinvolto in un
caso di fondi illeciti al partito.
Ecco, lì, per evitare processi e condanne
di un’alta carica dello Stato, risolvono il problema alla radice: se
sei imputato non ti candidi; se vieni imputato dopo che sei stato
eletto, ti dimetti. Da noi, invece, se sei stato imputato prima di venire
eletto, ti candidi lo stesso, se vieni imputato dopo che sei stato eletto,
abolisci i tuoi processi e poi dici anche che è colpa dei giudici.
Come dice sempre quel vecchio detto catalano: ci pisciano addosso e ci
raccontano che sta piovendo.
Passate parola. Ci vediamo l’otto luglio in piazza Navona, a Roma alle ore
18.00, contro il regime delle leggi vergogna.
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Archivio Lodo Alfani - Salva Premier
19/05/2008 Archivio informazione Marco Travaglio
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