"Buongiorno a tutti. Oggi sono in un aeroporto: è tempo di viaggiare.
Domani bisogna essere tutti a Roma, alle ore 18 in piazza Navona, per
manifestare contro le vergogne che stanno succedendo. Vorrei partire
dall’ultima.
In Sicilia, quando un cittadino non si piega, gli tagliano le gomme della
macchina. Se capisce, bene. Se non capisce, gli fanno saltare la macchina. Se
capisce, bene. Se non capisce gli mettono anche una bomba carta alla serranda
del negozio. Se poi il tipo non vuole saltare assieme al negozio con tutta la
sua famiglia, deve accettare il dialogo. Solo che in
Sicilia si chiama “pizzo”, si chiama racket, si chiama estorsione.
Arrivano uomini del dialogo e gli fanno una proposta. Gli dicono di aver saputo
degli attentati, di essere molto dispiaciuti e gli offrono protezione. Da chi?
Da loro stessi. Sono loro che mettono le bombe e loro che offrono protezione, da
sé stessi. Il dialogo ha un prezzo. È una tangente, un pizzo. Il commerciante
dovrà pagare un tot al mese agli estorsori per evitare ulteriori guai.
Alla fine, se paga, che cosa ha vinto? Ha vinto la mafia, non
ha vinto lui. Non ha vinto il dialogo. Ha vinto la violenza.
Trasferite questo sistema di operare a Roma. A Roma succedono le stesse cose,
soltanto che cambiano le parole. C’è un signore che arriva al potere e
immediatamente comincia a rovinare la giustizia, a sfasciare tutto. Presenta
una legge per far saltare 100.000 processi, perché ne ha uno
anche lui. Poi ne fa un’altra che impedisce ai magistrati di fare le
intercettazioni e di scoprire i reati, e di scoprire le prove per incastrare i
colpevoli di quei reati. Poi va in televisione dice che se non si scoprono i
colpevoli dei reati è colpa della magistratura che è una metastasi, che è
politicizzata, che è un cancro.
È colpa dei giudici che sono dei fannulloni. È
colpa dei giudici che si occupano solo di lui. È colpa dei giudici che sono
antropologicamente diversi dalla razza umana che sono dei matti, che sono
psicolabili, che sono golpisti, che sono fascisti, che sono terroristi. E che
non a caso, nei sondaggi, la loro credibilità diminuisce. I magistrati a questo
punto alzano le braccia. Ma ciò non basta.
Lui a questo punto fa una legge, ma
questa la fa presentare da Tremonti, che taglia i fondi per la giustizia, fino
al 40%. 10% il primo anno, 20% il secondo, e poi taglia anche gli stipendi ai
magistrati, che già sono pagati un terzo, un quarto, un quinto di quanto è
pagato un piccolo manager di una piccola azienda. A questo punto, dopo averli
prostrati e ridotti alla rovina, si manifesta qualcuno che offre il
dialogo. E dice: “eh, abbiamo saputo che vi stanno impedendo di fare il
vostro lavoro, di fare i vostri processi, di fare le intercettazioni, vi stanno
impedendo di scoprire i reati; vi insultano.
Volete il dialogo? Cifra
modica: si chiama Lodo Alfano. Se voi vi dimenticate i processi al
Presidente del Consiglio, se vi dimenticate – o le lasciate evaporare, o le
mangiate o le bruciate, o le cestinate – le intercettazioni del Presidente del
Consiglio (intercettazioni indirette, non è lui che viene intercettato, sono di
solito dei mascalzoni con i quali lui è solito parlare, perché sono tutti amici
suoi). Bene, se accettate di pagare questa modica cifra, questa sommetta, allora
arriva il dialogo: gli altri processi ve li facciamo fare, le intercettazioni ve
le lasciamo fare, magari non vi tagliamo nemmeno gli stipendi e non vi
tagliamo nemmeno i fondi. Magari assumiamo anche qualche cancelliere.
Magari paghiamo anche la benzina per le volanti che devono andare a fare le
indagini, con sopra i poliziotti. Dipende da voi. Dialogate, o volete lo
scontro?” Ecco, una tecnica estorsiva che a Palermo si chiama racket, a Roma si
chiama dialogo.
Alla fine, se i magistrati cedono, chi ha vinto? Hanno vinto
loro, ha vinto il dialogo? Ha vinto la distensione? Ha vinto la pace? Ha
vinto l’estorsore, che politicamente parlando, in questo caso, è il
nostro Presidente del Consiglio.
Il nostro Presidente del Consiglio che ne sta
combinando una al giorno, quando non ne combina due, e che ha bisogno di
nascondere questa realtà agghiacciante che sotto gli occhi di tutti, ma che
nessuno vede – anche perché molti giornalisti e molti commentatori fanno finta
di non vederla. Esattamente come molti intellettuali facevano finta di non
vedere il fascismo alle sue origini. E sono stati ricordati nei libri di storia
perché era quelli che parlavano d’altro, erano quelli che dicevano di
non esagerare. Quelli che dicevano che bisognava dialogare con
Mussolini. Erano quelli che dicevano: “ma insomma, anche lui farà delle cose
buone. Ma insomma, certo è un po’ rude, però ha anche il suo consenso. Ha preso
i voti.” Ecco, sono questi che verranno ricordati nei libri di storia per non
aver fatto nulla e per non aver fatto nulla in una fase come questa. Sono loro i
principali alleati del regime.
Sono anche alcuni sedicenti oppositori, quelli che ElleKappa chiama “ diversamente
concordi”, che non dicono mai una parola definitiva. Che non
riescono a dire “no!”, ma: “trattiamo, mettiamoci d’accordo, dialoghiamo.
Togliete la legge blocca processi e noi ve ne facciamo una che blocca solo
quel processo, in fondo a voi interessa solo quel processo, mica gli altri.”
Non si rendono conto nemmeno del fatto che a settant’anni dalle leggi
razziali, stanno passando delle leggi razziali. Nell’Italia del 2008 sono
già passate un paio di leggi razziali e altre sono in
preparazione. Sono quelle leggi che trattano in maniera diversa i cittadini
o le persone umane, a seconda della loro provenienza, della loro razza, o
del colore della loro pelle.
Una l'ha approvata il Capo dello Stato senza
colpo ferire, senza battere ciglio: si chiama "aggravante speciale per gli
extracomunitari clandestini". Stabilisce questo: se io, italiano bianco di
razza ariana, rapino un milione di euro una banca e do un ceffone a una
guardia giurata becco, poniamo, dieci anni. Se lo stesso reato, la stessa
rapina, per lo stesso importo di un milione di euro, dando lo stesso ceffone
alla guardia giurata, lo commette un immigrato irregolare senza i documenti
prende dieci anni più x. X è l'aggravante razziale. Abbiamo fatto lo stesso
danno, commesso lo stesso reato ma alla stessa azione non segue la stessa
reazione dello Stato, ne segue una diversa. Perchè?
Perchè lui viene da
fuori e io sono indigeno. Infatti vuoi mettere la soddisfazione? "A te chi
ti ha rapinato?" "A me un italiano" "Ah che culo, invece a me un
extracomunitario!" Come se il danno che può fare un extracomunitario
compiendo la stessa azione fosse maggiore. Questa non è una legge per la
sicurezza, è una legge razziale che non da ne più ne meno sicurezza rispetto
a quella che avevamo prima perchè la sicurezza passa attraverso la certezza
dei cittadini che chiunque abbia commesso un reato viene punito con una pena
proporzionata. Non c'entra la qualità di chi ha commesso quel reato: tutti
devono essere uguali di fronte alla legge.
Questo stabilisce la nostra
Costituzione e la Corte Costituzionale ha stabilito che questo diritto
spetta anche ai cittadini che non sono ancora cittadini, e forse non lo
saranno mai, ma li processiamo noi. Nei nostri tribunali tutti devono essere
trattati nello stesso modo. L'articolo 3 della costituzione dice che
nessuno può essere diverso da altri davanti alla legge per
questioni di razza, religione, provenienza, status sociale, condizione
sociale.
Nessuno può essere diverso per la carica che occupa, per la religione che
professa, per il colore della sua pelle. Nessuno può essere diverso per
l'etnia da cui proviene. Bene, con un'ordinanza amministrativa di ordine
pubblico, così è stata presentata, il ministro Maroni che peraltro è una
persona di solito sensata, normale, moderata e con la quale si può parlare,
ha fatto una cosa di cui forse nemmeno lui si rende conto perchè nessuno,
intorno a lui, o quasi nessuno, gliene fa rendere conto. Io ho contato due o
tre commenti negativi: Barbara Spinelli sulla Stampa di ieri, Furio Colombo
sulla Stampa di ieri e molte associazioni di volontariato. Addirittura la
Chiesa, addirittura Famiglia Cristiana.
E' la norma che prevede la
schedatura dei rom, compresi i bambini. Dopo le aggressioni ai rom nei
campi, dopo i raid punitivi - le squadracce fasciste o di qualunque colore
siano, contro i rom cioè contro un'etnia non contro una persona che ha fatto
qualcosa e per la quale voglio reagire. Contro un'intera comunità, solo per
la sua provenienza, etnia, religione, solo per il suo essere nomade io
colpisco indiscriminatamente nel mucchio. I raid.
Ma i raid li fanno i delinquenti, vengono puniti! Questo stesso modo di
procedere l'ha fatto il governo, prima istituendo in alcune grandi città un
commissario straordinario per i rom. Come se si dovesse fare un commissario
straordinario per gli australiani, per quelli che vengono dalla Groenlandia,
un commissariato straordinario per quelli che vengono dall'India. No: il
commissario straordinario per i rom.
Altra legge razziale. L'ultima legge razziale è quella che prende le
impronte. Non a tutti: io non sono contrario a prenderle a tutti.
Abbiamo un quadrettino sulla nostra carta d'identità che prevede il prelievo
delle impronte per essere certi di associare a un'impronta, cioè un segno di
riconoscimento chiaro, l'identità che uno dichiara nel suo documento. Può
essere molto utile per combattere la criminalità di importazione che
italiani e immigrati debbano dare allo Stato italiano la loro impronta per
associarla a un nome.
C’è il problema che molto spesso chi viene in Italia
per delinquere fornisce false generalità e falsa nazionalità. Perché? Perché
ogni volta che viene preso risulta sempre la prima volta, e beneficia della
sospensione condizionale della pena. Non ha aggravanti, nel caso sia
recidivo. Bene, si prendessero le impronte di tutti,
dopodichè, “non mi vuoi dare la tua identità reale? Te la do io: ti chiami
Pippo!”.
Da quel momento Pippo ha quell’impronta e ogni volta che verrà
fermato risulterà che è già stato fermato per i suoi precedenti e quindi
verrà trattato anche lui come gli italiani che hanno dei precedenti. Con le
loro aggravanti e, a un certo punto, senza la sospensione condizionale della
pena. Questo è un modo corretto, in uno Stato serio, di comportarsi nei
confronti di chi non può permettersi di calpestare il territorio di un
Paese, senza un nome e senza una identità.
Questo è un modo per dargliela.
Naturalmente se si investono molti soldi , non se si tagliano i fondi. Se si
investono molti soldi nella sicurezza per creare una grande banca dati delle
impronte, come quella dell’FBI, affinché chiunque, italiano
o straniero, viene sorpreso, si verifica che stia dando le generalità giusto
o che non stia usando un documento falso, o che non stia dando un nome
falso. Per investire alla fine si riesce a ottenere il risultato che
l’impronta appoggiata sul monitor del computer portatile del poliziotto
aiuta a risalire immediatamente all’identità e agli eventuali precedenti. Si
fa per tutti. Non si fa per i rom e basta. Se si fa per i rom e basta non è
una misura di sicurezza, ma una misura razzista.
Il fatto che non si riesca
più a distinguere le due cose e che non si capisca che la nostra sicurezza
non migliorerà di un millimetro, non migliorerà di nulla nel caso in cui
abbiamo prelevato le impronte di tanti bambini rom facendogli anche
dichiarare la loro etnia e la loro religione – perché questo sta avvenendo
in alcune città italiane – questo è molto grave, anche perché noi siamo un
Paese che settant’anni fa ha fatto le Leggi Razziali.
E le Leggi Razziali
erano una importazione dalla Germania di un razzismo di Stato che ha
provocato lo sterminio di due comunità: la comunità ebraica
e la comunità rom. Diversi per etnia erano, per i nazisti e per i loro servi
italiani, i rom e gli ebrei. Schedare i rom, oltre a essere un vergogna, è
anche un bruttissimo ricordo per quello che è accaduto settant’anni fa e al
quale nessuno, nemmeno i fascisti risciacquati a Fiuggi e ridipinti da Fini,
dovrebbe mai ritornare.
Ecco, questo è quello per cui si deve manifestare domani. Una serie di
provvedimenti spot, alcuni razzisti, altri che devastano la legge, altri che
devastano la Costituzione, tutti a danno dei cittadini, tutti a danno
dell’immagine dell’Italia. Tutti a danno della nostra dignità, tutti a danno
della nostra Costituzione, che vengono presi in sequenza: una legge
incostituzionale al giorno perché così il Capo dello Stato non
potrà mica bocciarle tutte.
Qualcuna, in nome del dialogo, ce la dovrà pur
concedere. È contro questo che bisogna manifestare. È a favore
dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, è a favore della verità
e del dire la verità ai cittadini. È a favore della sicurezza vera, e non
quella finta fatta con provvedimenti molto gravi, e allo stesso tempo
dall’efficacia assolutamente nulla.
Se poi proprio si vuole cominciare da uno piccolo per prendergli le
impronte, cominciamo a prenderle al Presidente del Consiglio
e a tutti coloro che gli stanno attorno e che stanno lavorando contro la
nostra sicurezza.
Ci vediamo domani. Passate parola.”
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19/05/2008 Archivio informazione Marco Travaglio
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