Dopo
quasi 50 fumate nere è stato finalmente eletto quello che
sarà il nuovo presidente di vigilanza Rai, ma aspettate a
stappare lo champagne. La fumata bianca, quella che si
attendeva da cinque mesi e che c’è quasi costata un
Pannella in sciopero di fame e sete, è arrivata nel
pomeriggio dopo una votazione che definire “cilena” pare
quasi riduttivo. Il nuovo presidente di commissione è
infatti Riccardo Villari e non Leoluca Orlando. Riassunto
delle puntate precedenti: da quando in Parlamento sedevano
Fanfani, Togliatti e Almirante, la regola ufficiosa di
nomina del Presidente della commissione vigilanza Rai è
sempre stata quella dell’alternanza, ovvero quella della
nomina di un esponente dell’opposizione; anche stavolta si
presumeva che il tacito accordo sarebbe valso e
l’opposizione ha presentato come candidato l’ex sindaco
della Palermo antimafia Leoluca Orlando. Essendo il nostro
in quota Idv, è risultato immediatamente sgradito alla
maggioranza la quale, a suon di assenze e di mancati
numeri legali, ne ha boicottato l’elezione ben 46 volte a
dispetto dei continui richiami dal Quirinale.
Nel corso della bega da bar i nomi di altri possibili
candidati hanno cominciato a proliferare sulle pagine dei
quotidiani, ma quello del 52enne medico e docente
universitario in quota Pd non aveva mai fatto capolino. E
così arriviamo a ieri pomeriggio quando, con 23 voti su
40, viene eletto a sorpresa un uomo sì dell’opposizione ma
non presentato da essa. Il Governo lo aveva minacciato più
volte: “Se il Pd non cambia candidato, eleggeremo noi uno
diverso da Leoluca Orlando”; e così è stato. Nell’allibita
sala di palazzo San Macuto la maggioranza ha infranto una
prassi consolidata da decenni: pur lasciando che lo
scranno venisse ricoperto da un esponente
dell’opposizione, il Pdl si è di fatto scelto il nome da
sé.
Orlando sembrava inattaccabile sulla carta e, nonostante
le continue pressioni per un cambio della nomina, è sempre
stato riconfermato come nome unico dell’opposizione. Ieri
però ha raccolto solo 13 voti e si sospetta - se la
matematica non è un’opinione - che ne abbia persi per
strada almeno un paio, dato che gli assenti erano tre e si
è registrata una sola scheda bianca. “Una prepotenza e un
atto di arroganza inaccettabili - dichiara Veltroni a
votazione avvenuta - è un atto inimmaginabile da regime,
non da democrazia”. Alla fine ce l’hanno fatta a farglielo
dire!
Ora che la frittata è fatta l’opposizione tutta si aspetta
le dimissioni di Villari ma il diretto interessato non
sembra volersi immolare alla causa, almeno non
immediatamente: “Il mio percorso istituzionale per
decidere o meno se mantenere la presidenza della Vigilanza
Rai partirà da un incontro con il Presidente della
Repubblica e poi con i presidenti di Camera e Senato, per
poi passare ad un confronto con il mio gruppo
parlamentare”. Dal canto suo il Pdl se la ghigna sornione
ed ha l’indecenza di affermare per bocca del suo lidèr
maximo: “Dopo tre mesi in cui abbiamo cercato di trovare
un accordo con l’opposizione abbiamo accettato di cambiare
il nostro candidato alla Corte costituzionale ma da parte
dell'opposizione non e' stato fatto un analogo gesto di
buona volontà”. Come a dire “ve l’avevamo detto”, è
evidente che gli avvisi ai naviganti sono - ad oggi - il
metodo più gradito di persuasione politica.
Ma già qualcuno, sotto i resti di quella che una volta era
la quercia e poi l’ulivo, sembra pentirsi della scelta di
Orlando e implicitamente conferma, legittimandola, la
forma mentis berlusconiana : “Noi abbiamo comunicato alla
maggioranza un nome, quando c’e' stato detto che non
andava bene abbiamo fatto spallucce a siamo andati avanti
per alcuni mesi: mi sembra un modo di condurre le cose
alquanto bizzarro - a parlare è Enzo Carra, giornalista e
deputato Pd - abbiamo deciso che il nostro ruolo era
quello dei kamikaze e ci siamo andati a schiantare
sull'obiettivo”.
Che la votazione di ieri sia stata uno schianto non v’è
dubbio, le perplessità cominceranno però nel momento in
cui si guarderà oltre e si preparerà il terreno su cui si
consumerà lo scontro per la nomina del consiglio di
amministrazione di viale Mazzini: la maggioranza preme su
Villari e invita formalmente la commissione parlamentare a
procedere con i lavori di nomina. E dai toni sentiti ieri,
il condominio di Montecitorio ci regalerà altre succose
puntate di questa paradossale soap-opera.
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