
Consiglio comunale Torino
Nel 2006 il blog raccolse i vostri suggerimenti su un nuovo modello di sviluppo
del Paese attraverso le "Primarie dei Cittadini". Decine di
migliaia di persone parteciparono. Le proposte furono sintetizzate in un
documento che
portai di persona al nostro ex-dipendente Prodi,
allora presidente del Consiglio. Il testo delle "Primarie dei Cittadini" è per
molti aspetti ancora attuale e può in parte rappresentare la base per una
discussione aperta per i
Comuni a
Cinque Stelle.
L'obiettivo è di arrivare all'appuntamento dell'8 marzo a Firenze
con un Programma di Riferimento e un suo estratto in un manifesto: "La
Carta di Firenze".
Le Cinque Stelle corrispondono a cinque aree specifiche: Acqua,
Energia, Sviluppo, Ambiente e
Trasporti. Oggi pubblico la parte relativa all'Energia sulla
produzione di energia e sul riscaldamento degli ambienti. Inviate le
vostre considerazioni nei commenti.
LA PRODUZIONE TERMOELETTRICA
Il rendimento medio delle centrali termoelettriche dell’Enel si attesta intorno
al 38 per cento. Lo standard con cui si costruiscono le centrali di nuova
generazione, i cicli combinati, è del 55/60 per cento. La co-generazione diffusa
di energia elettrica e calore, con utilizzo del calore nel luogo di
produzione e trasporto a distanza dell’energia elettrica, consente di
utilizzare il potenziale energetico del combustibile fino al 97 per cento. Le
inefficienze e gli sprechi attuali nella produzione termoelettrica non sono
accettabili né tecnologicamente, né economicamente, né moralmente, sia per gli
effetti devastanti sull’Ambiente, sia perché accelerano l’esaurimento delle
risorse fossili:
- potenziamento e riduzione dell’impatto ambientale delle centrali
termoelettriche esistenti
- incentivazione della produzione distribuita di energia elettrica con
tecnologie che utilizzano le fonti fossili nei modi più efficienti, come la
co-generazione diffusa di energia elettrica e calore, a partire
dagli edifici più energivori: ospedali, centri commerciali, industrie con
processi che utilizzano calore tecnologico, centri sportivi
- estensione della possibilità di riversare in rete e di vendere l’energia
elettrica anche agli impianti di microcogenerazione di taglia
inferiore ai 20 kW
- incentivazione della produzione distribuita di energia elettrica estendendo a
tutte le fonti rinnovabili e alla microcogenerazione diffusa la
normativa del conto energia, vincolandola ai chilowattora riversati in rete
nelle ore di punta ed escludendo i chilowattora prodotti nelle ore vuote
- applicazione della normativa prevista dai decreti sui certificati di
efficienza energetica, anche in considerazione dell’incentivazione alla
produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili che essi comportano
- eliminazione degli incentivi previsti dal Cip 6 alla
combustione dei rifiuti in base al loro inserimento, privo di fondamento
tecnico-scientifico, tra le fonti rinnovabili
- legalizzazione e incentivazione della produzione di biocombustibili,
vincolando all’incremento della sostanza organica nei suoli le produzioni
agricole finalizzate a questo
- incentivazione della produzione distribuita di energia termica con fonti
rinnovabili, in particolare le biomasse vergini, in piccoli
impianti finalizzati all’autoconsumo, con un controllo del legno
proveniente da raccolte differenziate ed escludendo dagli incentivi la
distribuzione a distanza del calore per la sua inefficienza e il suo impatto
ambientale
- incentivazione della produzione di biogas dalla fermentazione
anaerobica dei rifiuti organici.
IL RISCALDAMENTO DEGLI AMBIENTI
Se fosse applicata
la legge
10/91, per riscaldare gli edifici si consumerebbero 14 litri di gasolio,
o metri cubi di metano, al metro quadrato calpestabile l’anno. In realtà se ne
consumano di più.Dal 2002 la legge tedesca, e più di recente la normativa in
vigore nella Provincia di Bolzano, fissano a 7 litri di gasolio al metro
quadrato calpestabile l’anno il consumo massimo consentito nel riscaldamento di
ambienti. La metà del consumo medio italiano. Utilizzando l’etichettatura in
vigore negli elettrodomestici, nella Provincia di Bolzano questo livello
corrisponde alla classe C, mentre alla classe B corrisponde un consumo non
superiore a 5 litri di gasolio, o metri cubi di metano, e alla classe A un
consumo non superiore a 3 litri di gasolio, al metro quadrato l’anno. Nel
riscaldamento degli ambienti, una politica energetica
finalizzata alla riduzione delle emissioni di CO2 deve articolarsi nei seguenti
punti:
- applicazione immediata della normativa, già prevista dalla legge 10/91 e
prescritta dalla direttiva europea 76/93, sulla certificazione energetica degli
edifici
- definizione della classe C della provincia di Bolzano come livello
massimo di consumi per la concessione delle licenze edilizie relative
sia alle nuove costruzioni, sia alle ristrutturazioni di edifici esistenti
- riduzione di almeno il 10 per cento in cinque anni dei
consumi energetici del patrimonio edilizio degli enti pubblici, con sanzioni
finanziarie per gli inadempienti
- agevolazioni sulle anticipazioni bancarie e semplificazioni normative
per i contratti di ristrutturazione energetica col metodo “ESCO” (Energy
ServiceCOmpany), ovvero effettuate a spese di chi le realizza e ripagate dal
risparmio economico
- elaborazione di una normativa sul pagamento a consumo dell’energia termica nei
condomini, come previsto dalla
direttiva europea 76/93, già applicata da altri Paesi europei
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