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La Corte dei Conti sotto controllo
La
Corte dei Conti ha il compito di accertare i danni cagionati
allo Stato o altro ente pubblico dai suoi agenti e condannare i
responsabili al risarcimento. E' un organo di controllo che verifica
come sono spesi i nostri soldi, le tasse che paghiamo. Gli amministratori
pubblici e i politici stanno impiegando tutto il tempo di questa legislatura a
mettere sotto controllo i loro controllori. Dopo la
magistratura ordinaria ora tocca alla Corte dei Conti.
Vizzini,
presidente della Commissione affari costituzionali, ha inserito un emendamento
nella legge Brunetta. Vizzini non ha un minuto per esaminare la proposta di
legge "Parlamento
Pulito" firmata da 350.000 cittadini italiani, ma il tempo per un
emendamento per salvare il culo ai suoi colleghi lo trova sempre. L'emendamento
porcata di Vizzini mette i magistrati della Corte dei conti sotto il
controllo dei politici. Potranno fare ciò che vogliono dei nostri soldi con la
sicurezza che nessuno li controllerà.
Qualcuno parla di dittatura morbida o di nuovo fascismo, niente di tutto questo.
Questi pensano solo ai soldi. I nostri portafogli sono la loro
magnifica ossessione. Il CSM sotto controllo, la Corte dei Conti sotto
controllo, la Corte di Cassazione con Carnevale, l'informazione sotto controllo,
il Parlamento sotto controllo. Belin, questi o sono malati o hanno molto
da perdere.
Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.
"Partiamo dal fatto che i controlli sono sempre di meno, a volte ci sono dei
controlli alle amministrazioni comunali, su quelle regionali eccetera, che
adesso sono spariti, e la Corte dei conti è rimasto l'ultimo
grande baluardo contro un certo tipo di sprechi. Non che funzioni bene! Costa
tantissimo, cinque volte di più della Corte dei conti spagnola tanto per
capirci, in alcune parti del Paese funziona decisamente male, però nonostante
tutto è comunque un organo di controllo che argina alcune porcherie.
Si occupa un po' di tutto: dalla Croce rossa alle Regioni ai Comuni eccetera. E'
successo che come tutti gli organi della magistratura, ordinaria,
amministrativa, Tar e Consiglio di Stato, anche la Corte dei conti ha un
organismo di autogoverno proprio per essere sottratta, come le altre
magistrature, al controllo e alle interferenze della politica.
Tradizionalmente e per legge, questo organo di autogoverno è presieduto da un
presidente che viene scelto dalla politica, questo è vero, ma dentro una terna
di proposta da un organo di autogoverno che equivale al CSM, per capirci, della
magistratura ordinaria. Il consiglio di presidenza dava una terna e il governo
sceglieva chi voleva all'interno di questa terna. Ora è chiaro che se tu vai a
cambiare la composizione del consiglio di presidenza nel suo insieme, il
consiglio di presidenza più politicizzato darà una terna diversa di quella ce
dava prima, in cui il governo, di fatto, avrà modo di scegliere il suo preferito
in maniera più diretta di prima. Ed è esattamente quello che sta succedendo.
Con un emendamento inserito nella legge Brunetta, direttamente proposto
direttamente dal presidente della Commissione affari costituzionali
Carlo Vizzini, ex ministro social democratico oggi in Forza Italia, si
vorrebbe stravolgere il Consiglio di presidenza e quindi ridurre i magistrati
eletti dai propri colleghi da dieci a quattro, quindi più che
dimezzati! In questo modo avrebbero sempre più peso i vertici e avrebbero più
peso gli eletti dal Parlamento perché a quel punto sarebbero quattro magistrati
eletti dai colleghi, due esperti piazzati là dal Senato, due esperti piazzati là
dalla Camera, perciò POLITICI, più i vertici della Corte dei conti, più il capo
di gabinetto e il segretario, e di fatto parliamo di funzionari, sia pure fra
virgolette, lo dico, che sarebbero più esposti, diciamo così, alle interferenze
della politica. Questo è il giochino.
Contemporaneamente il presidente del Consiglio di presidenza e della
Corte dei conti (perché le cose coincidono) avrebbe un sacco di poteri
in più e di fatto diventerebbe il dominus di tutta la situazione. La cosa a quel
punto diventerebbe particolarmente grave perché fra le attribuzioni che
verrebbero date al presidente, che solo lui da solo (!!) da solo può decidere,
se dare o non dare quell'incarico extragiudiziale, il che vuol
dire incidere direttamente sui soldi, sullo stipendio, sulla carriera dei
magistrati della Corte dei conti. Se un magistrato fosse chiamato a fare il capo
di gabinetto alle corti di un ministro può cumulare i due stipendi: lo stipendio
di magistrato della Corte dei conti e lo stipendio di capo di gabinetto,
senza più il tetto massimo di 289 mila euro che era stato deciso dal
governo Prodi per gli alti dirigenti ministeriali. Il che vuol dire che
concedere o non concedere di fargli fare il capo di gabinetto, gli cambia il
reddito di 200, 300, 400 mila euro l'anno. Il che significa essere padrone della
sua carriera. Contemporaneamente è sempre il presidente del Consiglio di Stato e
della Corte dei conti che decide quale magistrato Tizio piuttosto che Caio può
fare un arbitrato. Il che vuol dire che siccome facendo
l'arbitrato puoi guadagnare anche mezzo milione di euro o addirittura un milione
di euro se l'arbitrato è particolarmente sontuoso, ancor di più incidere sulla
carriera dei sottoposti. Il che vuol dire che il presidente del Consiglio di
presidenza diventa di fatto il padrone dei sottoposti. E
questo, siccome questo è un Paese in cui tutti teniamo famiglia, vuol dire che
di fatto, il presidente del Consiglio di stato diventa il padrone di tutto,
decide lui a chi dare o a chi non dare le inchieste, decide lui su cosa puntare,
se sulla corruzione piuttosto che su altre cose... Insomma la Corte dei
conti, di fatto, finirebbe sotto il controllo del governo. Ci si dirà
che all'estero succede di continuo! In America è vero che i magistrati, i capi
della polizia eccetera vengono scelti dalla politica. Però l'America è un paese
diverso in cui c'è della gente che pur essendo scelta da questo o quel politico,
se poi lo deve mettere in galera lo sbatte in galera. Purtroppo questo non è,
diciamo così, nelle tradizioni del nostro paese per cui di tutto ciò c'è da
essere molto molto molto diffidenti." Gian Antonio Stella
http://www.beppegrillo.it
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