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13/02/2009 Internet in Italia: come Cina e Birmania (http://www.antoniodipietro.it)

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Il Senato, con voto contrario dell’Italia dei Valori, ha approvato l'articolo 50-bis del Ddl n° 773, un emendamento del senatore Udc Gianpiero D’Alia al pacchetto sicurezza varato dal governo.

L’emendamento avvia “la repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet”. Nei fatti, se approvato, permetterà di reprimere la libertà di espressione e di opinione in Rete (approfondimento nell’articolo di Punto Informatico ).
Il reato di apologia e istigazione a delinquere è già previsto e punito dalla legge, chiunque ne venga accusato oggi viene processato e, se colpevole, condannato. D’Alia e i suoi mandanti non vogliono attendere il processo, né la sentenza, vogliono emettere subito il verdetto di colpevolezza obbligando i provider ad oscurare da subito il sito. Poi, chi se ne frega del processo.

Un emendamento antidemocratico e incostituzionale che cancellerà l’informazione in internet in un soffio equiparando l’Italia alle uniche due nazioni al mondo che hanno queste restrizioni: Cina e Birmania.
L’emendamento sotto il pretesto di chiudere le porte a siti come You Tube e Facebook in cui sparuti gruppi di fanatici “inneggiano” a Raffaele Cutolo e Salvatore Riina, nasconde ben altri obiettivi. Quello di oscurare l’ultimo tassello dell’informazione, internet, che sfugge al controllo diSilvio Berlusconi monopolista dell'informazione privata e di Stato.
Mi domando perché non oscurare le reti Mediaset visto che inneggiano ad un assassino come Vittorio Mangano. Oppure perché non sciogliere la Lega di Umberto Bossi che istiga i padani ad armarsi di fucili contro “Roma ladrona” da cui i suoi dirigenti prendono un lauto stipendio.

Se questo golpe non si arresterà alla Camera scenderemo in tutte le piazze d’Italia. E ci rimarremo.

Se l’emendamento D’Alia divenisse legge il mio blog, quello di Marco Travaglio, di Beppe Grillo, di Byoblu, di Daniele Martinelli, di Piero Ricca e di migliaia di altre voci libere della Rete, sarebbero oscurati. Questo è l’effetto, ed il vero obiettivo, di quell’emendamento carogna, ed il senatore D’Alia non lo nasconde (come potete capire dal video di un internauta che riporto).

12/02/2009 Appello all'Europa (http://www.antoniodipietro.it)

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Oggi a Bruxelles ho partecipato ad un seminario sulla giustizia organizzato dal gruppo liberaldemocratico ed ho illustrato in una conferenza stampa le linee guida dell’Italia dei Valori per le prossime elezioni europee. Pubblico il video ed il testo del mio intervento.

"Credo che le istituzioni europee, a cominciare dalla Corte di Giustizia, la Commissione ed il Parlamento europeo, possono fare ciò che non riesce a fare il Parlamento italiano: fermare le leggi ad personam del Presidente del Consiglio, fermare il bavaglio all'informazione e fermare la denigrazione dei magistrati. Sono tutte attività che in Italia il Presidente del Consiglio ed il suo governo stanno portando avanti per un progetto dittatoriale. In Europa vogliamo far presente che c'è una giustizia e un’uguaglianza dei cittadini che questo governo non può distruggere.
L'Italia dei Valori, che partecipa oggi alla manifestazione per la difesa della Costituzione, sin dal primo giorno del governo Berlusconi ha fatto presente che con un Parlamento che viene nominato da alcuni leader, con un Parlamento che non può fare leggi se non approvare i decreti legge del governo, con un Capo dello Stato a cui viene impedito di portare avanti le proprie decisioni, con una magistratura denigrata, offesa, con la possibilità ad ogni imputato di rifiutare il proprio giudice se non gli piace, e con un organo d'informazione, soprattutto pubblica, totalmente imbavagliata anch'essa, tanto che in queste ore si sta nominando un Consiglio d'amministrazione come lottizzazione e spartizione tra i partiti, se questa non è dittatura ne è l'anticamera.
Noi stiamo cercando di mettere un argine, una diga, prima che sia troppo tardi.


http://www.antoniodipietro.it
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