Ancora di informazione vi voglio parlare, proprio perché la
disinformazione continua e la democrazia è sempre più a
rischio.
Voglio partire da un paio di esempi. Tutti i giornali, i più blasonati, e mi
riferisco a quei giornali che non hanno trovato neanche lo spazio di mettere in
prima pagina che il complice di Berlusconi, tale David
Mills, è stato condannato ad alcuni anni di carcere per essere stato
corrotto per conto di Silvio Berlusconi, Presidente del
Consiglio. Questi giornali sono cosi “impegnati in altre faccende”, che non si
accorgono che il complice del Presidente del Consiglio è stato condannato per un
fatto in concorso con quest'ultimo e che la settimana scorsa hanno trovato modo
di mettere in prima pagina “Angelo Rizzoli assolto”.
Chi è Angelo Rizzoli? E' colui che è il proprietario del Corriere
della Sera, un signore che 26 anni fa è stato arrestato per
bancarotta fraudolenta per aver occultato, dissipato, o distratto dalla
loro destinazione 85 miliardi di lire, di allora. Ieri, dopo 26
anni, tutta la stampa scrive “assolto”. Tutti a far interviste, nelle quali
Rizzoli dichiara di uscirne pulito dopo 26 anni di persecuzione, “il marchio di
infamia di bancarottiere era tutto fumo”, “hanno distrutto la mia vita”,
insomma, una vittima di questi “cattivissimi giudici”.
Mi sono preso la briga, insieme a pochi altri tra cui
Marco Travaglio, di andare a leggere la motivazione, ed ho scoperto che, in
realtà, la Cassazione lo ha assolto non perché il fatto non sussista o perché
non ha commesso il reato, ma perché la bancarotta patrimoniale societaria in
amministrazione controllata è stata depenalizzata dal 2006,
perché il governo Berlusconi ha fatto si che quello che prima era reato non è
più reato, insomma, lo ha sbianchettato.
Rizzoli non dovrebbe accendere un cero a Sant'Antonio, ma a
San Silvio. Da qui a dire che sono stati 26 anni di
persecuzioni, semplicemente perché si è trovato il nuovo modo per non fare
reati, ossia non far diventare reato quello che prima lo era, ce ne passa. E'
come dire “uno è un ladro perché ruba sempre”, e ci sono tre modi perché uno non
sia più ladro: che la smetta, che vada in galera o che non esista più la legge
che punisce il ladro. Ecco, in questo caso è stata scelta la terza, non
esiste più la norma che punisce il ladro.
Lo dico perché bisogna riflettere su che cosa succede quando si fanno le
leggi ad personam, che furono fatte perché servivano agli amici del
Presidente del Consiglio e che adesso si estendono a fatti cosi
complessi di questo signore, che aveva a che fare con la P2 e
che aveva consegnato le redini di un giornale cosi importante a personaggi della
stessa P2.
Lo dico perché nessun giornale sta parlando in queste ore di un altro caso:
il caso della famiglia Mastella, per cui pochi giorni fa il
Tribunale di Napoli ha chiuso le inchieste e ha recapitato, a coloro che sono
indagati, l'avviso di chiusura indagini, che può seguire poi alla richiesta di
rinvio a giudizio. Tra questi ci sono lo stesso Mastella e la signora
Lonardo. La cosa simpatica è che Mastella è candidato per il Pdl, la
moglie è presidente della Giunta regionale in quota Pd, ed entrambi sono nello
stesso partito, l'Udeur. Quindi, l'Udeur sta con un piede dalla
parte del Pdl e con l'altro dalla parte del Pd, mentre quest'ultimo sta a
guardare. Sarei davvero curioso di sapere cos'ha da dire il neosegretario del Pd,
Dario Franceschini, su questo punto. Certo è che per queste due
persone, insieme ad altre ed a esponenti dell'Udeur, sono state chiuse le
indagini per una serie di reati. Anche di questo non è stata data alcuna
notizia.
Qual'è la morale della favola? Fanno notizia le
archiviazioni, non fanno notizia le imputazioni. Fanno più notizia le
archiviazioni dello scandalo Saccà-Berlusconi che la condanna
di Mills perché corrotto da Berlusconi. Questa stampa che funzione ha?
Quella di informare i cittadini che ci sono delle persone dalle quali stare in
guardia o di far credere ai cittadini che da queste stesse persone dalle quali
bisogna stare in guardia sono delle brave persone?
Credo che bisogna riflettere su questi temi e, proprio per questa ragione,
prima di andare a votare la prossima volta occorre conoscere nome e
cognome delle persone, non tanto i partiti d'appartenenza.
http://www.antoniodipietro.it
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