Fini e la marijuana
Le sostanze ad amsterdam 2
Le sostanze ad amsterdam
Come la marijuana e diventata ...
Carlo Giovanardi ha risposto alla mia lettera aperta sulla
cannabis
e lo ringrazio, di solito i politici tacciono o denunciano.
Ripeto però quanto
ho già scritto in precedenza. La cannabis non va equiparata alle
droghe pesanti. A chi ne fa uso personale non dovrebbe essere erogata una
pesante sanzione economica e tolti "esclusivamente" la patente, il
passaporto, il porto d'armi. Senza patente e passaporto spesso
non si può più lavorare. Chi coltiva per uso personale una piantina di cannabis
(cosa significa: "coltivazione di lieve entità"?) non va
trattato a priori come uno spacciatore a meno che non sia provato in un
tribunale italiano. Un incensurato non può essere sbattuto in galera per poi
morirci. Per quanto riguarda
Bianzino e
Frapporti, deceduti in carcere appena arrivati, sono persone che non
possono più difendersi. Sono morti. Nessuna sentenza definitiva
di colpevolezza, mi risulta (o forse sbaglio?), è mai stata emessa nei loro
confronti. Quando un politico è condannato in primo grado è
innocente fino alla Cassazione, spesso viene prescritto, ma intanto continua a
rimanere in Parlamento. Un povero diavolo che diritti ha?
Per finire, non è possibile che esistano su un tema così delicato e
transnazionale come la droga leggi in totale contrasto tra loro in
Europa. In Olanda si fuma, legalmente, uno spinello nei locali
pubblici. In Italia la marijuana è considerata diabolica. Una direttiva europea
alla quale si uniformino i vari Stati contribuirà a far chiarezza
sulle reali conseguenze della cannabis.
"Caro Grillo,
rispondo volentieri alla sua lettera aperta. Devo subito ribadire per la
millesima volta che, al contrario di quanto da lei affermato, in Italia non è
reato penale utilizzare droghe, come risulta chiaramente dalla legge specifica
in materia, e che nessuno è mai stato perseguito penalmente per il consumo
personale ma esclusivamente per traffico, spaccio o condotte ad esso collegate o
coltivazione.
A chi fa uso personale di droga viene esclusivamente erogata una sanzione
amministrativa con ritiro della patente, del passaporto e del porto d’armi. Non
si capisce pertanto cosa lei voglia dire quando chiede di depenalizzare una
fattispecie che nel nostro ordinamento è già stata da tempo depenalizzata.
Non si ritiene assolutamente necessario inoltre riaprire alcun dibattito sulla
normativa in vigore, cosi come è emerso anche molto chiaramente dalla V
Conferenza Nazionale sulle droghe di Trieste, dove tutti gli operatori riuniti
hanno indicato, politici dell’opposizione compresi, che stante la gravità del
fenomeno e della diffusione fosse meglio concentrarsi e coordinarsi tutti, in
uno sforzo comune, sui reali problemi della lotta alla droga, in sinergia e
fuori delle sterili e strumentali polemiche sulla legge, orientando soprattutto
i nostri sforzi alla prevenzione dell’uso di qualsiasi tipo di droghe.
Per quanto riguarda le pene previste per la coltivazione non autorizzata di
cannabis, si ricorda che la pena per la coltivazione di lieve entità è la
reclusione da uno a sei a anni e la multa da euro 3.000 a euro 26.000 e non,
come da lei riferito, con la reclusione da 6 a 20 anni e con la multa da euro
26.000 a euro 260.000. Tali pene sono previste invece per quantitativi più
considerevoli, commisurando appunto la pena al reato.
Ricordo inoltre che la pena può essere convertita in misure alternative se
l’arrestato è anche tossicodipendente, prevedendo, quindi, l’uscita dal carcere
per intraprendere idonei trattamenti. La coltivazione di cannabis non
autorizzata è reato anche in Olanda come in Italia.
Relativamente ai due casi da lei segnalati di persone decedute in carcere, va
chiarito che dopo opportune verifiche con i magistrati di competenza, e per
quello che risulta agli atti, le persone arrestate, da lei menzionate, non erano
in carcere per consumo di droga o per il possesso di modiche quantità di
marijuana, bensì erano state arrestate, sulla base dell’art. 73 del DPR 309/90 e
s.m., in quanto ambedue le persone furono colte in flagranza di reato.
Nello specifico, per quanto riguarda Aldo Bianzino, risulta agli atti che
l’arresto avvenne “nella fragranza del reato di detenzione a fini di spaccio
di sostanze stupefacenti”. All’interno della sua abitazione, infatti, sono
stati rinvenuti circa 2 kg di marijuana, n. 15 involucri di carte per il
confezionamento e circa 2 g di hashish. Inoltre, in un piccolo pezzo di terreno
di proprietà del sig. Bianzino, venivano inoltre rinvenute n. 103 piante di
marijuana. Purtroppo, il processo a carico dell’imputato non si è potuto
celebrare per l’avvenuto decesso in carcere, sulle cause del quale è ancora
aperta un’inchiesta.
Analoga situazione è stata riscontrata per il sig. Stefano Frapporti per cui,
dopo una perquisizione domiciliare, sono stati ritrovate quantità di hashish e
marijuana in dosi già preparate, bilancino per la preparazione di tali dosi,
arnesi e materiali per il confezionamento, denaro in contanti. Oltre a questo,
erano state documentate anche attività di spaccio sul territorio. Anche in
questo caso, purtroppo, si trattava quindi di un arresto in seguito ad attività
documentata di spaccio.
Converrà con me che questi dolorosissimi episodi di decesso o suicidio in
carcere non dovrebbero mai avvenire, ma purtroppo non ho mai avuto molta
solidarietà quando ho ripetutamente segnalato la necessità di evidenziare che la
custodia cautelare debba essere un’eccezione rispetto alla regola di scontare la
pena in carcere, quando un giudice terzo arrivi con ragionevole rapidità ad una
sentenza di condanna.
La saluto con la speranza che si voglia affiancare a noi nell’indicare ai
giovani e ai meno giovani la pericolosità per loro e per gli altri dell’uso di
qualsiasi tipo di droghe e della necessità di non utilizzarle in nessun caso.
Cordialmente. Sottosegretario di Stato." Avv. Carlo Giovanardi
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