Sommario della puntata:
Le mie scuse a Renzo Bossi
La Consulta non si esprima sulle conseguenze politiche
Craxi, in odore di avviso di garanzia, non diventò Presidente
del Consiglio
Il Lodo serve solo a Berlusconi, come ha dimostrato "Il Fatto"
La multa di 750 milioni di euro a Fininvest
Tre ragioni per bocciare la legge Alfano
Testo:
Buongiorno a tutti, oggi parliamo del Lodo Alfano o Al nano, perché domani la
Corte Costituzionale comincia a esaminarne la costituzionalità, la
legittimità costituzionale o meno, in seguito ai ricorsi presentati da due
tribunali: il Tribunale di Milano in due processi che riguardano Silvio
Berlusconi e il G.I.P. del Tribunale di Roma, in merito a un altro processo che
riguarda Silvio Berlusconi, ossia quello per la presunta compravendita di
Senatori del centrosinistra, “ Affare Berlusconi /Saccà”, per intendersi. Sono
tutti processi congelati in attesa che la Corte Costituzionale dica se anche il
Presidente del Consiglio è sottoposto alle leggi del suo Paese, oppure se ne è,
come stabilisce il Lodo Alfano, immune.
Le mie scuse a Renzo Bossi
Prima, però, di addentrarci, vorrei rendere giustizia a Renzo Bossi: quando
si sbaglia bisogna correggersi e quindi il suo Avvocato mi ha fatto notare che
ho commesso uno svarione; nel Passaparola dell’11 maggio, quello intitolato “
Zoo Italia”, avevo raccontato che un Europarlamentare della Lega Nord si era
portato al Parlamento europeo come assistente parlamentare un figlio di Bossi e
questo è vero, solo che avevo sbagliato il nome del figlio e, invece di dire
Riccardo, avevo detto Renzo.
Avevo detto, per la verità, il primogenito e quindi
il primogenito non è Renzo, però ho sbagliato nome, c’era la R in tutti e due e
conseguentemente, dato che in quel periodo si parlava molto di Renzo per le sue
vicende scolastiche e per il suo lancio del mondo della politica, avevo detto il
suo nome invece di quello di suo fratello, quindi do volentieri atto di aver
commesso un lapsus e che Renzo non ha mai fatto parte del Parlamento. Leggo
quello che mi chiede di leggere l’Avvocato Matteo Iato: “ con riferimento alle
affermazioni contenute nel video intitolato “ Zoo Italia” dell’11 maggio 2009,
relative a Renzo Bossi, si precisa che le stesse non corrispondono al vero, in
quanto Renzo Bossi non ha lai lavorato presso qualsivoglia ufficio del
Parlamento europeo, neanche quale assistente accreditato dell’Europarlamentare
Francesco Speroni e, pertanto, Renzo Bossi non è mai stato beneficiario della
retribuzione mensile di 12. 000 Euro - che è quella prevista per gli assistenti
parlamentari - né di altra retribuzione da detto ufficio”.
Tanto dovevo a Renzo
Bossi e al suo Avvocato, penso che sia assolutamente sacrosanto chiedere scusa,
quando si commette un errore: soprattutto quando l’errore è, ovviamente, in
totale buona fede e è frutto di uno scambio di persona.
La Consulta non si esprima sulle conseguenze politiche
Detto questo, parliamo del Lodo: parliamo del Lodo perché circolano, sui
giornali, varie indiscrezioni sugli orientamenti che starebbero dividendo la
Corte Costituzionale; c’è chi dice che ci sono cinque giudici pro, cinque
giudici contro e cinque incerti, insomma fanno il Toto - Lodo in Parlamento in
queste ore.
Abbiamo già parlato della vergogna dell’avvocatura dello Stato, che
è andata a sostenere non la legittimità costituzionale del Lodo, ma la necessità
politica del Lodo in quanto, se il Lodo non fosse confermato e saltasse,
Berlusconi tornerebbe imputato e conseguentemente dovrebbe dimettersi,
crollerebbe il governo, sarebbe un cataclisma. Qualcuno dirà “ magari!”: certo,
ma non è quella la sede per discutere degli effetti dell’incostituzionalità del
Lodo, alla Corte dovrebbero discutere la costituzionalità o meno del Lodo, gli
effetti sono poi affare della politica, degli elettori, del Parlamento, del
governo, del capo dello Stato. Lì devono stabilire se il Lodo è o meno
costituzionale, se la legge è uguale per tutti, oppure per tutti tranne quattro,
se tutti siamo uguali di fronte alla legge oppure tutti tranne quattro: anzi,
tranne uno, perché poi l’unico che ne ha bisogno e che se ne avvale è appunto
l’utilizzatore finale, il solito Presidente del Consiglio.
Con un assist meraviglioso, l’altro giorno Rutelli ha dichiarato che, se il Lodo
dovesse decadere, allora ci sarebbe spazio per un governo istituzionale: oltre a
essere una grandissima sciocchezza, questo è anche un grande regalo a Berlusconi,
perché è proprio quello che sta cercando di fare Berlusconi, spaventare la Corte
dicendo “ se voi bocciate il Lodo vi assumete la responsabilità di un crollo del
governo e di un cataclisma politico in un clima di incertezza”, visto che al
posto dell’attuale maggioranza non ce ne è un’altra pronta, l’opposizione -
chiamiamola così - è un’armata Brancaleone, che ancora l’altro giorno è riuscita
a salvare, grazie alle sue assenze, prima lo scudo fiscale in sede di verifica
della sua costituzionalità e poi lo scudo fiscale, in sede di votazione finale
alla Camera.
Quindi quest’opposizione, tra PD e Udc, si è presentata in ordine
sparso, l’unico che ha presentato le truppe quasi al completo - ne mancava uno
nell’ultima votazione: Misiti, tra l’altro un personaggio di cui credo non si
senta la mancanza - l’opposizione è quella roba lì, non è in grado di produrre
una maggioranza alternativa e conseguentemente spaventare la Corte è l’unica
strategia possibile da parte di chi ha fatto questo Lodo e sa benissimo di aver
violato la Costituzione, facendo questo Lodo.
Rutelli, come al solito, ha dato un assist a Berlusconi, accreditando l’idea
che, se viene bocciato il Lodo, Berlusconi cade: in realtà questo dovrebbe
succedere in ogni Paese democratico, ma avrebbe dovuto succedere non in virtù
della bocciatura del Lodo, avrebbe dovuto succedere nel momento stesso in cui
Berlusconi veniva sottoposto a un processo, ossia veniva rinviato a giudizio e è
buona norma che, almeno nel momento in cui si viene rinviati a giudizio per
accuse così gravi, certo non stiamo parlando di un divieto di sosta o - che ne
so? - di una frase, o di un insulto scappato in un momento di ira, stiamo
parlando di roba seria, stiamo parlando di corruzione di un testimone per
taroccare dei processi, stiamo parlando di corruzione di giudici - il processo
Sme è finito come sapete - stiamo parlando di falsi in bilancio, frodi fiscali,
appropriazioni indebite, tentata istigazione alla corruzione di Senatori,
insomma basterebbe una di queste vicende approdate alla richiesta di rinvio a
giudizio o al rinvio a giudizio, ossia approdate in quella fase nella quale il
giudice ha smesso di fare le indagini e ha attivato l’azione penale, la attiva
il Pubblico Ministero con la sua richiesta di rinvio a giudizio e, in quel
momento, l’indagato diventa imputato, conseguentemente è buona norma che, in
quella fase, chi svolge cariche pubbliche o funzioni pubbliche, si faccia da
parte proprio perché la Costituzione prevede un surplus di doveri, per chi
svolge incarichi pubblici (articolo 54, non vorrei sbagliare, ma mi pare di
ricordare che sia il 54), chi ricopre cariche pubbliche non è un cittadino
comune e deve anche esercitarle con disciplina e onore. Il che è abbastanza
incomprensibile.. incompatibile con una richiesta di invio a giudizio o con un
rinvio a giudizio per reati gravi.
Ma soprattutto, come dicevamo, in qualsiasi
altro Paese Berlusconi non sarebbe diventato neanche Presidente del Consiglio,
con quel popò di imputazioni, quindi il problema si sarebbe già dovuto porre a
monte, sull’incompatibilità di Berlusconi Premier con i sui processi: un capo
dello Stato che si rispetti non gli avrebbe neanche dato l’incarico.
Craxi, in odore di avviso di garanzia, non diventò Presidente del Consiglio
Non dimentichiamo che nel 92 Scalfaro, ben altro Presidente della Repubblica,
quando si parlava di un avviso di garanzia a Craxi, che però non l’aveva ancora
ricevuto, nel maggio del 92 Scalfaro non diede l’incarico a Craxi, nonostante
che i partiti della maggioranza, appena confermata dalle elezioni dell’aprile
92, gli avessero confermato una sia pur risicata maggioranza al partito, ebbene
Scalfaro non diede l’incarico a Craxi perché avrebbe potuto essere sfiorato da
un avviso di garanzia e diede l’incarico a Giuliano Amato, che faceva parte
dello stesso partito e della stessa maggioranza, ma non era coinvolto,
personalmente almeno, in questioni di finanziamenti illeciti o corruzioni.
Conseguentemente avrebbe dovuto essere il capo dello Stato, con la sua
sensibilità istituzionale, a optare per un altro esponente del centrodestra di
stretta fiducia di Berlusconi, che non avesse dei processi: insomma, qualcuno
ancora ce l’hanno che non sia imputato o condannato, sempre meno, ma qualcuno ce
l’hanno. Da Tremonti a Fini nessuno avrebbe trovato niente da eccepire.
E’ già
tutto avvenuto, Berlusconi è già diventato Presidente del Consiglio da imputato,
è imputato praticamente da 15 anni e quindi non si capisce quale sarebbe la
novità se tornasse a essere imputato dopo l’eventuale bocciatura della legge
Alfano. Tutto questo allarmismo che c’è intorno alle dimissioni di Berlusconi è
totalmente infondato sia perché l’esperienza ci insegna che lui da imputato non
si dimette, sia perché l’esperienza ci insegna che nessuno gli ha mai chiesto di
dimettersi in quanto imputato, salvo Di Pietro, che io ricordi non c’è nessun
altro che abbia detto che Berlusconi si deve dimettere. Quindi Berlusconi, se
verrà bocciato il Lodo Alfano, farà la solita gazzarra per qualche giorno e poi
resterà al suo posto, continuando a fare il Premier e l’imputato come ha sempre
fatto nei cinque anni del suo secondo governo, dal 2001 al 2006, quando era
sotto processo e non ha mai pensato di dimettersi. Tentò anche all’epoca di
salvarsi con uno scudo, il Lodo Maccanico /Schifani, lo scudo durò sei mesi:
dall’estate del 2003 al gennaio del 2004, la Corte glielo bocciò, lo ritrascinò
in Tribunale e lui continuò a fare il Presidente del Consiglio e l’imputato,
quindi abbiamo anche il precedente specifico; Berlusconi, se torna imputato, non
si dimette. Conseguentemente non si capisce di quale allarme per la caduta del
governo si stia parlando in questo momento: è un modo per condizionare la Corte
Costituzionale e purtroppo, a avere interesse che la Corte Costituzionale
confermi il Lodo, non sono soltanto Berlusconi e la sua ristretta cerchia, ma è
anche il Quirinale, perché quest’ultimo verrebbe a subire un gran ceffone dalla
Corte Costituzionale, visto che molti giuristi, addirittura 100
costituzionalisti, compresi quattro o cinque ex Presidenti della Corte
Costituzionale, avevano detto, in un famoso appello, che il Lodo era
incostituzionale in forma palese, ictu oculi, al primo sguardo, incompatibile
con l’articolo 3 della Costituzione e quindi c’erano tutti gli elementi affinché
il capo dello Stato lo respingesse al mittente con un messaggio motivato alle
Camere, come prevede la Costituzione.
Il capo dello Stato non volle respingerlo,
non respinge mai nulla, ha firmato tutto in questo anno e mezzo di terzo governo
Berlusconi, ancora l’altro giorno ha firmato lo scudo fiscale e ci ha anche
fatto sapere, redarguendo severamente un cittadino che aveva osato fare il
cittadino, cioè chiedergli spiegazioni, che tanto è inutile respingere le leggi
costituzionali, perché tanto Berlusconi le ripresenta uguali. Pensate che
argomentazione poderosa! C’è un potere della Costituzione che consente, anzi
impone al capo dello Stato, nel caso in cui la legge sia manifestamente
incostituzionale, di rimandarla indietro, ma lui ci fa sapere che non le rimanda
indietro perché tanto gliele ripresenterebbero uguali.
Beh, almeno farebbe
sapere che lui non c’entra, almeno farebbe sapere che lui ha provato a difendere
la legalità e la Costituzione! Ciampi- per non parlare di Scalfaro e di altri
loro predecessori- ha respinto leggi costituzionali, a volte il governo, per non
scontrarsi con il Quirinale o la maggioranza, è stato costretto a riformarle e a
migliorarle un po’, altre volte le ha ripresentate uguali e così si è legato il
cappio al collo: è avvenuto, per esempio, con la Legge Pecorella, quella che
aboliva l’appello per il Pubblico Ministero contro le assoluzioni e le
prescrizioni, ma non aboliva l’appello dell’imputato contro la sua condanna in
primo o secondo grado. Una legge manifestamente di impar condicio, che infatti
Ciampi respinse, il Parlamento - maggioranza Berlusconi - gliela ripresentò
identica, Ciampi a quel punto non poteva più non firmarla, ma spianò a questo
punto la strada alla Corte Costituzionale, che fece a pezzi la Legge Pecorella,
che ovviamente è doppiamente incostituzionale, sia perché l’aveva detto il capo
dello Stato, supremo garante della Costituzione, che poi perché l’ha stabilito
ufficialmente, dopo il replay, la Corte. La stessa cosa poteva avvenire o con il
Lodo o con lo scudo fiscale, se si riteneva che fossero incostituzionali come
molti sostengono che fossero.
Da domani la Corte ha il compito di stabilire se il Lodo è o meno
costituzionale: non ha il compito di stabilire chi governa, anche perché, nel
caso eventuale in cui Berlusconi decidesse, in un impeto di.. come dire? In
un’illuminazione improvvisa di spirito istituzionale di dimettersi, non è che
andrebbe al potere la sinistra, che le elezioni le ha perse, per altro
giustamente, e che ha continuato a perderle anche nell’ultima tornata delle
elezioni amministrative e europee. Governerebbe il centrodestra con un altro
Presidente del Consiglio, che è perfettamente legittimo, nel senso che non siamo
un Paese dove viene eletto il Presidente del Consiglio: da noi viene eletto il
Parlamento, viene eletta una maggioranza che sceglie il suo Presidente del
Consiglio indicandolo al capo dello Stato, il quale può decidere liberamente se
prendere quel candidato della maggioranza o qualcun altro che gli piace di più,
perché è il capo dello Stato che nomina il Presidente del Consiglio e, su su a
indicazione, nomina i Ministri. Conseguentemente, se domani dovesse succedere
qualcosa per cui Berlusconi non ci fosse più, ci sarebbe un altro esponente del
centrodestra, che ha il diritto e direi anche il dovere di governare, visto che
è stato mandato al Parlamento e al governo per governare e per amministrare il
Paese.
La Corte di tutto questo non si deve minimamente occupare e, chiunque
parli di dimissioni o non dimissioni di Berlusconi, sta facendo un favore a
Berlusconi, perché sta caricando la Corte di un fardello che non è il suo: la
Corte deve prendere la Costituzione, prendere il Lodo Alfano, che tra l’altro
non è un Lodo - l’abbiamo già detto: Lodo vuole dire soluzione concordata tra le
parti e qui non c’è nulla di concordato con nessuno, qui c’è un signore che non
vuole farsi processare e che si fa una legge ad hoc; la Corte Costituzionale
deve prendere la Costituzione, prendere il Lodo Alfano - confrontarli e vedere
se stanno insieme, vedere se sono compatibili l’uno con l’altro.
Basta leggere
l’articolo 3, “ tutti i cittadini sono uguali dinanzi alla legge, senza
distinzione di posizione personale, sociale, questioni razziali, sessuali,
religiose, ideali” etc. etc. e, dall’altra parte, vedere se una legge che
stabilisce l’impunità per quattro alte cariche dello Stato è compatibile con
quell’articolo 3, questo deve fare la Corte Costituzionale.
Il Lodo serve solo a Berlusconi, come ha dimostrato "Il Fatto"
Tra l’altro quest’ultima sa, grazie a Il Fatto Quotidiano - permettetemi che
ci vantiamo delle poche cose buone che riusciamo a fare! - che quel Lodo non è
fatto per le quattro alte cariche dello Stato, ma per una, la più bassa, il
nanetto, perché? Perché le altre tre non hanno processi, o meglio ne aveva uno
Fini: ne aveva uno perché? Perché il Pubblico Ministero di Potenza, che adesso è
in trasferimento a Napoli, Harry John Woodcock , l’aveva querelato per delle
dichiarazioni sgangherate che Fini aveva fatto a Porta a Porta, quando aveva
detto che Woodcock doveva cambiare mestiere, perché non sapeva fare il
magistrato, quando Woodcock aveva messo sotto inchiesta la moglie di Fini, il
segretario di Fini e il factotum di Fini: ricorderete lo scandalo del portavoce
Sottile, che usava l’auto blu per scarrozzare le soubrette alla Farnesina e poi
è stato condannato per peculato in primo grado.
Ricordate la storia del
segretario di Fini, Proietti, che era stato beccato al telefono mentre parlava
di cliniche, di quote di cliniche etc. con la moglie di Fini, l’inchiesta poi
passò a Roma, non se ne è mai più saputo niente, come spesso avviene quando le
inchieste passano a Roma, ma in ogni caso quella era l’inchiesta che aveva fatto
infuriare Fini, il quale però, a mente fredda, doveva aver capito che
l’inchiesta era buona, perché infatti ha mandato via il suo portavoce Sottile e
poi si è separato da sua moglie, diciamo implicitamente ammettendo che forse
Woodcock non aveva tutti i torti.
Che cosa è successo la scorsa settimana? Che Il Fatto Quotidiano ha pubblicato
la notizia che i magistrati di Roma avevano congelato - diciamo - in un
cassetto, in freezer - i freezer della Procura di Roma sono sempre stati molto
capienti! - il processo per diffamazione a Fini, che era stato, nel frattempo,
rinviato a giudizio per aver diffamato Woodcock.
Ci siamo domandati su Il Fatto
- l’ha scritto Marco Lillo - ma è possibile? Fini aveva detto che non si sarebbe
avvalso del Lodo Alfano, che è rinunciabile, e non gli fanno il processo lo
stesso?! Non lo processano neanche se insiste per essere processato, ma cosa
deve fare questo povero Fini per farsi processare?! L’ha detto che non vuole
ricorrere al Lodo Alfano!
Allora abbiamo contattato l’Avvocatessa Giulia
Bongiorno, che assiste Fini in questo frangente e le abbiamo chiesto “confermate
di voler essere processati?” e lei ha detto “ certo!” e hanno chiesto proprio
alla Procura di Roma di sbloccare questo maledetto processo.
A questo punto, quando si è saputo ufficialmente che Fini chiedeva di essere
processato, ossia di essere spogliato dello scudo spaziale del Lodo, Woodcock ha
fatto un bel gesto e ha detto “ va bene, mi dichiaro soddisfatto, finalmente
abbiamo un esponente delle istituzioni che compie un gesto istituzionale,
finalmente abbiamo un politico che si comporta come si deve comportare chiunque
e quindi per me questo gesto è talmente istituzionale e talmente raro da
compensare ampiamente l’offesa che ho ricevuto quella volta a Porta a Porta.
Mettiamoci una pietra sopra, ritiro la querela a Fini”, dato che la
dichiarazione è procedibile soltanto a querela della parte lesa, se la parte
lesa ritira la querela il processo evapora. E questo secondo me è stato un bel
gesto: è stato un bel gesto perché ha consentito a Woodcock di fare capire che
lui non era andato a querelale Fini per un accanimento o per prendere dei soldi
e, dall’altra parte, ha fatto capire che anche Fini aveva fatto un bel gesto,
perché in fondo gli sarebbe bastato non dire niente e il Lodo lo avrebbe coperto
dalle conseguenze di quelle dichiarazioni sgangherate che spesso i politici
fanno, coprendosi poi con varie forme di immunità, insindacabilità o
invulnerabilità.
Da questa settimana, grazie a Il Fatto Quotidiano, sappiamo che
il Lodo serve solo a Berlusconi e basta e che quindi non è una legge generale
astratta, perché le leggi devono essere generali e astratte, devono servire in
astratto: no, questa è una legge particolare e concreta per dare l’impunità a
una sola persona. Berlusconi poi ci ha messo del suo, perché ha detto “ beh,
comodo Fini: Fini ha solo un processo per diffamazione, io invece ho pure le
corruzioni”.
Certo, per avere un processo di corruzione bisogna corrompere
qualcuno o essere corrotti da qualcuno, è difficile che un giudice si alzi la
mattina e inventi un processo per corruzione! Fini non ha mai corrotto nessuno,
non è mai stato corrotto da nessuno e quindi non ha processi per corruzione:
aveva, probabilmente, diffamato Woodcock, si è comportato in un certo modo e
adesso non ha più neanche quel processo lì.
Stabilito che questa è una legge particolare e concreta per l’impunità di
Berlusconi, stabilito che Berlusconi è anche andato a cena insieme all’autore di
quella legge con due giudici costituzionali che domani saranno chiamati a
decidere la costituzionalità di una legge, il cui autore va a cena con loro
accompagnato dall’utilizzatore finale, noi siamo in grado di farci un’idea: non
un’idea di quello che giudicherà la Corte, perché la Corte ce lo farà sapere
quando avrà deciso, ma un’idea sul fatto che, se la decisione fosse una
decisione tecnico /giuridica, non ci sarebbero possibilità di dubbio, il Lodo
Alfano sarebbe incostituzionale. Se invece dovessero subentrare altre
valutazioni di politica, di opportunità, il momento, “cade il governo, oddio
cosa succede?
Dobbiamo assumerci la responsabilità”, se entrassero queste
valutazioni - che non devono entrare - nel Palazzo della consulta beh, allora
ovviamente ci sarebbe l’uno, ci sarebbe il due e ci sarebbe l’x come esito
finale, anche perché i giudici già sanno, visto che l’hanno già assaggiato altre
volte, che arriverà il randello sulla loro testa, se oseranno mai dichiarare
incostituzionale una legge incostituzionale!
La multa di 750 milioni di euro a Fininvest
Leggete quello che hanno scritto e hanno detto i giornali, i telegiornali e
gli esponenti del centrodestra l’altro giorno, quando il giudice di Milano ha
finalmente stabilito il risarcimento per la Cir di De Benedetti, che venti anni
fa era stata derubata della più grande casa editrice italiana.
Ne abbiamo
parlato quest’estate, del fatto che sarebbe arrivata questa sentenza, lo
sapevano tutti: la decisione era.. il giudice era in fase di decisione da un
anno, un anno per decidere dopo un processo che era durato altri anni.
Hanno
scritto che questa è giustizia a orologeria: giustizia a orologeria rispetto a
cosa? Ci sono elezioni, ci sono.. che c’è? Quale è la ragione per cui non
avrebbero dovuto emettere questa sentenza in questo momento? Il fatto è che le
sentenze sfavorevoli a Berlusconi non devono mai essere emesse, fosse anche a
Capodanno o a ferragosto, fosse anche a Natale: perché? Perché sono sfavorevoli
a Berlusconi e i giudici non devono mai emettere sentenze sfavorevoli a
Berlusconi: quella di domani potrebbe essere la seconda in una settimana, quella
dell’altro giorno è stata sicuramente un’altra bella botta, perché sono 750
milioni di Euro e, del resto, stiamo parlando della più grossa casa editrice
italiana che è stata rubata alla Cir da un giudice corrotto e dai tre Avvocati
di Berlusconi, che l’hanno corrotto con soldi di Berlusconi.
Pensate a quanti
soldi avrebbe guadagnato il legittimo proprietario di quella casa editrice in
questi 20 anni, se non gli avessero rubato la casa editrice e quindi pensate a
quanto vale la Mondatori, più il lucro cessante, più le opportunità perdute da
un imprenditore che se la è vista scippare da una sentenza frutto di corruzione.
E pensate politicamente come sarebbe cambiato il Paese, se il principale gruppo
editoriale italiano non fosse stato nelle mani di Berlusconi, ma fosse stato
nelle mani di un gruppo editoriale critico nei confronti di Berlusconi.
Nell’89
/90 la Mondatori non solo passa di mano, ma passa dall’opposizione al Caf (Craxi,
Andreotti, Forlani), nelle mani del Caf di cui Berlusconi era il trombettiere
numero uno come editore e poi, quando diventa lui politico, la Mondadori diventa
il suo battaglione di combattimento. Chissà, senza la Mondadori, che cosa ne
sarebbe stato del Caf: magari sarebbe caduto prima! Che cosa ne sarebbe stato di
Berlusconi: magari non avrebbe vinto le elezioni, vista l’influenza che hanno i
gruppi editoriali sull’elettorato, oltre all’aspetto finanziario.
Tre ragioni per bocciare la legge Alfano
E allora concludo citando due o tre ragioni che Lorenza Carlassare, una
bravissima costituzionalista che insegna a Padova e che scrive su Il Fatto
Quotidiano, ha esplicitato per spiegare le ragioni del no al Lodo, ossia le
ragioni per le quali il Lodo è incostituzionale.
Dice, la Carlassare, su Il
Fatto: “ è vero che, bocciato un Lodo Alfano, se ne approva un altro modificato
e lo si manda immediatamente in vigore, come ha scritto Vittorio Feltri su Il
Giornale il 14 settembre?
Se così fosse, la Costituzione e le istituzioni di
garanzia non sarebbero che un’inutile farsa e l’ordinamento intero un vuoto
castello di carte smontabili a piacere- Feltri l’ha già detto, “ se lo bocciano
lo rifacciamo uguale”: sarebbe la terza volta, perché avevano già fatto il Lodo
Schifani /Maccanico; a piacere della maggioranza- si intende proprio il
contrario di ciò che esige il costituzionalismo, il cui obiettivo è porre limiti
al potere”, senti che bello: il costituzionalismo ha, come compito, quello di
porre limiti al potere.
“ Nessuno credo che potrebbe pensarlo, anche se è già
successo. Dichiarata incostituzionale la Legge Schifani nel 2004, nel 2008 è
stata approvata la Legge Alfano, sulla quale adesso la Corte Costituzionale è
chiamata a decidere. Nell’ipotesi, a mio avviso certa, che sia dichiarata
illegittima - la Carlassare si rifiuta di pensare che entrino in Corte
valutazioni politiche - il governo e la sua maggioranza potrebbero tentare per
la terza volta? Bisogna rispondere con fermezza che la riapprovazione di una
norma dichiarata illegittima non è consentita e dunque, se la Corte,
pronunciandosi sull’Alfano, menzionasse tra gli altri anche questo motivo, il
Presidente della Repubblica potrebbe, senza incertezze, non promulgare il Lodo
terzo, che Feltri ci ha annunciato.
Dove sta il problema? Il governo potrebbe
sostenere che la legge è diversa dalla precedente, come già oggi sostiene: in
giudizio e fuori il Ministro La Russa l’ha ribadito con vigore, affermando che
la Legge Alfano è stata costruita tenendo conto di tutti i rilievi mossi al Lodo
Schifani nella sentenza del 2004” e la stessa cosa, purtroppo, l’ha sostenuta
anche il capo dello Stato quando ha firmato, ha detto “ firmo il Lodo perché
recepisce le critiche della sentenza della consulta contro la Schifani”, ma non
è vero e infatti scrive, la Carlassare, che “ puntuali rilievi sul Lodo Schifani
sono stati bellamente ignorati nel Lodo Alfano: per esempio, la posizione di chi
presiede il Consiglio dei Ministri e le Camere non può essere differenziata da
quella degli altri membri del collegio.
Il Presidente del Consiglio non ha uno
status diverso da quello dei suoi Ministri e i Presidenti delle Camere non hanno
uno status diverso dai parlamentari: sono primi inter pares , ma non sono sopra
e conseguentemente non si vede perché loro siano immuni e gli altri no”.
Qualche
differenza comunque c’è: le alte cariche tutelate, invece di essere cinque come
nel Lodo Schifani, adesso sono solo quattro, hanno tolto il Presidente della
Corte Costituzionale. “Resta però immutato il vizio di fondo nel Lodo Alfano
come nel Lodo Schifani: la sospensione dei processi per i reati comuni anche
precedenti all’assunzione della carica deroga il principio della parità di
trattamento rispetto alla giurisdizione, di fronte al quale non può prevalere
l’esigenza di tutelare il sereno svolgimento delle funzioni pubbliche - questa è
la scusa, no?
Non bisogna distrarre Berlusconi perché sta lavorando per noi -
quell’esigenza, pur apprezzabile, si scontra infatti con valori fondamentali di
superiore livello: il proprio della parità di trattamento di fronte alla
giurisdizione è alle origini della formazione dello Stato di diritto; la
continuità tra le due leggi è chiara, di sereno svolgimento delle funzioni si
parla nella relazione del Ministro Alfano, come si parlava a proposito della
Legge Schifani, che è stata respinta dalla Corte Costituzionale, la quale ha
detto che “ la sospensione dei processi, disposta durante il mandato,
corrisponde al periodo di tempo che legislatore ha ritenuto sufficiente per
consentire alla persona che riveste l’alta carica di organizzarsi per affrontare
contemporaneamente gli impegni istituzionali di un eventuale nuovo incarico e il
processo penale””.
Questa, scusate, non è la sentenza della Corte: questa è la
tesi dell’avvocatura dello Stato, che difende non lo Stato, ma Berlusconi. E
allora come si fa a evitare che chi ricopre un’alta carica sia distolto dai suoi
compiti di difendersi in sede penale? Basta concordare il calendario delle
udienze: del resto Berlusconi non è mai andato alle sue udienze, salvo quando
doveva fare le dichiarazioni spontanee. E’ quello che scrive la Procura di
Milano.
“Vero è che l’effettiva e esclusiva finalità perseguita dalla Legge Alfano non è
tanto quella di consentire all’Onorevole Berlusconi di organizzare le sue
difese, ma di consentirgli di difendersi dal processo per frode fiscale e dal
processo per corruzione in atti giudiziari.
La Legge Alfano fu voluta dallo
stesso Berlusconi per ritardare la celebrazione dei suoi processi penali. La
Legge Schifani mirava a ritardare la celebrazione del processo Sme, la Legge
Alfano - scrive sempre la memoria della Procura di Milano - mira a ritardare la
celebrazione di almeno altri due processi, il processo Mills e il processo
Mediaset” e adesso arriva pure il processo Mediatrade.
“ Lascia infine perplessi l’argomento - scrive la Carlassare - dell’avvocatura
dello Stato che, qualunque sia il reato contestato, attinente o estraneo alle
funzioni pubbliche, è la pendenza del giudizio a far sorgere il problema. Che un
Presidente sia accusato di un reato grave e infamante non fa già sorgere il
problema?”, domanda la costituzionalista, “ i mesi di comunicazione dai quali le
notizie sono presentate nelle forme che suscitano maggiormente la curiosità del
pubblico, utilizzando formule suggestive - perché questa è l’altra ragione
accampata dall’avvocatura dello Stato, “i giornali ne parlano, se Berlusconi va
sotto processo, eh, già, ne parlano!
E’ un brutto affare la libertà di stampa”!
- scrive “ queste cronache giornalistiche non sono una fissazione dei
giornalisti, è che sono messe in moto dalle accuse gravi che pendono su
Berlusconi, e non è che spariscano, quelle accuse, solo perché il processo è
congelato dal Lodo, la stampa ha il dovere di parlarne anche se il processo è
sospeso, di quelle gravi accuse, perché il problema sono le accuse a Berlusconi,
non è il fatto che lui sia o meno, in questo momento, sotto processo.
Quindi la
sospensione non serve neanche al sereno esercizio delle funzioni, tant’è vero
che, nella sentenza della Corte sul Lodo Schifani, era giudicato contrario al
diritto di difesa, questo proprio di sospendere i processi alle alte cariche,
perché non prevedeva la rinuncia dell’accusato alla sospensione per ottenere
l’accertamento giudiziale che egli può ritenere a sé favorevole.
E poi -
conclude la Carlassare - per chi ricopre un’alta carica sarebbe conveniente
affrettare i tempi del processo, dimostrare la propria innocenza e esercitare la
funzione finalmente sereno, sempre - si intende - che innocente lo sia davvero”.
Mi pare un’ottima precisazione.
Speriamo di ritrovarci qua lunedì prossimo a
commentare una bella sentenza della Corte che ci faccia sentire ancora cittadini
di uno Stato di diritto, dove la legge è uguale per tutti senza eccezione
alcuna.
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