da Il Fatto Quotidiano, 6 ottobre 2009
C’è l’insegnamento dell’inglese obbligatorio fin dall’asilo. Ci sono le
province e le prefetture che vanno da subito abolite. C’è la class
action da introdurre come negli Usa. E ci sono i posti in
consiglio di amministrazione delle società quotate da riservare ai
rappresentati dei piccoli azionisti. Poi, ecco le nuove norme sull’ambiente
e i trasporti - modello Obama - e il dovere da parte del
parlamento di dibattere e votare le leggi d’iniziativa popolare.
È lungo, anzi lunghissimo, il programma del “Movimento
a cinque stelle” di Beppe Grillo che dalle prossime settimane verrà
discusso on line con gli iscritti. Tra le pareti rosse del Teatro Smeraldo
di Milano, Grillo lo illustra davanti a più di 2000 persone. Quasi tutti
ragazzi tra i venti e 35 anni che hanno deciso di rinunciare a un
pomeriggio di sole per ragionare di
politica. Sì, di politica. Perchè qui, mentre nel Pd si battaglia
per la leadership a colpi di tessere false e nel Pdl si pensa ad
organizzare una grande manifestazione in difesa dei soldi del Capo (ovvero
Berlusconi Silvio, appena condannato a versare 750 milioni alla Cir di De
Benedetti Carlo), i cittadini
(alcuni) tentano di riappropriarsi dello Stato.
Grillo insomma passa definitivamente dalla
protesta alla proposta. Spiega come i 122 punti del suo programma,
che spazia dall’energia, all’economia, per arrivare all’educazione e
all’informazione, non siano definitivi. Chiarisce che, prima delle
elezioni politiche e di quelle regionali, si deciderà tutti assieme. “Uno
vale uno”, dice annunciando tessere gratuite per gli iscritti dotate di
cip e di password grazie alle quali tutti i dibattiti e le votazioni sui
contenuti potranno avvenire via internet.
“Se fossi stato Veltroni, io il movimento lo avrei abbracciato e invece ci
hanno dato dell’anti-politica”, dice Grillo, forse senza pensare che non
poteva essere altrimenti. Se raccogli milioni di firme per reintrodurre il
voto di preferenza, per sbarrare le porte delle Camere ai pregiudicati e
fissare per i parlamentari un tetto massimo di due legislature, è ovvio
che ti chiamino qualunquista. Anche
perché, come ricorda il comico dal palco, “Piero Fassino sta a Roma da 25
anni e sua moglie da trenta”. Così gli unici apprezzamenti sono per
“kriptonite” Antonio Di Pietro e
per i due euro-parlamentari che i ragazzi del Movimento hanno contribuito
a far eleggere: Sonia Alfano e Luigi De
Magistris, seduti in prima fila. Per loro la folla riserva
un’ovazione pari a quella che accoglie l’annuncio della presenza in sala
di Adriano Celentano e Claudia Mori:
due, dice Grillo, che hanno “anticipato molti dei nostri temi”.
Poi si passa alla strategia politica: il Movimento a cinque stelle alle
prossime amministrative si
presenterà solo “in due regioni, forse tre”. Certe sono Piemonte ed Emilia
Romagna, in bilico è la Campania. Alle
politiche invece gli uomini e le donne di Grillo saranno in tutti i
collegi. “Avremo liste fatte di gente di trent’anni. Io ne ho ormai 62,
non credo proprio che ci sarò”, dice il comico come per stoppare sul
nascere la consueta accusa, mossa dai media e dai partiti tradizionali, di
essere solo un leader populista. Un attore capace di smuovere i fan, ma
non i militanti. Per questo il Movimento non vuol commettere errori. La
diffusione di internet, anche perché la banda larga non copre tutto il
Paese, è ancora troppo bassa per pensare di condurre campagne elettorali
esclusivamente in rete. Il modello svedese dove, come spiega via Skipe, il
suo leader, Rick Falkvige, il
“partito dei pirati” è riuscito a portare due rappresentanti al parlamento
europeo rinunciando totalmente alla propaganda tradizionale, non può
essere riprodotto integralmente. Per questo alle imminenti regionali il
Movimento volerà basso concentrando gli sforzi solo su quelle aree dove
è realistico pensare di poter arrivare al
4 per cento dei voti. Il 18 settembre il Pdl ha proposto che anche
alle regionali si voti con questa soglia di sbarramento. È visto il
silenzio del Pd è quasi scontato che si arrivi ad approvare la legge.
La scelta fa tirare un sospiro di sollievo all’Italia dei Valori. Il
rischio di non raggiungere il quorum in molte regioni a causa della
presenza dei grillini, è scongiurato. E così, è probabile che nelle
prossime settimane l’Idv offra la possibilità al Movimento di candidare
come indipendenti dei rappresentati nelle liste di Di Pietro. Non siamo
ancora alla nascita di un terzo polo,
diverso da destra e sinistra, ma a Milano, al teatro Smeraldo, qualcosa si
muove.
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