Il legittimo impedimento è legge. E’ l'ennesima "legge-porcata"
del nostro Presidente del Consiglio, creata ad hoc per questa servile
maggioranza parlamentare che chiude entrambi gli occhi, pur di
assicurarsi la candidatura alle prossime elezioni.
Che cos'e' il
legittimo impedimento? Una legge che allarga a tutti i ministri, e non solo
al Presidente del Consiglio, la possibilità di non essere processati. Basta
dichiarare: "faccio il ministro, e in quanto tale, tu magistrato - anche se
sono accusato di reati gravi - non mi puoi processare". Oggi si tratta di
fatti di corruzione, della
falsa testimonianza di Mills. Niente esclude, però, che domani possa
riguardare episodi come lo spaccio di droga, l'omicidio, lo stupro. Anche in
questi casi basta essere Ministro o Presidente del Consiglio per non
essere processati.
Cosa fare rispetto a questa preoccupante degenerazione del sistema dello
Stato di diritto? Nella nostra Costituzione è previsto, innanzitutto, che il
Capo dello Stato possa esprimere il suo dissenso verso
un'offesa così grave alla nostra Carta costituzionale e ai principi
dell'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. Ma stavolta
non toccherò il Capo dello Stato, l'arbitro della Costituzione, perché
non mi piace finire nella trappola dei giornali e dei cosiddetti alleati non
allineati del PD, pronti a difendere Napolitano senza se e senza ma.
Mi limiterò a leggere la rassegna stampa di oggi, come un giornalista terzo.
Dalla prima pagina de ‘La Repubblica’ di
questa mattina leggo un
editoriale di Alessandro Pace, un costituzionalista di primissimo piano, al
quale si son rivolti tutti per consulenze e per esprimere le proprie idee di
fronte alla Corte Costituzionale. L'articolo inizia cosi: “Non mi sento,
sinceramente, di chiamare in causa la responsabilità del presidente della
Repubblica. E ciò per un semplice fatto: non diversamente da quando fu
sottoposto alla sua firma il c.d. Lodo Alfano, anche questa volta Giorgio
Napolitano si è trovato, nei fatti, di fronte a quello che Leopoldo Elia nel
luglio 2008 definì un ricatto”.
Abbiamo un Presidente della Corte Costituzionale e uno dei principi del Foro
del diritto Costituzionale che definiscono questa firma come partorita da
un ricatto. Commentare sarebbe superfluo.
Ho poi sfogliato un altro giornale:‘Il Fatto Quotidiano’.
Con un’intervista a
Giorgio
Bocca, un intellettuale con la testa sulle spalle che merita tanto rispetto.
Bocca dice: “I casi sono due: o fa il coraggioso (riferendosi al Presidente
Napolitano) e viene spazzato via, o si adatta. Ecco, mi pare abbia scelto di
adattarsi al compromesso”. Mi fermo qui, perché Giorgio Bocca aggiunge un'altra
parola, che vi invito a leggere su ‘Il Fatto Quotidiano’. Se la dicessi se la
prenderebbero con chi legge il giornale e non con chi lo scrive.
A questo punto cosa bisogna fare? Penso che l'unica strada da perseguire sia
quella di fare in modo che questa legge possa essere fermata. Per questo,
martedì mattina depositiamo in Cassazione il quesito referendario e dal
primo maggio partirà la raccolta delle firme nei banchetti dell'Italia
dei Valori dislocati in tutta Italia. Invito tutti i cittadini che vogliono
ancora bene a questa Nazione a firmare perché è importante dare un segnale di
unione e forza su questo tema. Solo un referendum può fermarli.
Questa è una legge incostituzionale. Lo dice - ancora una volta - il
costituzionalista Pace che individua cinque casi d’incostituzionalità.
Ma a prescindere da questi, voglio parlare del piano etico: questa è una
legge immorale che prevede due pesi e due misure.
Chiederemo a voi l'abrogazione di questa legge-vergogna. E' l'unica arma che
ci rimane, anche se gli amici del Pd si ostinano a definirla “spuntata”.
Credo che sia meglio avere un’arma spuntata che avere le mani in pasta.
Io preferisco affrontare il nemico che usa le bombe atomiche, anche se ho solo
il fioretto, piuttosto che stare a guardare lo sfascio della democrazia in
questo Paese. C'è bisogno di una nuova resistenza. E c'è
bisogno di qualcuno che inizi a farla.
Dal primo maggio tre quesiti potranno cambiare la storia di questo
Paese: fermare questa legge porcata; evitare che il futuro del Paese
sia in mano ad un’energia che porterà più danni che benefici (l'energia
nucleare), che non servirà a niente se non a riempire le tasche di
pochi imprenditori e a danneggiare i cittadini; evitare la
privatizzazione dell'acqua.
Vogliamo passare dalle parole ai fatti. Ci auguriamo che molte altre realtà
ci siano vicine e che insieme si possa fermare questa deriva antidemocratica.
E' l'unico modo per liberarci da Berlusconi e sconfiggerlo politicamente.
http://www.antoniodipietro.it
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