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19/09/2006 Il Corteo "Vogliamo il Ponte" (www.lanuovaecologia.it)

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Manifestanti davanti a Montecitorio chiedono la realizzazione dell'opera sullo Stretto di Messina

«Giù le mani dal Ponte» è lo slogan gridato dai manifestanti che da Piazza Venezia hanno sfilato questa mattina lungo via del Corso per raggiungere Piazza Colonna dove è partita la protesta perché il Ponte sullo Stretto di Messina venga realizzato. Un gruppo di adferenti all’iniziativa promossa dal Movimento per l’autonomia ha sfilato tra la

Roma, manifestazione a favore del ponte sulo Stretto
Il plastico dei manifestanti

folla con due costruzioni in legno che rappresentano bare con all'interno un plastico della regione Sicilia. A mò di luttò all'interno di una delle bare è stato sistemato un modellino del Ponte.

«Credo che oggi siamo una rappresentanza qualificata e appassionata di un popolo. E' la prima volta che manifesta un territorio e un popolo». Sono le parole di Raffaele Lombardo, leader del Movimento per l'autonomia, promotore della manifestazione di questa mattina a Roma in favore del Ponte sullo Stretto. «Ci sono delegazioni stamani dalla Sardegna, dalla Lombardia, dalla Romagna, dalla Puglia, dalla Lucania e dalla Calabria e tantissimi, naturalmente, dalla Sicilia perché il Ponte riguarda l'Europa, riguarda il mondo, ma tocca più da vicino la Calabria e soprattutto la Sicilia che vuole rimanere legata all'Italia e all'Europa, non essere relegata a un ruolo di appendice del Nord-Africa».

Siamo «presenti oggi per chiedere che venga rispettata la nostra terra e che vengano realizzate tutte le infrastrutture. Il ponte è per noi il volano delle infrastrutture – ha detto ai manifestanti il presidente della Regione Sicilia Totò Cuffaro – è la più grande infrastruttura simbolica. È importante non soltanto per la logistica dei trasporti ma è simbolicamente importante perché è la parte terminale del corridoio Berlino-Palermo»

Marcia per il Ponte (www.verdi.it)

Corteo a Roma, sostenuto dalla Cdl, a sostegno dell'opera. Governo, Unione e ambientalisti ribadiscono: "Non è una priorità"

Diecimila persone, secondo quanto riferito dagli organizzatori, hanno partecipato alla manifestazione a sostegno della costruzione del ponte sullo Stretto convocata dal Movimento per l'autonomia. A giudicare dalle immagini tv i manifestanti sembravano però molti di meno. A sfilare con loro il presidente della Regione Sicilia Antonio Cuffaro e il sindaco di Catania Umberto Scapagnini, oltre a molti leader e deputati della Cdl, come Gianfranco Fini e Renato Schifani.

“Siamo qui oggi – ha detto Cuffaro – per chiedere  che venga rispettata la nostra terra e che vengano realizzate tutte le infrastrutture. E' importante non soltanto per la logistica dei trasporti ma è simbolicamente importante perché è la parte terminale del corridoio Berlino-Palermo''.

Non la pensano così esponenti del governo e della maggioranza dell’Unione, molti dei quali si sono espressi sottolineando come per il Mezzogiorno siano altre le priorità. ''E' paradossale che nella settimana europea sulla mobilità sostenibile si parli di opere faraoniche inutili'', ha commentato subito il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio

Al Mezzogiorno “servono ferrovie e completamento di strade – ha continuato Pecoraro. La manifestazione di oggi è più un'attività demagogica legata ai tanti interessi che stanno dietro a quest'opera. Manifestino invece contro lo smog''.

Anche il collega ai trasporti Alessandro Bianchi ribadisce il no del governo: "Abbiamo già deciso a suo tempo che il ponte sullo Stretto di Messina non è un'opera prioritaria e che quindi non la realizzeremo". “Mi pare - ha detto - che ci dovrebbe essere da parte di chi lo vuole un atteggiamento più cauto valutando non posizioni ideologiche ma i reali interessi del Mezzogiorno, della Sicilia e della Calabria, che possiamo favorire proprio non realizzando quest'opera ma realizzandone molte altre".

La presidente della Commissione Lavori pubblici del Senato, Anna Donati, dei Verdi, ricorda il progetto di legge che mira alla trasformazione delle finalità societarie della Stretto di Messina SpA per sviluppare trasporti sostenibili ed equilibrio intermodale nei collegamenti fra Sicilia e Continente.

"Convertire la società – dice Donati - significa non voler gettar a mare il patrimonio della Stretto SpA, ma utilizzarlo per la progettazione, realizzazione e gestione delle opere nell'area dello Stretto. Promuovere servizi di trasporto via mare per persone e merci; integrare i collegamenti con i sistemi di trasporti ferroviari, stradali e aerei. L'azione del governo - conclude Anna Donati – mira a sospendere il progetto di un Ponte inutile, per fare le opere utili che il nostro Mezzogiorno non può attendere oltre".

Intervengono anche le associazioni. Il Wwf  afferma che vi sono una serie di motivazioni per ''dire no” al progetto. Dal giudizio negativo espresso da Bruxelles che ha messo in mora l’Italia il 19 ottobre 2005 per la mancanza nel progetto della valutazione d incidenza e di misure atte a tutelare gli habitat, alle modifiche sostanziali, “almeno 40”, richieste dal CIPE il primo agosto 2003.

C’è poi una ragione di natura ambientale - paesaggistica, dato che, ricorda il WWF, lo Stretto di Messina è stato dichiarato Zona di Protezione Speciale dai Peloritani allo specchio di mare davanti a Capo Peloro, in Sicilia, e sulla Costa Viola, in Calabria. Tutte aree di grandissimo pregio naturalistico e paesaggistico, dove sono state individuati dalla Comunità Europea 11 tra SIC (siti di interesse comunitario) e ZPS (zone protezione speciale), che non merita lo sfregio di un ponte inutile.

Anche Legambiente ribadisce le ragioni della bocciatura dell’opera, “assurda” dal punto di vista “economico, sociale, trasportistico e ambientale”. “Costerebbe miliardi di euro – dice Legambiente -, in gran parte forniti più o meno direttamente dalle casse pubbliche, e lascerebbe del tutto irrisolta la drammatica arretratezza del sistema dei trasporti del mezzogiorno a fronte di un alto impatto ambientale. Rimpiangere il progetto è del tutto insensato''.

Rutelli: «Ponte sullo Stretto non è Priorità» (www.lanuovaecologia.it)

L'annuncio del vicepremier: «Le società Stretto di Messina e Impregilo lavorano a ridefinizione affidamento». La riconversione non avrà oneri per lo Stato. «Al Sud sono necessarie le ferrovie ma mancano i fondi»

«Nell'arco di questa legislatura non daremo corso alla realizzazione del Ponte sullo Stretto». Lo ha detto il vicepremier Francesco Rutelli nel corso di un question time. «Questo è la linea comune del governo - ha detto - il ponte non rappresenta una priorità, in modo ancora più clamoroso a fronte del bilancio delle risorse che ereditiamo dalla passata legislatura. Ci ritroviamo con una mole di promesse fatte agli amministratori, ma con una gigantesca voragine». La società Stretto di Messina «sta perseguendo con la società Impregilo, capogruppo della cordata vincitrice, intese volte a ridefinire le prestazioni oggetto dell'affidamento senza onere per lo Stato», ha proseguito Rutelli. La Stretto, ha aggiunto il vice premier, «ha preso atto dell'orientamento del governo a non considerare prioritaria l'opera».

Il presidente Ciucci, attuale presidente Anas, «sta lavorando a questo aspetto, per sfruttare al meglio le sinergie». La ferrovia Salerno-Battipaglia che scende in Calabria e poi in Sicilia, parte del Corridoio transeuropeo numero uno, «é tra le priorità del governo Prodi», ha poi detto Rutelli. «La stima complessiva del costo dell'opera è pari a 1.855 milioni di euro ma solo 55 milioni sono disponibili», ha detto Rutelli. Così come per il costo della ferrovia Salerno- Battipaglia pari a 230 milioni, solo un milione è disponibile. Il governo riafferma «la priorità infrastrutturale per il Mezzogiorno - ha ribadito Rutelli -. Ricordo che nelle lavagne in alcune trasmissioni televisive il completamente dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria era previsto per due anni fa. Oggi alcuni lotti di quella autostrada sono fermi per la mancanza di risorse al loro completament. Noi - ha concluso Rutelli - non vogliamo ripetere questo errore. Troppe le opere che sono state inserite nella Legge Obiettivo, ma poche le Priorità».

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