I bambini sono i più esposti all'inquinamento atmosferico poiché il loro
tratto respiratorio ha mucose più sottili, il sistema immunitario non è
ancora del tutto efficiente e la frequenza respiratoria aumentata li
espone a un maggior contatto con le sostanze inquinanti, condizione che si
realizza nella scuola materna G. Bricito di Viale Fratelli Cairoli di
Treviso, situata nei pressi della centralina Arpav che registra da 30
giorni una media giornaliera di 78 microgrammi di polveri per metro cubo
d’aria, con picchi di 136 mg. La legge fissa il limite a 50.
Il sindaco e le autorità sanitarie non danno segnali di preoccupazione,
eppure si tratta di danno alla salute certo, eppure l’intervento di
emergenza e la prevenzione è un obbligo di legge.
I genitori di quei bambini, che per gran parte dell’anno manifestano
infiammazioni alle vie respiratorie, devono sapere che sono stati
dimostrati effetti nocivi sull'apparato cardiocircolatorio e respiratorio;
che l’esposizione incrementa il tasso di ricoveri, aumenta le assenze
scolastiche e il costo delle cure.
L’aria di Treviso è ancora più malata dell’anno scorso, non è ancora
finito l’anno e sono 90 i giorni di superamento dei limiti sanitari, la
legge li fissa a 35 l’anno. Nel 2010 sono stati 83, nel 2009 - 72, nel
2008 - 83, nel 2007 - 104, nel 2006 – 119. I rilevamenti delle polveri
sottili fatti nell’area dell’aeroporto, prima del suo ampliamento, sono
ancora più preoccupanti.
Questo il motivo che ha indotto l’Aduc a presentare un esposto/denuncia
alla Procura del Repubblica di Treviso, illustrato oggi da Maria Grazia
Lucchiari, referente per il Veneto dell’associazione per i diritti degli
utenti e consumatori e dal legale dell’associazione avvocato Giuseppe
Lamedica.
La Regione, in rispetto di una direttiva comunitaria e di una
legge nazionale dal 2004 impone al comune di Treviso e a tutti i comuni
della provincia l’adozione del Piano di Azione per la tutela e il
risanamento dell’aria, ma nessun comune rispetta questa norma e la
Provincia di Treviso che dovrebbe approvare i piani dei comuni non lo ha
ancora fatto.
Finora le amministrazioni pubbliche hanno attivato misure emergenziali
e di facciata evitando di andare al cuore del problema, quello che gli
impone la legge ovvero interventi strutturali su tutte le fonti di
inquinamento.
La legge infatti prevede che il Piano d’Azione sia accompagnato dalla
valutazione ambientale strategica, poiché la pianificazione sul territorio
è lo strumento principe per ottenere delle efficaci politiche di riduzione
dell’inquinamento ed è fondamentale che gli obiettivi dei piani e dei
programmi elaborati da ogni entità territoriale siano coerenti con gli
obiettivi del Piano di Azione, di Tutela e Risanamento dell’aria.
Le pubbliche amministrazioni finora questo non l’hanno fatto, e ne
paghiamo tutti le conseguenze sul piano sanitario.
Qui l'esposto/denuncia presentato
http://www.aduc.it
Archivio Inquinamento
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