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24/09/2012 Reti senza fili ed elettrosmog, associazioni dicono no all’art.29 del Decreto Sviluppo
Associazioni ambientaliste, e non solo, contro l’articolo 29 del Decreto
Sviluppo che vuol favorire la diffusione di cavi, fili o linee (per accorciare
il digitale divide del nostro Paese), e non dà al cittadino la possibilità di
opporsi all’installazione di un’antenna o un ripetitore sopra la sua testa. La
denuncia arriva da una serie di associazioni, comitati, medici, fisici e
ingegneri che hanno scritto una lettera al Presidente della Repubblica, al
Premier e ai Ministri di Salute, Ambiente e Sviluppo Economico, per chiedere
la cancellazione della norma che, secondo loro, è incostituzionale e dannosa.
“Incostituzionale in quanto stabilisce in modo del tutto arbitrario
che gli interessi privatistici dell’industria delle telecomunicazioni sia
prevalente rispetto all’interesse privato dei cittadini proprietari di
immobili” si legge nella lettera. “Incostituzionale in quanto fa prevalere il
principio di utilità economica su quello della salute pubblica, della tutela
dell’ambiente e del paesaggio”. La preoccupazione principale è per
l’impatto ambientale e sanitario che lo sviluppo di reti mobili avrà
sull’ambiente e sulla salute umana. “Dopo la classificazione da parte della
IARC della radiofrequenza come possibile cancerogeno di classe 2B – continua
la lettera – e dopo la raccomandazione dell’Assemblea Plenaria del Consiglio
d’Europa del maggio 2011 è ormai evidente che gli attuali standard di
sicurezza, compreso il limite italiano che è tra i più bassi al mondo, non
sono sufficienti a tutelare la salute pubblica perché non tengono
conto che la radiofrequenza causa effetti biologici anche a livelli migliaia
di volte inferiori ai limiti previsti”.
Le associazioni ribadiscono il fatto che “uno sviluppo economico
basato sulla proliferazione di reti senza fili si tradurrà inevitabilmente in
un aumento drammatico e ineluttabile della spesa pubblica sanitaria,
con conseguenze generali per l’ambiente di difficile previsione”. “L’unico
sviluppo economico razionale è quello basato sul principio di
precauzione che impone di ridurre il più possibile la proliferazione di reti
mobili a favore, invece, di reti a banda larga su cavo che non comportano
rischi ambientali o per la salute“.
24/09/2012 Reti senza fili ed elettrosmog, associazioni dicono no all’art.29 del Decreto Sviluppo (http://www.helpconsumatori.it)
http://www.helpconsumatori.it
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