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Telecom la propone da domani e lancia un nuovo sasso nello stagno. Ma le
aspettative degli utenti rischiano di scontrarsi con un minimo garantito assai
ridotto. I provider protestano: questa non è ADSL di qualità Dal 31 marzo sarà
possibile acquistare Alice ADSL a 4 Mbps in download e 256 Kbps in upload al
prezzo di 39,95 euro al mese. Un'offerta che porta con sé una notevole velocità
di picco ma che, come offerta "entry level", avrà ben poco da
garantire agli utenti. Ed è questo che già denunciano i provider
alternativi: si lamentano che Telecom Italia non permetta loro di vendere ADSL 4
Mbps di qualità, ossia con una banda minima garantita elevata. Alcuni però
staranno al gioco e lanceranno comunque offerte a 4 Mbps, con la premessa che andranno
peggio delle ADSL 1.280 dotate di almeno 32 Kbps garantiti. Il primo a
muoversi è stato Panservice:
ha già presentato in listino l'ADSL Smart 4, a 39,50 euro mensili, attivabile
dal 31 marzo.
"Sarà un'offerta assolutamente entry level", conferma Giuliano
Peritore, direttore generale di Panservice. Il problema è che Telecom Italia
obbliga gli operatori, ai quali vende all'ingrosso, a rispettare
rapporti fissi tra banda allocata e numero di utenti messi a
condividerla.
È la prima volta che impone questa regola, da quando è nata l'ADSL in Italia.
Insomma, il risultato è che a ciascun utente con ADSL 4 Mbps spetterà un
minimo di circa 20 Kbps. "Troppo poco: servirebbero almeno 100
Kbps a utente, perché un'ADSL 4 Mbps possa andare bene", sostiene Paolo
Nuti, presidente di Aiip,
l'associazione dei provider.
Peccato che in questo caso Telecom non permetta ai provider di comprare una
quantità di banda adeguata ad aumentare le prestazioni delle ADSL. Invece,
finché gli utenti attivati in un Vp (Virtual path, i circuiti virtuali dove
sono ammassati) non sono più di 45, la banda che Telecom darà al provider sarà
tra 5.120 (picco) e 1.024 Kbps (garantita). Dividendo 1.024 per 45 si hanno 20
Kbps garantiti circa, per ciascuno. Solo dal 46esimo utente attivato,
il provider può chiedere un primo upgrade del Vp. Il successivo scatta dopo 90
utenti e così via. Il tutto avviene su Vp a parte, dedicati alle Adsl 4 Mbps,
quindi i provider non possono mettervi utenti del vecchio parco abbonati (a 1 e
a 2 Mbps).
Che cosa succederà allora? "I provider dovranno fare shaping sui router,
gestendo dinamicamente le velocità massime degli utenti, con molta abilità,
perché l'ADSL 4 Mbps, dotata di soli 20 Kbps per ciascun utente, possa andare non
peggio di una 1.280 di livello base", dice Nuti. Ma allora, perché
acquistare una 4 Mbps? "Perché tenderà a costare quanto un'ADSL 1.280
entry level. I provider la compreranno da Telecom allo stesso prezzo,
all'incirca, e quindi credo che allo stesso pure la venderanno". Inoltre,
"in certe condizioni, se ci sono poche persone connesse, con la 4 Mbps c'è
pur sempre la speranza di andare più veloci di un mega".
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Il succo è che l'ADSL entry level tenderà a essere quella a 4 Mbps; ma è
dubbio che sia un bene o un passo avanti. "È sicuro che gli
utenti saranno delusi", spiega Nuti, poiché chi compra un'ADSL di quel
livello non si aspetta di andare, nella migliore delle ipotesi, come con un'ADSL
1.280. "Con il rischio che possano andare anche peggio, se il provider non
è abbastanza abile a fare shaping".
Il problema è però meno grave per i provider grossi: "Se
si hanno più di 200 utenti attivati sul Vp, è possibile avere buone economie
di scala nell'uso della banda e quindi anche che le 4 Mbps possano andare bene.
Così sarà per quelle di Alice, infatti, che ha tanti utenti. Per questo
motivo, lanceremo la 4 Mbps solo su Roma e Milano", spiega Luca Spada,
amministratore delegato di NGI.
Due le conseguenze: da quest'operazione di Telecom saranno favoriti i grossi
provider e gli utenti delle grandi città, a ulteriore scorno
degli associati di Antidigital
Divide, che proprio nei giorni scorsi hanno denunciato Telecom alla
Commissione Europea, auspicando maggiore copertura e prezzi ADSL più bassi.
Più scettico di Spada è Nuti: "le Adsl Alice 4 Mbps andranno benino, ma
secondo me peggio delle Alice Flat 1.280. A meno che Telecom non imbrogli, cioè
dia agli utenti 4 Mbps più banda di quella che ci permetta di acquistare
all'ingrosso...". È un dato che non può essere verificato; né d'altra
parte Telecom è tenuta a rendere disponibile all'ingrosso un'Adsl 4 Mbps di
qualità: non ha infatti una corrispondente offerta al dettaglio. "Noi di
Aiip tenteremo di fare cambiare idea a Telecom, ma abbiamo poche speranze. Non
abbiamo ancora alcun appiglio legale o tecnico", dice Nuti. Si tratta
peraltro di un'offerta che di per sé ha confini poco chiari: è rate adaptive
con un range da 1.512 a 4.096 Kbps (in download), infatti. Questo vuol dire che
se il doppino dell'utente non supporta i 4 Mbps, Telecom si accontenterà di attivarla
a velocità inferiore, fino a un minimo di 1.512 Kbps.
Ciononostante, i 4 Mbps sembrano il nuovo orizzonte dell'Adsl italiana, a cui i
provider non vogliono e non possono rinunciare di partecipare. Tiscali
e Wind hanno detto a Punto
Informatico che avranno quest'offerta. Lanciarla è anche un obbligo di
immagine, per non apparire da meno rispetto alla concorrenza. "Credo che
Telecom abbia presentato quest'offerta per stare al passo con Fastweb e con
Tiscali... Non poteva restare sull'Adsl 1.280 mentre gli altri correvano verso i
4 Mbps", dice Nuti.
Un altro aspetto di questa novità emerge da quanto Telecom ha dichiarato
durante la conferenza tenuta in occasione del bilancio 2004: l'Adsl 4 Mbps è la
premessa per entrare nel vivo del mercato dei contenuti a banda larga;
il cinema, la Tv su IP, che Telecom e Wind lanceranno nei prossimi mesi.
Infatti, già nei prossimi giorni Telecom amplierà l'offerta presente su Rosso
Alice: arrivano gli eventi live di Mtv, le aree tematiche dedicate alla
pallavolo e ad altri sport.
Nell'occasione, sono stati annunciati anche altri servizi: per la sicurezza
(Alice Security, antivirus e firewall centralizzati per gli utenti Alice) e
Alice Gigamail, con cui sarà possibile scambiare e-mail con allegati fino a 2
GB (forse con un espediente
simile a quello ideato da Libero). È una conferma al fatto che la guerra
della banda larga si combatte sempre più con contenuti e servizi e non solo con
alte velocità di picco, che peraltro tendono a mostrarsi quanto mai aleatorie
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