Negli stessi giorni in cui è stato raggiunto un
obiettivo storico – a fine ottobre il numero di siti nella rete
informatica ha superato i 100 milioni – si profila un altro sorpasso
storico: il fatturato pubblicitario del famoso motore di ricerca ‘Google’
entro fine anno supererà quello della rete britannica ‘Channel 4’ e nel
2007 sorpasserà anche gli introiti pubblicitari di ‘Indipendent television’, Itv, l’emittente più ricca di pubblicità del Regno Unito.
Come la radio sorpassò la stampa, e la televisione la radio, così
internet scavalca la tv e non soltanto in termini di audience, ma di
profitti. “Se non avremo capacità sufficienti per capire l’evoluzione di
Internet, finiremo per subire conseguenze molto pericolose” avverte però
l’inventore del world wide web, l’inglese Tim Berners-Lee, professore di
‘computer science’ e direttore del Www Consortium. “Spinte
antidemocratiche potrebbero presto emergere e a quel punto si diffonderà a
macchia d’olio la manipolazione sistematica delle informazioni” denuncia
Berners-Lee e aggiunge: “Indagare queste forze e le tecnologie che le
accompagnano è essenziale”.
Per questo ha deciso di avviare un progetto per studiare
scientificamente gli effetti di lungo termine della rete che un decennio
fa contava appena 18 mila siti. “Intendo creare una scienza completamente
nuova per esplorare Internet: i saperi dovranno convergere e lavorare a
stretto contatto” aggiunge Berners-Lee. Questa nuova disciplina, la ‘Web
science’, diventerà perciò oggetto di un programma di ricerca del Mit, il
Massachussets Institute of Technology, e dell’università inglese di
Southampton. Presto, dopo i workshop e la ricerca, verranno istituiti veri
e propri corsi di laurea sulla ‘materia’: segno dell’impatto non solo
tecnologico ed economico della rete, ma anche culturale.
|