All’interno dell’Italia berlusconiana, lei come si
inserisce a livello politico? Si definisce un anti-berlusconiano o si schiera
dalla parte della sinistra?
La prima che hai detto, senza
mischiarmi. Io faccio un altro mestiere. Non posso essere pregiudizialmente con
questi o con quegli altri. Mi sembra naturale che chi fa il giornalista non
possa stare con chi da quattro anni cerca di, ed è riuscito a massacrare la
libertà d’informazione. Di certo non posso stare con questi soggetti, ma non è
una questione di stare quindi con gli altri, è una questione di stare proprio
fuori da queste logiche. È una difesa non solo del mio proprio mestiere ma
anche, in quanto cittadino, di tutto ciò che è in pericolo: la costituzione, la
legalità, la morale, la dignità nostra. Sono tutti patrimoni non di destra e non
di sinistra, sono patrimoni che dovrebbero essere cari a tutti quanti. Tutti
quanti dovrebbero essere anti-berlusconiani, tutti… soprattutto quelli di
destra!
Come ha ottenuto tutte le sue ricchezze Berlusconi?
Anche a me piacerebbe saperlo…
Siamo molto curiosi che ce lo spieghi ma lui non ce lo spiega mai. Sappiamo che
non si sa. Sappiamo che quando glielo chiedono, lui non ce lo dice. Nel suo
libro, un fotoromanzo, “La storia Italiana”, che ha venduto milioni di copie
nell’ultima campagna elettorale del 2001, lui dice che tutto nacque dalla
liquidazione di suo padre, 70 milioni di lire. Però il vice-direttore della
Banca d’Italia, incaricato dalla Procura, ha scoperto che oltre i 70 milioni,
Berlusconi ha poi trovato sotto un tavolo 113 miliardi di lire tra il ‘78 e
l’‘83. Fermo restando i 70 milioni, sarebbe interessante sapere da dove arrivano
i 113 miliardi. Ma lui sui 113 miliardi non si pronuncia. Quando al tribunale
gli hanno chiesto delle spiegazioni, lui si è avvalso della facoltà di non
rispondere. Gliel’hanno chiesto tutti, gliel’ha chiesto anche l’Economist, ma
lui non risponde. A lui basterebbe dire che li ha trovati nelle patatine, nel
Dixan, sotto la porta una mattina oppure che gliel’ha portati la cicogna. Se non
lo dice, vuol dire che non può dirlo…
Come si è concluso il processo-Andreotti?
Il processo-Andreotti si è
concluso con la dichiarazione di colpevolezza dell’imputato fino alla primavera
del 1980. È stato riconosciuto dalla corte d’appello di Palermo colpevole di
associazione a delinquere con la mafia fino alla primavera del 1980, reato che
si era prescritto un anno prima. Quindi, se il processo fosse durato un anno di
meno, lui sarebbe stato condannato per associazione a delinquere con la mafia.
Tra l’altro è un bel periodo per uno che ha cominciato nel ‘45: trentacinque
anni non sono male dopo tutto.
A noi popolo semplice hanno fatto credere che era stato assolto anche in
appello, ma lui se ne deve essere accorto che non era vero, visto che ha fatto
ricorso in cassazione chiedendo l’annullamento della prescrizione, chiedendo
l’assoluzione. Si vede che non l’aveva avuta l’assoluzione! Altrimenti non si è
mai visto uno assolto che ricorre in cassazione contro la propria assoluzione…
un suicida. Il suo problema è che anche la cassazione ha confermato la sentenza
di appello e lo ha condannato a pagare le spese processuali.
Il limite della data del 1980 non è un’idea balzana dei giudici, ma è la data
dell’ultimo incontro che Andreotti ha avuto con Bontade. Il primo l’ha avuto
prima del delitto-Mattarella. In quell’incontro Bontade preannunciò ad Andreotti
il progetto del delitto, ma dato che Andreotti non aveva avvertito Mattarella
del pericolo incombente, questo fu ammazzato. In seguito Andreotti scese di
nuovo in Sicilia a incontrare Bontade per chiedere informazioni sul delitto e
Bontade gli rispose “l’avevamo avvertita”. Questo è l’ultimo incontro che i
giudici ritengono accertato. Poi ci sono altri incontri successivi con mafiosi,
ma non si ritiene che siano sufficienti a stabilire che Andreotti era ancora
organicamente legato alla mafia dopo l’‘80, anche perché poi Bontade venne
ucciso dai corleonesi e perché cambiarono tutti gli equilibri. Così ora tutti
sappiamo – o meglio non sappiamo – che siamo stati governati da un mafioso fino
all’‘80.
Ci dia due motivi per cui ritenere Berlusconi un
criminale
Termine appropriato. Basta
leggere le sentenze, ci sono delle sentenze che lo riconoscono responsabile di
gravi reati. La prima è dell’‘89: lui era colpevole di falsa testimonianza sulla
sua iscrizione alla P2, reato commesso ma coperto dall’amnistia che nel
frattempo era stata fatta. E questa è una sentenza di Venezia, definitiva. Poi
c’è la sentenza all’Iberian: condannato in primo grado, prescritto in appello,
prescritto in cassazione: 21 miliardi di tangenti a Craxi. Esito del processo:
colpevoli sia Berlusconi che Craxi in maniera definitiva. Il processo è finito
in prescrizione, ma il reato è stato commesso. D’altronde quello che a noi
interessa è se Berlusconi l’aveva o non l’aveva commesso, non se va in galera o
non va in galera. Certo, se andasse in galera sarebbe anche meglio, ma non si
può avere tutto dalla vita.
Anche questo è un reato accertato. Altri reati accertati sono una serie di falsi
in bilancio e fondi neri dalla parte dei vari processi per il falso in bilancio,
come quello dei 1500 miliardi delle sue società off-shore, che erano 64. Ci sono
altri processi del genere, ma sono tutti finiti in prescrizione, visto che ha
cambiato la legge sul falso in bilancio.
Quelli citati sono tutti reati commessi, accertati e documentati. Poi ci sono
addirittura reati fiscali che lui ha accusato di aver commesso da politico, nel
periodo che va dal ‘94 al ’99, ma quella è un’altra storia.
È vero che Berlusconi era in contatto con i
mafiosi che hanno organizzato le stragi di Via D’Amelio e di Capaci?
Questo non lo sappiamo, però
sappiamo che ha avuto rapporti con i mafiosi. Uno se l’è pure tenuto in casa per
due anni, Vittorio Mangano. Era Dell’Utri che gli gestiva i rapporti con la
mafia. Infatti, che Dell’Utri abbia conosciuto, incontrato e frequentato una
dozzina di mafiosi è sicuro, proprio perché risulta da quello che dice lui
stesso, poi accertato con documentazioni, testimonianze, intercettazioni,
filmati, documenti scritti, agende, tabulati, eccetera. Che Berlusconi si sia
messo d’accordo per le stragi, questa era l’ipotesi che avevano formulato
separatamente la procura di Caltanissetta per le stragi di Falcone e Borsellino
e la procura di Firenze per le stragi di Roma e Firenze. Ma poi le indagini sia
a Berlusconi, sia a Dell’Utri sono state archiviate e noi dobbiamo rispettare
l’archiviazione. L’archiviazione non significa però che i due indagati fossero
innocenti, ma significa che non c’erano elementi sufficienti per poter sostenere
un’accusa contro di loro in un eventuale processo, anche se dalle pur
insufficienti indagini sono emersi degli elementi che fanno rilevare che
l’ipotesi fosse tutt’altro che infondata.
Bisognerebbe continuare a lavorarci, sui mandanti esterni, ma da quando non c’è
più Caselli alla Procura di Palermo, da quando non c’è più Scaroni alla Procura
di Caltanissetta e da quando Grasso ha estromesso tutti quelli che si stavano
occupando dei mandanti esterni, di fatto non si sa molto su chi essi siano.
Ha mai ricevuto delle minacce?
No, a meno che non siano da
ritenersi minacce tutte le denunce che fanno o il fatto che non posso più
mettere il naso in televisione. Ma delle minacce dirette no. Quelli non
minacciano: quando colpiscono, lo fanno senza avvertire. Ma non credo che
ritengano pericoloso uno come me. Certo, se non ci fossi sarebbe meglio. Però,
sai, un conto è se io fossi in televisione a parlare di queste cose a milioni di
persone, mentre invece ci sono loro, e un conto è che io scriva dei libri e
parli con qualche decina di migliaia di persone. Sono piccoli numeri questi…
Nelle mani di quale uomo, non necessariamente
politico, metterebbe l’Italia?
A me piacerebbe metterla nelle
mani del professor (Giovanni) Sartori, oppure in quelle di Cordero… Ma ci sono
anche nell’ambito politico persone che lottano seriamente per la legalità, anche
lì in Sicilia. Da voi conosco il sindaco di Gela, Crocetta, un personaggio
fantastico; conosco Claudio Fava, Nando dalla Chiesa. Ma non necessariamente
gente di sinistra, appunto dicevo Sartori. Ci vorrebbero un po’ di persone serie
e per bene che non abbiano rapporti con la stagione dei compromessi, che non
siano ricattate né ricattabili, che non abbiano cambiali da incassare o da fare
incassare, e che quindi possano ripartire da zero, come ha fatto Zapatero, che
non deve rendere conto a nessuno e fa solo quello che ritiene giusto – anche se
non è per forza tutto giusto quel che fa –, confrontandosi solo con i suoi
elettori.
Come reagirebbe lei a una rielezione di Berlusconi?
Maluccio, direi. Reagirei male
perché mi porrei delle domande. Mi porrei la domanda se non sia davvero il
presidente ideale per l’Italia. Quando l’Economist si poneva questa domanda, io
so cosa volevano dire: volevano dire che è incapace di governare l’Italia. E
avevano ragione. Ma che non sia l’uomo adatto, questo non lo so. Se lo mandiamo
a casa, probabilmente vorrà dire che gli italiani sono maturati. Come diceva
Montanelli, dopo cinque anni che se lo bevono avranno maturato il vaccino. Se
dovesse rivincere vorrebbe dire che proprio ce lo meritiamo, anche perché
abbiamo un’opposizione che francamente ti fa cadere le palle. E questa sarebbe
un’ulteriore dimostrazione che questa opposizione si merita Berlusconi. Però non
voglio neanche pensarci, anche perché non credo che nessun Paese, nemmeno un
Paese che ne ha viste tante come l’Italia, potrebbe sopravvivere davvero ad
altri cinque anni di questa banda qua.
Quale potrebbe essere, secondo lei, un Paese
modello per l’Italia?
Paesi modello non ce ne sono,
nel senso che noi potremmo essere modelli a noi stessi in certe stagioni. Noi
abbiamo vissuto tra il ‘92 e il ‘93, poi di nuovo tra il 2002 e il 2003, delle
stagioni da un lato dolorose, perché da un lato c’erano le bombe e dall’altro
lato c’era Berlusconi, però delle stagioni in cui la società civile ha
partecipato e ha reso possibile delle grandi cose. Abbiamo visto processare i
potenti, tra il ‘92 e il ‘93, abbiamo visto scendere in piazza la gente per
difendere una categoria da sempre guardata con sospetto, come la magistratura.
Ci si è affezionati alla legalità, alla polizia, alla lotta alla mafia. Si sono
ottenuti grandi risultati su tutti i fronti. Quindi, possiamo benissimo imparare
da noi stessi, possiamo imparare dalle stagioni migliori della nostra storia,
senza inseguire modelli stranieri che sono impraticabili, perché noi siamo
abbastanza unici. Bisognerebbe cercare di riprodurre le condizioni che hanno
reso possibili quelle importantissime parentesi. Quando l’informazione fa il suo
dovere senza condizionamenti, la magistratura idem, la società civile parteggia
per le guardie anziché per i ladri, tutto questo rende possibili dei miracoli,
anche in Italia. Bisogna cercare di ripetere quelle condizioni ancestrali,
rendendole più stabili e normali.
Reputa credibile il programma della sinistra
oppure votare la sinistra è diventato un modo per non votare Berlusconi?
Intanto il programma della
sinistra ti dirò se sarà credibile quando lo faranno, perché per il momento non
se ne vede traccia. Ci sono circa dodici programmi della sinistra, quanti sono i
partiti. Anzi ci sono partiti che ne hanno anche due o tre, perciò si arriva a
circa diciotto programmi della sinistra. Ne aspetterei uno, anche perché leggere
il programma di Mastella mi sembra eccessivo… Vediamo che cosa fanno. Credo che
Prodi abbia un progetto in testa e che stiano lavorando per impedirgli di
realizzarlo, i suoi cosiddetti alleati. Però mi fido abbastanza di lui. Penso
che un buon periodo sia stato il suo governo, infatti poi l’hanno segato. Per
quanto riguarda il diritto di voto, io ho sempre votato contro qualcuno. Io
quando c’era il Comunismo votavo Scalfaro o dei liberali di cui mi fidavo. Non
ho mai votato con entusiasmo a favore di qualcuno. Quando è caduto il Comunismo,
mi sono occupato dei nuovi pericoli. Berlusconi era sicuramente “il” pericolo.
Quindi ho cominciato a votare contro di lui, anche se mi toccava votare per
questo Centro Sinistra che, all’epoca, ancora non avevo visto all’opera. Poi
quando l’ho visto all’opera, ho capito che aveva un unico merito, quello di non
essere Berlusconi. Ma è un po’ poco. Ora come ora credo che il problema sia
ancora quello. Che loro non sono Berlusconi e quindi che bisogna votarli. Ma non
vedo altri motivi per votarli. Poi magari ci stupiscono tutti con effetti
speciali e con un programma miracoloso e mirabolante, spero. Spero che lo
realizzino soprattutto, perché il programma era bello anche quello del ‘96, poi
hanno approvato quello di Previti, che le elezioni le aveva perse, e quello di
Confalonieri, che le elezioni non le aveva nemmeno fatte. Quindi mi auguro non
solo che il programma sia bello, ma che poi si ricordino di applicarlo. Per il
momento, è già un miracolo se andiamo a votare. Quindi teniamoci stretto il
voto, il voto può essere anche utile per votare contro. D’altronde è abbastanza
divertente anche tifare contro il Milan. Non necessariamente fare una cosa
“contro” è male. Io mi diverto molto anche quando il Milan perde col Liverpool
3 a 0.
Votare contro in questo momento, penso possa essere abbastanza doloroso…
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