C'è forse una relazione tra il bombardamento del Libano e l'inaugurazione del
più grande oleodotto strategico del mondo, che trasporterà oltre un milione di
barili di petrolio al giorno ai mercati occidentali?
Virtualmente ignota, l'inaugurazione dell'oleodotto Ceyhan-Tbilisi-Baku (BTC),
che collega il Mar Caspio al Mediterraneo Orientale, ha avuto luogo il 13
luglio, all'inizio dei bombardamenti israeliani in Libano.
Un giorno prima degli attacchi aerei israeliani, i principali partner ed
azionari del progetto BTC, tra cui molti capi di stato e quadri di compagnie
petrolifere, erano in attesa al porto di Ceyhan. Poi sono stati precipitati ad
un ricevimento inaugurale ad Instanbul, patrocinato dal presidente turco
Ahmet Necdet Sezer nei lussuosi dintorni del Palazzo Çýraðan.
In attesa c'era anche
l'amministratore delegato della British
Petroleum (BP), Lord Browne, insieme ad alti funzionari
dei governi di Gran Bretagna, Stati Uniti ed Israele.
La BP guida il
consorzio dell'oleodotto BTC. Tra gli altri principali azionisti occidentali ci
sono Chevron, Conoco-Phillips, Total (Francia) ed 'ENI
(Italia). (vedi Annesso).
Il ministro dell'energia e delle infrastrutture israeliano Binyamin
Ben-Eliezer era presente insieme ad una delegazione di alti funzionari
israeliani del settore petrolifero.
L'oleodotto BTC elude del tutto il territorio della Federazione Russa. Transita
lungo le ex repubbliche sovietiche dell'Azerbaijan e della Georgia, entrambe le
quali sono diventate "protettorati" degli Stati Uniti, fortemente integrate in
un'alleanza militare con gli Usa e
la NATO. Inoltre,
sia l'Azerbaijan che
la Georgia
hanno accordi di cooperazione militare a lungo termine con Israele. Nel 2005, le
compagnie georgiane hanno ricevuto circa 24 milioni di dollari in contratti
finanziati al di fuori dell'assistenza militare statunitense ad Israele secondo
il cosiddetto "programma di finanziamento militare straniero".
http://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/states/GA.html
Israele ha una quota nei campi petroliferi azeri, dai quali importa circa il
venti percento del suo petrolio. L'apertura dell'oleodotto aumenterà in modo
sostanziale le importazioni petrolifere israeliane dal bacino del Mar Caspio. Ma
c'è un'altra dimensione che si correla direttamente alla guerra in Libano.
Laddove la Russia
è stata indebolita, Israele ha buone possibilità di giocare un ruolo strategico
importante nel "proteggere" il trasporto e i corridoi dell'oleodotto nel
Mediterraneo Orientale fuori da Ceyhan.
La militarizzazione del Mediterraneo Orientale
Il bombardamento del Libano è parte di una road map militare attentamente
pianificata e coordinata. L'estensione della guerra alla Siria e all'Iran è già
stata contemplata dai pianificatori di guerra statunitensi
ed israeliani. La più vasta agenda militare è intimamente connessa al ruolo
strategico del petrolio e degli oleodotti. Ed è sostenuta dai giganti
petroliferi occidentali che controllano i corridoi petroliferi. In ultima
analisi, la guerra mira al controllo territoriale sulla linea costiera del
Mediterraneo orientale.
In questo contesto, l'oleodotto BTC, controllato dalla British Petroleum, ha
cambiato drammaticamente la geo-politica del Mediterraneo Orientale, che è ora
collegata, mediante un corridoio energetico, al bacino del Mar Caspio.
"[L'oleodotto BTC] cambia considerevolmente lo status dei paesi della regione e
cementa una nuova alleanza pro-Occidente. Avendo collegato l'oleodotto al
Mediterraneo, Washington ha praticamente creato un nuovo blocco con Azerbaijan,
Georgia, Turchia ed Israele" (Komerzant, Mosca, 14 luglio 2006).
Israele
fa ora parte del asse militare anglo-statunitense, che serve gli interessi dei
giganti petroliferi occidentali in Medio Oriente e nell'Asia Centrale.
Mentre i rapporti ufficiali dichiarano che l'oleodotto BTC "porterà petrolio ai
mercati occidentali", quello che viene raramente riconosciuto è che parte di
quel petrolio dal Mar Caspio sarà direttamente incanalato verso Israele. A
riguardo, è stato previsto che un progetto di oleodotto subacqueo israelo-turco
collegherebbe Ceyhan al porto israeliano di Ashkelon e da lì, mediante il
principale sistema di trasporto petrolifero israeliano, al Mar Rosso.
L'obbiettivo di Israele non è solo acquisire petrolio del Mar Caspio per il
proprio consumo interno, ma anche giocare un ruolo chiave nella ri-esportazione
del petrolio dal Mar Caspio verso i mercati asiatici lungo il porto di Eilat
sul Mar Rosso. Le implicazioni strategiche di questo re-indirizzamento del
petrolio dal Mar Caspio sono di vasta portata.
E' previsto il collegamento dell'oleodotto BTC all'oleodotto trans-israeliano
Eilat-Ashkelon, anche noto come Tipline Israeliano, che va da Ceyhan al
porto israeliano di Ashkelon. Nell'aprile 2006, Israele e Turchia hanno
annunciato piani per oleodotti subacquei, che eviterebbero il territorio siriano
e libanese.
"Turchia e Israele stanno negoziando la costruzione di un progetto energetico ed
idrico multi miliardario che trasporterà acqua, elettricità, gas naturale e
petrolio mediante dei condotti diretti verso Israele, con il petrolio da
trasportare ancora più in là, da Israele al Lontano Oriente.
La nuova proposta israelo-turca in discussione vedrebbe il trasferimento di
acqua, elettricità, gas naturale e petrolio ad Israele mediante quattro
oleodotti subacquei.
http://www.jpost.com/servlet/Satellite?cid=1145961328841&pagename=JPost%2FJPArticle%2FShowFull
Il petrolio di Baku può essere trasportato ad Ashkelon grazie a questo nuovo
oleodotto e all'India e al Lontano Oriente [lungo il Mar Rosso]
"Ceyhan e il porto mediterraneo di Ashkelon sono situati a solo
400 km
di distanza. Il petrolio può essere trasportato alla città in cisterne o
mediante un oleodotto subacqueo appositamente costruito. Da Ashkelon il petrolio
può essere pompato grazie ad un oleodotto già esistente al porto di Eilat sul
Mar Rosso; e da lì all'India e ad altri paesi asiatici con delle cisterne (REGNUM)".
L'acqua per Israele
In questo progetto è coinvolto anche un oleodotto che porta acqua ad Israele,
pompandola dalle riserve a monte del Tigri e dell'Eufrate in Anatolia. Questo è
stato a lungo un obbiettivo strategico di Israele per il detrimento della Siria
e dell'Iraq. L'agenda di Israele riguardo l'acqua è sostenuta dall'accordo di
cooperazione militare tra Tel Aviv ed Ankara.
Il re-indirizzamento del petrolio dell'Asia Centrale
Stornare il petrolio e il gas dell'Asia Centrale verso il Mediterraneo Orientale
(sotto la protezione militare israeliana) per il re-export all'Asia serve a
minare il mercato energetico inter-asiatico, che è basato sullo sviluppo di
corridoi petroliferi diretti che collegano l'Asia Centrale alla Russia e
all'Asia del Sud, la Cina e il Lontano Oriente.
In ultima analisi, il progetto vuole indebolire il ruolo della Russia in Asia
Centrale e tagliare fuori
la Cina dalle
riserve petrolifere della regione. Ha anche lo scopo di isolare l'Iran.
Nel frattempo, Israele è emerso come nuovo e potente giocatore nel mercato
energetico globale.
La presenza
militare russa in Medio Oriente
Contemporaneamente, Mosca ha risposto al progetto israelo-turco di militarizzare
la linea costiera del Mediterraneo Orientale con dei piani per stabilire una
base navale russa nel porto siriano di Tartus:
"Fonti nel ministero della difesa rivelano che la base navale a Tartus
permetterà alla Russia di solidificare le proprie posizioni in Medio Oriente e
assicurerà la sicurezza della Siria. Mosca intende dispiegare un sistema di
difesa aereo attorno alla base – per fornire protezione aerea alla base stessa e
ad una parte consistente del territorio siriano (i sistemi S-300PMU-2 non
saranno ceduti ai Siriani. Saranno in dotazione e manutenzione del personale
russo)
(Kommerzant, 2 giugno 2006
http://www.globalresearch.ca/index.php?context=viewArticle&code=IVA20060728&articleId=2847
Tartus è strategicamente situata a
30 km dal
confine libanese.
Inoltre, Mosca e Damasco hanno raggiunto un accordo sulla modernizzazione delle
difese aeree siriane e su un programma a sostegno delle proprie forze di terra,
la modernizzazione dei caccia MIG-29 e dei sottomarini. (Kommerzant,
2 giugno 2006). Nel contesto di un conflitto in escalation, questi
sviluppi hanno ampie implicazioni.
Guerra ed oleodotti
Prima del bombardamento del Libano, Israele e Turchia avevano annunciato
oleodotti subacquei che evitassero
la Siria e il
Libano. Questi oleodotti non violerebbero apertamente la sovranità territoriale
del Libano e della Siria.
D'altra parte, lo sviluppo di corridoi terrestri alternativi (per il petrolio e
l'acqua) attraverso il Libano e
la Siria
richiederebbe il controllo territoriale israelo-turco sulla linea costiera del
Mediterraneo Orientale via Libano e Siria.
L'implementazione di questo progetto richiede la militarizzazione della linea
costiera del Mediterraneo Orientale, strade marine e rotte terrestri,
estendendosi dal porto di Ceyhan attraverso Siria e Libano fino al confine
israelo-libanese.
Non è forse questo uno degli obbiettivi segreti della guerra in Libano? Aprire
uno spazio che permetta ad Israele di controllare un ampio territorio che va dal
confine libanese attraverso Siria e Turchia.
"La lunga guerra"
Il primo ministro israeliano Ehud Olmert ha dichiarato che l'offensiva
israeliana contro il Libano "durerà molto a lungo". Nel frattempo, gli Stati
Uniti hanno accelerato i carichi di armi verso Israele.
Ci sono obbiettivi strategici sottesi alla "Lunga Guerra", connessi al petrolio
e agli oleodotti.
La campagna aerea contro il Libano è inestricabilmente legata agli obbiettivi
strategici israelo-statunitensi nel più vasto Medio Oriente, che include Siria
ed Iran. In recenti sviluppi, la segretaria di stato Usa Condoleeza Rice
ha dichiarato che il principale obbiettivo della sua missione in Medio Oriente
non era sollecitare un cessate il fuoco in Libano, ma piuttosto isolare
la Siria e
l'Iran (Daily Telegraph, 22 luglio 2006).
In questo particolare momento, il rifornimento degli arsenali israeliani con
armi di distruzione di massa prodotte negli Stati Uniti punta ad un'escalation
della guerra sia all'interno che all'esterno dei confini libanesi.
Annesso
Gli azionisti della BTC Co. sono: BP (30.1%); AzBTC
(25.00%); Chevron (8.90%); Statoil (8.71%); TPAO (6.53%);
Eni (5.00%); Total (5.00%), Itochu (3.40%); INPEX
(2.50%), ConocoPhillips (2.50%) e Amerada Hess (2.36%). (Fonte:
BP)
©
Mappa di Eric Waddell, Global Research, 2003.
Per dettagli sulla campagna contro l'oleodotto, vedi:
http://www.bakuceyhan.org.uk/more_info/bp_pipeline.htm
Michel Chossudovsky
Fonte: http://www.globalresearch.ca/
Link
26.07.2006
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da CARLO MARTINI
*Michel Chossudovsky è professore di economia all'università di
Ottawa.
Ha svolto funzioni di consigliere economico per governi di paesi in via di
sviluppo e per numerose organizzazioni internazionali compreso il programma di
sviluppo di Nazioni Unite (UNDP), la Banca di sviluppo africana, l'istituto
africano delle Nazioni Unite per sviluppo economico e la progettazione (AIEDEP),
il fondo monetario della popolazione delle Nazioni Unite (UNFPA),
l'organizzazione internazionale del Lavoro (ILO), l'Organizzazione Mondiale
della Sanità (WHO), la Commissione economica delle Nazioni Unite per l'america
latina ed i Caraibi (ECLAC). Chossudovsky è presidente dell'associazione
canadese degli studi dei Caraibi e dell'America latina. ب membro di un certo
numero di organismi di ricerca compreso il comitato della riforma monetaria ed
economica (COMER), la vigilanza geopolitica della droga (OGD) e del Consiglio
internazionale di salute della gente (IPHC).
Chossudovsky ha partecipato a molte tribune internazionali sui Balcani,
indicando il ruolo criminale del cosiddetto esercito di liberazione del Kosovo,
dei relativi legami con gli STATI UNITI, i servizi segreti tedeschi e la NATO.
Dietro le quinte degli interventi in Bosnia, Cecenia, Kosovo, Afghanistan,
Kashmir, Chossudovsky ricostruisce una trama sottile di interessi privati che
mirano, in realtà, a estendere il sistema del mercato globale aprendo nuove
frontiere economiche ai capitali statunitensi e alimentando la crescita del
complesso militare-industriale americano.
Con precisione meticolosa, l'autore ci mette in guardia sui prevedibili sviluppi
dell'attuale politica estera americano, dove veri e propri atti di guerra sono
annunciati come interventi umanitari; l'occupazione militare e l'uccisione di
civili diventano operazioni di peacekeeping e persino la revoca di alcune
libertà civili è vista come un mezzo indispensabile per assicurare la sicurezza
interna. [Guerra e globalizzazione, Le verità dietro l'11 settembre e la nuova
politica americana; EGA editrice]
Michel Chossudovsky is the author of the international best-seller "The
Globalisation of Poverty" published in eleven languares.
Chossudovsky collabora con Le Monde diplomatique, Thirld World Resurgence and
Covert Action Quarterly
Vedi anche
11/08/2006 Israele, il Petrolio e la Distruzione Pianificata del Libano
Il mondo ha ormai familiarizzato con l’idea delle migrazioni di massa e ne è diventato un amante appassionato…. Hitler --- per quanto sia detestabile --- diede a questo concetto...
http://www.comedonchisciotte.org
Archivio Israele
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