Il 5 settembre il presidente del partito israeliano Likud, Benjamin Netanyahu,
ha incontrato a Washington il vicepresidente Dick Cheney. Anche se Netanyahu non
ha voluto rilasciare commenti sui contenuti dell’incontro, vi sono buone ragioni
per temere che i temi principali siano stati l’Iran e i preparativi per una
“nuova tornata” contro Hezbollah in Libano. Il 17 giugno Netanyahu e Cheney
ebbero un incontro semi-segreto, con la partecipazione di Donald Rumsfeld, in
occasione della conferenza che l’American Enterprise Institute tenne a Beaver
Creek in Colorado. Solo qualche settimana dopo, Israele lanciò l’aggressione
armata contro il Libano.
Incontrando poi 15 senatori, in questa nuova visita a Washington, Netanyahu
ha caldeggiato l’idea di Cheney di minacciare l’Iran con la forza militare se
non pone fine al suo programma nucleare. Ad una conferenza stampa dopo questo
incontro ha detto ai giornalisti che l’opzione militare contro l’Iran dovrebbe
essere “contenuta” in un pacchetto di dure sanzioni.
Netanyahu è anche stato a Filadelfia per partecipare, insieme all’ex
direttore della CIA James Woolsey, ad un seminario del National Museum of
American Jewish History. Woolsey è stato uno dei neocon più impegnati a proporre
l’opzione militare contro l’Iran. L’avvenimento è stato organizzato da un
vecchio compagno di scuola di Netanyahu, Steven L. Friedman, grande
organizzatore di fondi per il Likud.
Netanyahu ha anche parlato all’Hudson Institute, un altro tempio dei neocon,
dove ha detto che il discorso sulla guerra al terrorismo pronunciato da Bush il
5 settembre non ha ricevuto l’attenzione dovuta. A proposito dell’Iran ha detto
che il Presidente si sta preparando a rinunciare a lavorare attraverso le
Nazioni Unite per appoggiarsi a chiunque voglia stare con lui.
In un’intervista al Jewish Current News, l’ex premier ha definito la guerra
tra Israele e Libano “la prima bordata nella battaglia del mondo libero contro
il fondamentalismo Sunnita, o meglio Sciita”. L’Iran è determinato ad ottenere
armi nucleari per costruire un “impero islamico”, ha detto Netanyahu, “ed è per
questo che l’impegno del Presidente Bush ad impedire che l’Iran si doti di bombe
nucleari è la decisione più importante di questa epoca”. L’ultima guerra in
Libano è stata solo “il primo round, ne seguiranno altri e dobbiamo prepararci
... Dovrebbe esserci una divisione del lavoro. Israele dovrebbe smantellare la
macchina militare di Hezbollah e distruggere l’arsenale missilistico. Questo non
è ancora stato ottenuto, ma ad un certo punto dovrà essere fatto, e al tempo
stesso, gli Stati Uniti devono guidare un’iniziativa, propria o internazionale,
per disarmare l’Iran dell’arsenale nucleare”.
Ammettendo in pratica che il “primo round” è stato un’operazione congiunta di
Cheney e Israele, Nethanyahu ha detto: “Questo era il programma prima che la
guerra cominciasse ed è ancora il programma dopo la fine della guerra, o dopo la
fine di questo round della guerra”.
In Israele è molto diffuso il timore che il governo del primo ministro Ehud
Olmert possa cadere entro due o tre mesi, che il suo partito Kadima finisca per
andare in frantumi, e una grossa componente finisca per rientrare nel Likud di
Netanyahu. In tal caso quest’ultimo otterrà il compito di formare il nuovo
governo
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