In Germania
Lidl ha ricevuto accese critiche a causa di un cattivo trattamento dei propri
lavoratori. Secondo queste accuse l’azienda ostacolerebbe l’iscrizione ai
sindacati e imporrebbe ritmi lavorativi pesanti, a fronte di salari troppo
bassi. Il 10 dicembre
2004 l’importante sindacato tedesco Ver.di ha pubblicato il libro “Schwarzbuch
Lidl” (Libro Nero Lidl), nel quale erano descritte con dovizia di particolari
alcune politiche di sfruttamento e di controllo dei lavoratori applicate
nell’azienda. Lidl ha risposto alle accuse definendole una “campagna
diffamatoria”, ed ha giustificato alcuni casi isolati di cattivo clima
lavorativo come il risultato di un forte ritmo di espansione, che non avrebbe
consentito alla direzione centrale di sorvegliare ogni direttore. In ogni caso
il centro di controllo della compagnia ha licenziato 20 direttori dei suoi
supermercati. Inoltre, in risposta allo
Schwarzbuch, l’azienda ha pianificato una campagna pubblicitaria sui
giornali tedeschi, sottolineando di aver creato 50.000 posti di lavoro, 20.000
dei quali solo in
Germania.
In Norvegia
Lidl è stata accusata di non rispettare le tradizioni del paese, costringendo i
propri lavoratori a lavorare le tre domeniche precedenti il Natale e la vigilia
fino alle cinque, quando la tradizione impone in queste giornate di chiudere gli
esercizi commerciali all’una.
Anche in Italia
sono sorte molte polemiche riguardanti tematiche simili, al punto che, nel
2003, il giudice
del lavoro del tribunale di
Savona ha
emesso una sentenza di condanna contro Lidl per attività antisindacale. La
catena non consentirebbe l'apertura di rappresentanze sindacali nei propri punti
vendita italiani.
Inoltre Lidl è accusata di usare strategie aggressive nei confronti dei
propri fornitori, al fine di mantenere bassi i prezzi al consumatore. In
Spagna molti
agricoltori hanno chiesto di boicottare la catena dato che, abusando della sua
posizione dominante, ha fortemente depresso i prezzi di frutta e verdura.
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