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27/03/2007 Napoli, i giovani rispondono all'appello di Sepe. E lui dona una preghiera... (Marco Fabi, http://www.korazym.org)

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Superiore al previsto il numero dei coltelli lasciati nelle chiese di Napoli, su richiesta dell'arcivescovo, cardinale Crescenzio Sepe. Un segno di speranza, rafforzato da una preghiera preparata per la Giornata mondiale della gioventù.

“La mia lettera ha trovato una risposta molto concreta, e direi anche superiore alle previsioni, perché so che per esempio nella cattedrale, nel cesto, hanno deposto numerosi coltelli”. L'arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe non nasconde la sua soddisfazione e alla Radio Vaticana affida pensieri e speranze perché a Napoli un riscatto civile è possibile. L'ex prefetto della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli ci ha creduto dal giorno del suo ingresso nella diocesi partenopea e in questi mesi ha lanciato numerose iniziative, rivolte soprattutto ai giovani.

Una fra tutte, quella di inizio Quaresima, con l'invito a rifiutare la violenza e la logica del più forte, deponendo i propri i coltelli nelle chiese. “C’è una sensibilità molto forte per un riscatto, - ha detto il cardinale - un riscatto civile, un riscatto anche culturale ed economico, soprattutto poi se è fondato sulle motivazioni religiose che noi cerchiamo di dare continuamente nei vari incontri, soprattutto con i giovani. C’è una risposta molto positiva. C’è bisogno però che questi ragazzi in genere, ma anche la popolazione, sia aiutata a darsi delle motivazioni per poter reagire”.

Da qui, la scelta di “di incarnarmi un po’ nella situazione che stiamo vivendo in questo particolare momento” e di “risvegliare le coscienze che si trovano in uno stato piuttosto quiescente”. Obiettivo: “rientrare un po’ in se stessi e quindi cercare di legare quel senso molto profondo che si sente qui a Napoli”. I giovani dunque hanno risposto e c'è anche chi ha portato il proprio coltello direttamente all'arcivescovo, con un messaggio chiaro: “Ho voluto mandare direttamente a lei il coltello che usavo per difendermi”.

Gesti concreti, mai disgiunti dal messaggio di speranza del cristianesimo. Ed è proprio con questo spirito che il cardinale ha voluto donare ai giovani una preghiera, in vista della Giornata mondiale della gioventù del 2007. La richiesta a Dio è impegnativa e semplice insieme: “Donaci Signore la forza di essere per Te, con Te ed in Te, Sentinelle della Speranza. Testimoni della Luce che viene ad illuminare e riscaldare le notti dello Spirito, le notti della disperazione, dell’ingiustizia, della violenza, delle guerre, della criminalità, ma soprattutto dell’indifferenza”. Il tutto, radicato nella speranza che in Cristo “resta poco della notte”. È la luce “manifestata da tantissimi uomini e donne di buona volontà che amano la città e lavorano per renderla casa aperta a tutti”; “di tante vittime innocenti ci impegnano a favore della giustizia e della legalità, affinché non venga vanificato il loro sacrificio”; ma anche dei “tanti bambini che nascono e vivono con noi e per noi”.

Compito dei giovani è quello di aprire le mani “per lasciare cadere i coltelli ed ogni forma di offesa, recuperando sorrisi, strette di mano, parole di amicizia” e “accendere una candela nella notte, luce di speranza contro ogni pessimismo e delusione”. La lettera si conclude con una certezza: “Aiutati da Maria, lo possiamo credere in Cristo Gesù Nostro Signore”.

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