Superiore al previsto il numero dei coltelli
lasciati nelle chiese di Napoli, su richiesta dell'arcivescovo,
cardinale Crescenzio Sepe. Un segno di speranza, rafforzato da una
preghiera preparata per la Giornata mondiale della gioventù.
“La mia lettera ha
trovato una risposta molto concreta, e direi anche superiore alle
previsioni, perché so che per esempio nella cattedrale, nel cesto, hanno
deposto numerosi coltelli”. L'arcivescovo di Napoli, cardinale
Crescenzio Sepe non nasconde la sua soddisfazione e alla Radio Vaticana
affida pensieri e speranze perché a Napoli un riscatto civile è
possibile. L'ex prefetto della Congregazione per l'evangelizzazione dei
popoli ci ha creduto dal giorno del suo ingresso nella diocesi
partenopea e in questi mesi ha lanciato numerose iniziative, rivolte
soprattutto ai giovani.
Una fra tutte, quella di inizio Quaresima, con l'invito a rifiutare la
violenza e la logica del più forte, deponendo i propri i coltelli nelle
chiese. “C’è una sensibilità molto forte per un riscatto, - ha detto il
cardinale - un riscatto civile, un riscatto anche culturale ed
economico, soprattutto poi se è fondato sulle motivazioni religiose che
noi cerchiamo di dare continuamente nei vari incontri, soprattutto con i
giovani. C’è una risposta molto positiva. C’è bisogno però che questi
ragazzi in genere, ma anche la popolazione, sia aiutata a darsi delle
motivazioni per poter reagire”.
Da qui, la scelta di “di incarnarmi un po’ nella situazione che stiamo
vivendo in questo particolare momento” e di “risvegliare le coscienze
che si trovano in uno stato piuttosto quiescente”. Obiettivo: “rientrare
un po’ in se stessi e quindi cercare di legare quel senso molto profondo
che si sente qui a Napoli”. I giovani dunque hanno risposto e c'è anche
chi ha portato il proprio coltello direttamente all'arcivescovo, con un
messaggio chiaro: “Ho voluto mandare direttamente a lei il coltello che
usavo per difendermi”.
Gesti concreti, mai disgiunti dal messaggio di speranza del
cristianesimo. Ed è proprio con questo spirito che il cardinale ha
voluto donare ai giovani una preghiera, in vista della Giornata mondiale
della gioventù del 2007. La richiesta a Dio è impegnativa e semplice
insieme: “Donaci Signore la forza di essere per Te, con Te ed in Te,
Sentinelle della Speranza. Testimoni della Luce che viene ad illuminare
e riscaldare le notti dello Spirito, le notti della disperazione,
dell’ingiustizia, della violenza, delle guerre, della criminalità, ma
soprattutto dell’indifferenza”. Il tutto, radicato nella speranza che in
Cristo “resta poco della notte”. È la luce “manifestata da tantissimi
uomini e donne di buona volontà che amano la città e lavorano per
renderla casa aperta a tutti”; “di tante vittime innocenti ci impegnano
a favore della giustizia e della legalità, affinché non venga vanificato
il loro sacrificio”; ma anche dei “tanti bambini che nascono e vivono
con noi e per noi”.
Compito dei giovani è quello di aprire le mani “per lasciare cadere i
coltelli ed ogni forma di offesa, recuperando sorrisi, strette di mano,
parole di amicizia” e “accendere una candela nella notte, luce di
speranza contro ogni pessimismo e delusione”. La lettera si conclude con
una certezza: “Aiutati da Maria, lo possiamo credere in Cristo Gesù
Nostro Signore”.
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