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28/09/2006 Finanziaria, Ultimo Sforzo (www.verdi.it)

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    I soldi del Ponte per le infrastrutture del Sud. Supertassa sui Suv. Niente bollo per le Euro 4 (speriamo non diesel). Verdi: "Niente a difesa del suolo, lotta allo smog e rinnovabili. Non è votabile"

    “Le risorse stanziate per il ponte sullo Stretto di Messina saranno utilizzate per le infrastrutture al Sud”. Lo ha detto il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa nel corso dell'incontro sulla Finanziaria con le parti sociali. Finanziaria che sarà di 30 miliardi, entità obbligata per rimediare al depauperamento dei 5 punti di avanzo primario, che hanno fatto vertiginosamente lievitare il deficit dello Stato rispetto al prodotto interno lordo, perpetrato dal governo Berlusconi.

      "Lo stop al ponte sullo stretto è positivo, ma resta la nostra contrarietà a questa finanziaria senza fondi per la lotta allo smog nelle città e contro le frane", ha commentato il presidente dei Verdi e ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio.

      Non basta neanche l’ipotizzata super tassa sui Suv e lo stop per cinque anni del pagamento del bollo per le auto Euro 4 a sedare gli animi degli ecologisti. Per giudicare la portata ambientale dello sconto alle Euro 4, bisognerà vedere se potranno beneficiarne anche i veicoli diesel: in tal caso l’ambiente non ne guadagnerà molto, visto che un diesel Euro 4 emette Pm10 (le temibili polveri sottili che attanagliano le città italiane) quanto un Euro 0 a benzina.

      In generale la manovra si prospetta equa dal punto di vista sociale, ma gravemente deficitaria dal punto di vista ambientale, “zero alla difesa del suolo, come nella finanziaria di Berlusconi”, sottolinea polemico il ministro dell’Ambiente.

      Previsti sgravi per i redditi sotto i 40 mila euro lordi l’anno e l’aumento dell’aliquota dal 39% al 43 per quelli da 70 a 100 mila euro (poco più dell’1 per cento dei contribuenti - su un totale di circa 40 milioni in tutta Italia - ai quali sarà prelevato da 50 a 150 euro in più al mese). Torna poi il credito d’imposta, cioè il bonus automatico per le imprese del Mezzogiorno che assumono o fanno investimenti. I sindacati apprezzano, ma chiedono risorse per il rinnovo dei contratti pubblici. I comuni sono in attesa, ma, dice il presidente di Anci Leonardo Domenici, molto preoccupati per il mantenimento dei tagli introdotti dal governo Berlusconi.

    Luci e ombre insomma. In Italia, dice, Pecoraro Scanio, “serve però una vera svolta per l'ambiente”, se no la finanziaria “non può essere votata”: non ci sono ancora “misure sufficienti in favore dell'ambiente e per la qualità della vita dei cittadini”. Gli dà manforte Legambiente, che attraverso il presidente Roberto Della Seta ha indicato i punti su cui è necessaria un’inversione di tendenza, gli stessi indicati dal ministro dell’Ambiente (difesa del suolo, energie rinnovabili, lotta allo smog).

      Il ministro ha così annunciato che porterà gli emendamenti dei Verdi in Consiglio dei ministri e se non saranno accettati si alzerà e uscirà dalla sala di palazzo Chigi per riproporli in seguito a Montecitorio.

      Anche alla cooperazione internazionale potrebbero mancare le risorse promesse. “Sarebbe un atto di grande cecità politica, un segnale di incoerenza e di inganno rispetto agli impegni assunti dalla coalizione di governo fin dalla presentazione del programma”, affermano le ong italiane Cisp, Coopi, Cosv, Intersos e Movimondo.

      Secondo le organizzazioni, invece, occorrerebbe mantenere per il 2007 almeno lo stesso stanziamento che era stato previsto per il 2006, pari a 583 milioni, con l'aumento simbolico di un milione di euro "come segno dell'avviato incremento che troverà compiutezza nei restanti anni della legislatura".

      Pur essendosi impegnata nelle sedi internazionali a destinare lo 0,7% del Pil per gli aiuti allo sviluppo, l'Italia - ricordano le ong - in questi ultimi dieci anni ha gradualmente ridotto le risorse fino ad arrivare al minimo storico dello 0,1%. Un ulteriore taglio, insistono le organizzazioni non governative, sarebbe "politicamente ed eticamente insostenibile e intaccherebbe gravemente la credibilità del programma e delle forze di governo

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