Il disegno di legge sulla sospensione della riforma dell'ordinamento
giudiziario, passato con 159 voti a favore e 148 voti contrari, verrà ora
trasferito alla Camera per la seconda lettura
Nella seduta pomeridiana di ieri il
Senato ha
approvato il Ddl 635, in materia di ordinamento giudiziario con 159
voti a favore, 148 contrari e nessun astenuto. Il provvedimento passa ora
all'esame della Camera per la seconda lettura. Dopo due sospensioni nel
pomeriggio, l'Assemblea ha dunque approvato il disegno di legge in un testo
modificato ulteriormente con l'emendamento 4.0.600 e, in particolare, con
l'approvazione dell'emendamento 1.700, relativo al decreto legislativo n.
109 (sui procedimenti disciplinari nei confronti dei magistrati), frutto di
una intesa tra maggioranza e opposizione. Come illustrato dal
relatore Cesare Salvi (Ulivo), non è più prevista la sospensione del
decreto, bensì la sua modifica: si mantiene la tipizzazione delle
fattispecie di illecito disciplinare, che vengono ridefinite; viene indicata
una nuova regolamentazione dell'attività politica dei magistrati; è
confermata l'obbligatorietà dell'azione disciplinare, ma viene introdotto un
filtro in Cassazione per evitare che esposti manifestamente infondati
impegnino la competente sezione del CSM, con la possibilità, comunque, di
ricorso sulla prima valutazione; viene infine eliminata la presenza di un
delegato del Ministro nelle diverse fasi del procedimento disciplinare. Su
proposta del senatore Nitto Francesco Palma (FI) sono stati portati a due
anni tanto il termine per la conclusione della fase istruttoria, quanto il
termine per la conclusione dei procedimenti disciplinari.
Nelle dichiarazioni di voto finale, i senatori Oskar Peterlini
(Aut) e Giuseppe Di Lello Finuoli (RC), intervenuto a nome
dell'Unione, hanno espresso consenso sul provvedimento ed apprezzamento per
l'operato del ministro Mastella e per lo sforzo di convergenza dei due
schieramenti politici nell'interesse dei cittadini. Concordi sull'importanza
dei risultati raggiunti per quanto riguarda i decreti legislativi nn. 106 e
109, che confermano l'impianto della riforma Castelli, hanno tuttavia negato
il voto a favore sul complesso del provvedimento i senatori Giovanni
Pistorio (DC-PRI-IND-MPA), Francesco D'Onofrio (UDC), Roberto Castelli
(Lega), Antonino Caruso (AN) e Roberto Centaro (FI), che hanno confermato la
critica alla sospensione del decreto legislativo n.160 sulla separazione
delle funzioni tra magistratura giudicante e referente e sulla progressione
in carriera dei magistrati, sospensione che continua a mettere a rischio una
delle parti fondamentali della riforma Castelli.
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