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31/01/2007 Rapporto Eurispes 2007: Un'Italia schizofrenica (Carlo Gambescia, carlogambesciametapolitics.blogspot.com, http://www.canisciolti.info)

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Un'Italia schizofrenica... Tanto per cambiare Una breve premessa. Spesso i giornali non ne parlano, perché si tratta di questioni troppo tecniche. Ma è bene che il lettore sappia e capisca. Che cosa? Che gli annuali ritratti, tracciati dall’Eurispes (http://www.eurispes.it), sono dal punto di vista del metodo particolarmente interessanti. Perché puntano sulle differenze di comportamento degli italiani, piuttosto che sulle conformità.

Infatti, il suo presidente Gian Maria Fara ama parlare, in modo immaginoso, di un metodo d’indagine che si ispira alla “dialettica degli opposti”. Probabilmente perché è proprio questa, la chiave antropologica giusta, che consente di decifrare meglio i comportamenti degli italiani. I quali, più di altri popoli, usano da sempre dividersi e ricomporsi, in modo schizofrenico, tra essere e apparire. E, sotto questo aspetto, anche il Rapporto 2007, non delude. Perché illustra chiaramente, quanto questa “polarità” sia ancora assai diffusa nei comportamenti. Iniziamo, dando però, qualche dato sintetico. Secondo il Rapporto - che si basa su interviste a campione - un italiano su due sente di avere meno soldi in tasca: la metà delle famiglie dichiara un reddito inferiore a 1.900 euro al mese.

Ma al tempo stesso si asserisce che la principale preoccupazione non è il costo della vita ( il 15,8 % contro il 23,6% del 2006). Di conseguenza il 25 % degli intervistati afferma di continuare a viaggiare per turismo, come e più di prima. Lo stesso accade per il tempo libero: il 20,7% afferma di essere stato costretto ad annullare le spese per le attività ricreative, ma il 27,5% dichiara di non aver modificato le proprie abitudini. La risposta probabilmente è nella crescita del credito al consumo: le erogazioni delle sole banche alle famiglie, tra il 2000 e il 2006, sono cresciute del 77 % . Anche i prestiti delle società finanziarie sono aumentati nello stesso periodo dell’84 %. All’ indebitamento, corrisponde l’aumento del fatturato delle imprese: gli italiani continuano a “comprare” (magari a rate…)

Crescono anche i profitti delle grandi imprese quotate in borsa. Mentre diminuiscono i redditi da lavoro dipendente. Interessanti, anche i dati sui diritti civili postmoderni: un italiano su tre è favorevole al matrimonio tra omossessuali. Il 67% dice sì al Pacs. Diminuiscono i contrari all’eutanasia (dal 1987 ad oggi sono passati dal 40,8 % al 23,5 %). Ma il 60,7% si dichiara vicino alle posizioni dottrinarie della Chiesa, benché il dato sia in calo rispetto al 2006. Crescono i matrimoni misti: si passa dal 3,3% del 1993 al 14,3% del 2005. Tuttavia il numero delle coppie che divorziano è elevato. In pratica una coppia mista su tre si separa, mentre il tasso dei divorzi è il doppio di quello delle coppie italiane.

Restano, perciò, alcuni dubbi sulla reale volontà degli italiani di creare una società multietnica, solida e duratura. Anche perché due italiani su dieci continuano ad attribuire solo agli stranieri il presunto aumento della criminalità. Inoltre, sono oltre 2.130.000 i soggetti che hanno "sniffato" cocaina almeno una volta nella vita, e quasi 700mila, coloro che lo hanno fatto nell’ ultimo anno. Il prezzo medio della "polvere bianca" è diminuito da 99 a 87 euro nel corso degli ultimi 4 anni: il costo cala e il consumo aumenta. La crescente popolarità di questa droga riguarda soprattutto gli uomini tra i 25 e i 34 anni; dal 2000 al 2005 gli utenti in carico presso i Sert sono più che raddoppiati (rispetto al totale) raggiungendo la quota record del 13,2 %.

Infine, l'evasione fiscale arriva a superare i 210 miliardi, ed è pari a circa 6 volte la Finanziaria 2007. Secondo stime Eurispes, nel 2007, il maggior carico per color che pagano le tasse sarà tra 9,5 e 10 punti in più rispetto alla pressione consueta. Il 69,1% degli italiani ritiene molto grave l'evasione fiscale. E quasi due italiani su tre si dicono d’accordo con l'affermazione secondo cui “è indispensabile pagare le tasse allo Stato perché la collettività possa avere un livello accettabile di servizi pubblici". E qui è facile concludere che gli italiani predicano bene ma razzolano male …

Quanto alle istituzioni, resta alta la fiducia nelle forze dell’ordine (il 73,5 % degli intervistati); segue quella nel presidente delle Repubblica, Giorgio Napolitano (il 63,2%); nella magistratura (il 39,8 %); nel governo (il 30,7 %); e infine nei partiti (12,6 %). Però, circa il 47 % del campione intervistato, dichoiara, rispetto al 2006, di avere maggiore sfiducia nelle istituzioni in quanto tali. E, ora, le nostre conclusioni. Che dire? un italiano su due continua a non sentirsi povero. E uno su quattro a non avvertire alcuna crisi. Evidentemente, è proprio l’ economia del debito che riesce a mantenere a un livello di tollerabilità sociale spese e morale degli italiani. E di riflesso quello delle imprese. Le quali, rispetto al 2006, hanno addirittura aumentato gli ordinativi del 9,3 % .

Mentre, come tradizione vuole, un italiano su due, continua a non fidarsi dello Stato ( e sempre meno delle istituzioni politiche: governo e partiti). Infine, incrociando le diverse percentuali, si scopre che tre italiani su dieci, finiscono per risultare favorevoli, sia alla morale cattolica tradizionale, sia a quella relativistico-postmoderna, incarnata dai pacs. Insomma, gli italiani, cercano di tenersi a galla in tutto modi, ricorrendo (se capita) all’evasione fiscale e (sempre più) al credito al consumo. Mentre sul piano dei diritti civili e delle scelte morali si persevera nell’etica dell’occasione: nella stessa persona, soprattutto di età matura, (dal momento che gli anziani, over 65, sono il 20% della popolazione, e i giovani tra i 15 i 34 anni, il 25%), continuano a convivere in modo schizofrenico, e secondo convenienza, l’evasore e il cittadino modello, il cattolico all’antica e il relativista postmoderno, il gaudente e il povero. E perché no?

Anche l’ottimista e il pessimista… Ma fino a quando? Di sicuro, sul piano economico, fino a quando l’indebitamento al consumo non diverrà un peso insopportabile per singoli e famiglie. Invece, su quello dei comportamenti morali e sessuali, potremmo vederne delle belle (o delle brutte, secondo il punto di vista): il relativista postmoderno potrebbe anche avere la meglio sul cattolico all’antica… Quanto alla sfiducia nelle istituzioni potrebbe, anzi dovrebbe, andare sempre peggio. Ma questa non è una grande novità.

Carlo Gambescia
carlogambesciametapolitics.blogspot.com

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