Un'Italia schizofrenica... Tanto per cambiare Una breve
premessa. Spesso i giornali non ne parlano, perché si tratta di questioni troppo
tecniche. Ma è bene che il lettore sappia e capisca. Che cosa? Che gli annuali
ritratti, tracciati dall’Eurispes (http://www.eurispes.it),
sono dal punto di vista del metodo particolarmente interessanti. Perché puntano
sulle differenze di comportamento degli italiani, piuttosto che sulle
conformità.
Infatti, il suo presidente Gian Maria Fara ama parlare, in modo immaginoso, di
un metodo d’indagine che si ispira alla “dialettica degli opposti”.
Probabilmente perché è proprio questa, la chiave antropologica giusta, che
consente di decifrare meglio i comportamenti degli italiani. I quali, più di
altri popoli, usano da sempre dividersi e ricomporsi, in modo schizofrenico, tra
essere e apparire. E, sotto questo aspetto, anche il Rapporto 2007, non delude.
Perché illustra chiaramente, quanto questa “polarità” sia ancora assai diffusa
nei comportamenti. Iniziamo, dando però, qualche dato sintetico. Secondo il
Rapporto - che si basa su interviste a campione - un italiano su due sente di
avere meno soldi in tasca: la metà delle famiglie dichiara un reddito inferiore
a 1.900 euro al mese.
Ma al tempo stesso si asserisce che la principale preoccupazione non è il costo
della vita ( il 15,8 % contro il 23,6% del 2006). Di conseguenza il 25 % degli
intervistati afferma di continuare a viaggiare per turismo, come e più di prima.
Lo stesso accade per il tempo libero: il 20,7% afferma di essere stato costretto
ad annullare le spese per le attività ricreative, ma il 27,5% dichiara di non
aver modificato le proprie abitudini. La risposta probabilmente è nella crescita
del credito al consumo: le erogazioni delle sole banche alle famiglie, tra il
2000 e il 2006, sono cresciute del 77 % . Anche i prestiti delle società
finanziarie sono aumentati nello stesso periodo dell’84 %. All’ indebitamento,
corrisponde l’aumento del fatturato delle imprese: gli italiani continuano a
“comprare” (magari a rate…)
Crescono anche i profitti delle grandi imprese quotate in borsa. Mentre
diminuiscono i redditi da lavoro dipendente. Interessanti, anche i dati sui
diritti civili postmoderni: un italiano su tre è favorevole al matrimonio tra
omossessuali. Il 67% dice sì al Pacs. Diminuiscono i contrari all’eutanasia (dal
1987 ad oggi sono passati dal 40,8 % al 23,5 %). Ma il 60,7% si dichiara vicino
alle posizioni dottrinarie della Chiesa, benché il dato sia in calo rispetto al
2006. Crescono i matrimoni misti: si passa dal 3,3% del 1993 al 14,3% del 2005.
Tuttavia il numero delle coppie che divorziano è elevato. In pratica una coppia
mista su tre si separa, mentre il tasso dei divorzi è il doppio di quello delle
coppie italiane.
Restano, perciò, alcuni dubbi sulla reale volontà degli italiani di creare una
società multietnica, solida e duratura. Anche perché due italiani su dieci
continuano ad attribuire solo agli stranieri il presunto aumento della
criminalità. Inoltre, sono oltre 2.130.000 i soggetti che hanno "sniffato"
cocaina almeno una volta nella vita, e quasi 700mila, coloro che lo hanno fatto
nell’ ultimo anno. Il prezzo medio della "polvere bianca" è diminuito da 99 a 87
euro nel corso degli ultimi 4 anni: il costo cala e il consumo aumenta. La
crescente popolarità di questa droga riguarda soprattutto gli uomini tra i 25 e
i 34 anni; dal 2000 al 2005 gli utenti in carico presso i Sert sono più che
raddoppiati (rispetto al totale) raggiungendo la quota record del 13,2 %.
Infine, l'evasione fiscale arriva a superare i 210 miliardi, ed è pari a circa 6
volte la Finanziaria 2007. Secondo stime Eurispes, nel 2007, il maggior carico
per color che pagano le tasse sarà tra 9,5 e 10 punti in più rispetto alla
pressione consueta. Il 69,1% degli italiani ritiene molto grave l'evasione
fiscale. E quasi due italiani su tre si dicono d’accordo con l'affermazione
secondo cui “è indispensabile pagare le tasse allo Stato perché la collettività
possa avere un livello accettabile di servizi pubblici". E qui è facile
concludere che gli italiani predicano bene ma razzolano male …
Quanto alle istituzioni, resta alta la fiducia nelle forze dell’ordine (il 73,5
% degli intervistati); segue quella nel presidente delle Repubblica, Giorgio
Napolitano (il 63,2%); nella magistratura (il 39,8 %); nel governo (il 30,7 %);
e infine nei partiti (12,6 %). Però, circa il 47 % del campione intervistato,
dichoiara, rispetto al 2006, di avere maggiore sfiducia nelle istituzioni in
quanto tali. E, ora, le nostre conclusioni. Che dire? un italiano su due
continua a non sentirsi povero. E uno su quattro a non avvertire alcuna crisi.
Evidentemente, è proprio l’ economia del debito che riesce a mantenere a un
livello di tollerabilità sociale spese e morale degli italiani. E di riflesso
quello delle imprese. Le quali, rispetto al 2006, hanno addirittura aumentato
gli ordinativi del 9,3 % .
Mentre, come tradizione vuole, un italiano su due, continua a non fidarsi dello
Stato ( e sempre meno delle istituzioni politiche: governo e partiti). Infine,
incrociando le diverse percentuali, si scopre che tre italiani su dieci,
finiscono per risultare favorevoli, sia alla morale cattolica tradizionale, sia
a quella relativistico-postmoderna, incarnata dai pacs. Insomma, gli italiani,
cercano di tenersi a galla in tutto modi, ricorrendo (se capita) all’evasione
fiscale e (sempre più) al credito al consumo. Mentre sul piano dei diritti
civili e delle scelte morali si persevera nell’etica dell’occasione: nella
stessa persona, soprattutto di età matura, (dal momento che gli anziani, over
65, sono il 20% della popolazione, e i giovani tra i 15 i 34 anni, il 25%),
continuano a convivere in modo schizofrenico, e secondo convenienza, l’evasore e
il cittadino modello, il cattolico all’antica e il relativista postmoderno, il
gaudente e il povero. E perché no?
Anche l’ottimista e il pessimista… Ma fino a quando? Di sicuro, sul piano
economico, fino a quando l’indebitamento al consumo non diverrà un peso
insopportabile per singoli e famiglie. Invece, su quello dei comportamenti
morali e sessuali, potremmo vederne delle belle (o delle brutte, secondo il
punto di vista): il relativista postmoderno potrebbe anche avere la meglio sul
cattolico all’antica… Quanto alla sfiducia nelle istituzioni potrebbe, anzi
dovrebbe, andare sempre peggio. Ma questa non è una grande novità.
Carlo Gambescia
carlogambesciametapolitics.blogspot.com
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