Per garantire maggiore libertà dei consumatori e il
confronto concorrenziale con gli altri canali distributivi.Contraria
Federfarma. Liberalizzare orari, turni e ferie delle farmacie
stabiliti su base regionale per garantire maggiori opportunità di
accesso ai farmaci da parte dei cittadini e offrire agli stessi farmacisti
le armi necessarie per fronteggiare la concorrenza degli altri canali
distributivi. Lo chiede l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato
in una segnalazione approvata il 1° febbraio e inviata al Governo, ai
presidenti di Camera e Senato e alle Regioni.
Secondo l'Autorità occorre:
- eliminare il limite di ore massime per l'apertura giornaliera o
settimanale, estendendo la facoltà di apertura degli esercizi al di là
degli orari minimi previsti dalla normativa;
- eliminare i giorni di chiusura obbligatoria domenicale, festiva e
infrasettimanale;
- eliminare il limite minimo di ferie annuali;
- eliminare l'imposizione di obblighi di uniformità negli orari di
apertura;
Nella segnalazione l'Autorità ricorda di avere in più occasioni
espresso l'auspicio di una regolamentazione dell'attività delle
farmacie a livello regionale maggiormente improntata alla promozione della
concorrenza. Per l'Autorità se appaiono giustificati orari e turni minimi di
vendita, perché finalizzati ad assicurare l'obiettivo di interesse pubblico
della piena reperibilità dei farmaci, i vincoli che impediscono ai
farmacisti di prestare i propri servizi oltre gli orari e i turni minimi
appaiono restringere ingiustificatamente la concorrenza tra farmacie,
impedendo l'ampliamento dell'offerta a beneficio dei consumatori.
La rimozione dei vincoli è ancor più necessaria alla luce del
decreto Bersani che ha introdotto la possibilità di vendita dei
farmaci senza obbligo di prescrizione (SOP) da parte di esercizi commerciali
diversi dalle farmacie. Numerosi titolari di farmacia hanno infatti
avvertito la necessità di disporre di maggiore libertà nelle proprie scelte
commerciali, anche in termini di orari di apertura, turni, ferie, ecc., come
testimoniato da numerose sollecitazioni pervenute all'Autorità.
I vincoli segnalati - sottolinea il Garante per la concorrenza -
risultano in effetti discriminatori, visto che impediscono alle farmacie di
operare "ad armi pari" rispetto ai nuovi operatori autorizzati dal decreto
Bersani: nel nuovo quadro regolamentare, i limiti massimi all'apertura delle
farmacie rischiano in sostanza di mettere in discussione la permanenza sul
mercato degli esercizi farmaceutici maggiormente soggetti alla concorrenza
nascente e, quindi, la stessa capillarità della rete delle farmacie.
L'Autorità segnala infine gli aspetti problematici delle
previsioni regionali che riconoscono competenze agli organismi
rappresentativi dei farmacisti nella definizione dei limiti massimi di
apertura al pubblico delle farmacie e delle relative deroghe. Se a decidere
sono gli stessi rappresentanti dei farmacisti c'è il rischio che si tenda ad
uniformare l'attività degli associati limitando le loro autonome iniziative
imprenditoriali.
Secondo Federfarma "consentire alle farmacie di restare aperte al
di là dell'orario oggi previsto significherebbe mettere in crisi il
sistema dei turni.Con il pretesto della concorrenza, di fatto si distrugge
il servizio farmaceutico che oggi funziona, è efficiente ed e', se non il
migliore, tra i migliori di Europa".
Archivio Decreto Bersani e Liberalizzazioni
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