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19/11/2006 Contromafie, il messaggio di Bertinotti (www.lanuovaecologia.it)

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La lotta alla mafia chiama in causa la politica. Essa, avete insegnato, si combatte a partire dai territori ma non si può esaurire in essi. Deve prodursi nei gangli vitali dell'economia e della finanze". Il saluto del presidente della Camera a Don Ciotti per la giornata conclusiva degli Stati generali dell'Antimafia. Lunedì Bertinotti riceverà dal presidente di Libera il Manifesto di Contromafie

Caro Luigi,
confidavo molto di essere oggi con voi soprattutto per confermare con la presenza l'apprezzamento mio e dell'Istituzione per un'attività così importante e impegnativa come quella che Libera svolge da anni. Avrò modo di rivolgere questo apprezzamento direttamente a te nell'incontro di domani alla Camera. Resta il dispiacere di non poter essere con voi, ma la giornata conclusiva della sessione dei lavori della Camera sulla finanziaria e il bilancio, con i voti finali, me lo immpedisce.

Basterebbe la denuncia del numero di morti di mafia che avete ripetutamente ricordato nei vostri lavori per dire quanto la lotta alla criminalità organizzata debba impegnare la politica e le Istituzioni repubblicane. Ma i rapporti, gli intrecci duri e opacizzati che si tendono tra criminalità organizzata, economia e finanza, fanno di questa lotta, nel nuovo ciclo dell'economia della globalizzazione, un elemento strategicamente importante ai fini di costruire una democrazia partecipata, un'organizzazione economica e sociale guidata dagli interessi generali e un controllo democratico sulle grandi scelte della società. La lotta alla mafia, avete insegnato, si combatte a partire dai territori, ma non si può esaurire in essi. Deve bensì prodursi coerentemente nei gangli vitali dell'economia e delle finanze. La lotta alla mafia chiama in causa la politica. E' certo necessaria e meritoria l'azione di contrasto della magistratura e delle forze dell'ordine dello Stato repubblicano. Ma c'è una dimensione sociale della lotta che diventa ogni giorno più necessario praticare a fronte di un processo di modernizzazione che, insieme a delle opportunità, determina drammatici fenomeni di crisi della coesione sociale, incertezza sul proprio futuro, precarietà e persino vede affiorare nuovi fattori di crisi della convivenza civile.

Le energie presenti nella società, anche nelle terre più duramente colpite dalle mafie, sono una risorsa. Tocca alla politica non disperderle e non scoraggiarle e al contrario, offrire loro una intercoluzione e un sostegno attraverso la messa in campo di un disegno e una pratica di riforma della società. Il circuito requisizione dei beni di mafia, immissione degli stessi liberati in un circuito socio-economico virtuoso, attivazione di risorse umane, civili e culturali, riforme di società, andrebbe non solo irrobustito, ma pensato come capace di allargarsi ad altre esperienze e di costruire esempi di riferimento Il rifiuto di ogni compromesso con la criminalità organizzata e la bonifica di una società riformata credo siano le coordinate sulle quali può crescere la buona politica per riformare essa medesima, riconquistando la considerazione e la partecipazione popolare.

Le parole profetiche di Danilo Dolci riacquistano per tutti noi, credo, il valore di un impegno.
Buon lavoro.

Fausto Bertinotti
Presidente della Camera dei deputati

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