Il progetto Wikipedia nasce come creazione di un'enciclopedia, in cui
inserire l'universalità del sapere umano mediante la raccolta delle
informazioni da parte di tutti gli utenti. L'obiettivo di base era
donare un grande strumento per costruire l'enciclopedia del popolo,
quella libera e accessibile a tutti, modificabile da chiunque esterno al
progetto, demandando al responsabile della pagina il controllo delle
modifiche apportate. Sebbene siano state dettate delle regole per
l'inserimento delle informazioni, molteplici sono stati i casi di abuso
del progetto, in quanto se da una parte non viene controllato il
contenuto degli articoli, dall'altra ci sono stati episodi si censura e
di eliminazione di informazioni più o meno rilevante.
Come non ricordare, per esempio, la lacuna spesso segnalata dell'assenza
della voce che spiega il "signoraggio", una cosa questa molto incoerente
per una enciclopedia che dice di voler fare informazione dal basso,
partendo dal popolo stesso. Altri invece hanno segnalato il grave
problema della creazione dei forum di discussione agli articoli inseriti
con false identità, con l'esclusivo scopo di creare confusione su di un
argomento, o, peggio, creare una certa persuasione su di un determinato
argomento. Considerando che, innanzitutto, chiunque può inserire
informazioni e può facilmente modificarle, la pubblicazione di un post a
cui segue il forum, riesce alla fine a manipolare il pensiero, a barare
sulle regole della percezione e della elaborazione dei dati, perché dà
credito a ciò che è stato scritto.
Wikipedia, come anche Indimedia, è un progetto dei servizi segreti per
controllare la propaganda e pilotare la controinformazione, dando poi la
convinzione che la verità si trovi scritta proprio sulle sue pagine. In
realtà, l'univa verità che si può incontrare è che Wikipedia ha fatto,
in questi anni una vera razzia delle informazioni che le persone hanno
inserito lì, è uno strumento altamente democratico, ma senza una
regolamentazione diventa anarchico, confusionario e crea nelle persone
smarrimento e rabbia, dinanzi alla quale le persone rinunciano a
riflettere con la propria mente.
In ogni caso, è stata fatta una vera manipolazione dei dati inseriti e
dunque dello strumento stesso, tant'è che si può parlare addirittura di
un caso di reato informatico. Quello che sta avvenendo nel campo
informatico, a tutti un po' sconosciuto, è il perpetuarsi di un crimine
dovuto all'assenza di leggi o di prassi che condannano certe
"commissioni" o "omissioni" da parte delle società produttrici di
software. Per un periodo di tempo il software delle banche hanno
calcolato interessi su interessi e pochi alzarono una mano per difendere
le imprese. Alcuni hanno notato che il software di una banca fatturava
la voce dell'operazione in base a quante righe venivano occupate, in
modo che la Banca guadagna soldi per commissioni che non sono mai
esistite. E' un errore questo, o una reale intenzione di imbrogliare?
Gli errori non sono casuali, sono vuoti all'interno del programma che
volutamente creano distorsioni, manomissioni e rapine. Le fasi di
creazione del software non vengono controllate, e si demanda alla saggia
"morale" della casa produttrice, o alle esigenze meramente tecniche,
dimenticando invece l'eticità che deve ispirare la costruzione del
programma e le sue fasi di utilizzo. Siamo invece in una situazione in
cui, non solo non esiste un vero "reato informatico" per i danni e gli
imbrogli causati, ma non esiste alcuna eticità che regolamenta il modo
di trattare dati, di diffondere il software, o lo stesso obiettivo che
intende raggiungere.
Questa è la nuova era che ci troviamo ad attraversare, questa è la nuova
guerra, in cui colui che possiede lo strumento, le chiavi e i codici
sorgente, può cambiare dall'oggi al domani le regole del gioco e imporre
agli altri la nuova realtà. Nessuno avrà la possibilità di influire su
tale processo, e gli utenti in particolar modo, perché quando
utilizziamo un software o qualsiasi altro servizio sulla rete ci
chiedono di accettare incondizionatamente delle clausole, che non
possono essere cambiate né possono essere ignorate, pena la non
concessione del servizio.
Chi installa un programma, o creare un account o qualsiasi casella
postale, deve assolutamente approvare il contratto che gli si chiede di
visionare, e in caso contrario, gli viene tolto il diritto di
utilizzarlo. Allo stesso modo, se quel servizio comincia per noi essere
un mezzo di primaria importanza, per ampliare le proprie vedute o per
lavorare, a lui non possiamo rinunciare, e volentieri firmiamo per la
manipolazione dei dati delle nostre informazioni.
Non possiamo oggi decidere di fare una rivoluzione, di creare una
organizzazione che voglia cambiare il sistema senza un software che dia
il coordinamento delle azioni, non possiamo portare la democrazia se
prima non scriviamo un codice che regolamenti le attività di
informatiche. L'Internet non va controllato, ma va amministrato in
maniera leale, mentre ora è manipolato dal ragno sulle informazione.
Solo alla fine, dopo che ci saremo liberati di questi ostacoli la
creazione di una società equa ed egualitaria avverrà.
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