Nel campo della disintossicazione mercuriale abbiamo più di una ventina
d'anni d'esperienza, testimoniata anche dalla pubblicazione di oltre dodici
articoli e di due opere sull'argomento. Abbiamo conosciuto tutte le situazioni
possibili. Incontriamo di frequente persone che, essendosi fatte rimuovere le
amalgame senza alcuna precauzione, lamentano numerosi sintomi. La totale
ignoranza sulla tossicità delle amalgame dentarie e l'emergere di un nuovo
mercato, quello della disintossicazione mercuriale, induce alcuni professionisti
a praticare rimozioni "selvagge". Vittime della loro ignoranza, gli inquinatori
restano inquinatori.
In questo settore la Germania è avanti di alcuni anni, e lo studio di Tubinga lo
dimostra in modo molto chiaro. Tra le 20.000 persone che avevano partecipato
all'indagine, 348 avevano dichiarato di non avere otturazioni in amalgama. Ma la
risposta fu considerata imprecisa, poiché non distingueva fra coloro che si
erano fatti rimuovere le amalgame e coloro che non ne avevano mai avute. Si
provvide dunque a inviare un nuovo questionario a tutte queste persone, ma
soltanto 275, ovvero il 79% del totale, risposero. Furono poi giudicate
utilizzabili solo 261 risposte, ovvero il 75% del totale. Da queste risposte
emerse che 31 partecipanti non avevano mai avuto amalgame, mentre 230 su 261 si
erano sottoposti a una terapia di disintossicazione mercuriale in seguito alla
rimozione delle amalgame (Figura 4.1).
L’interessante conoscere i cambiamenti nello stato di salute che queste persone
hanno sperimentato in seguito alla rimozione delle amalgame. I dati forniti
dallo studio di Tubinga sono i seguenti
- il 50,4% delle persone ha osservato miglioramenti nello stato di salute, che
si è poi mantenuto stabile nel corso del tempo (la disintossicazione aveva avuto
luogo circa 5 anni prima);
- il 38,6 non aveva osservato alcun cambiamento;
- l’11% aveva osservato un peggioramento dei sintomi.
Il questionario rivelava altri dati importanti:
1) le persone che avevano osservato miglioramenti nel proprio stato di salute
erano quelle per le quali i medici avevano adottato le misure di protezione
appropriate e prescritto terapie disintossicanti;
2) per coloro (l’11% dei casi) che avevano osservato un peggioramento dei
sintomi dopo la rimozione delle amalgame, non erano stati impiegati elementi
protettivi di alcun tipo.
Queste cifre indicano chiaramente la rilevanza della rimozione delle amalgame e
delle cure di disintossicazione concomitanti. Indicano anche che le protezioni,
di cui parleremo più avanti, rivestono un'importanza essenziale. L'aggravamento
dello stato di salute nelle 26 persone per le quali non era stata adottata
alcuna misura di protezione è un'ulteriore dimostrazione dell'effetto patogeno
del mercurio.
Lo studio di Tubinga dimostra inoltre che se la rimozione delle amalgame viene
effettuata in assenza di precauzioni, la disintossicazione non può in alcun modo
migliorare lo stato di salute del paziente. Date le difficoltà di chelazione del
mercurio a livello del sistema neri oso centrale, è facile comprendere che la
rimozione praticata da medici non informati su questa problematica può causare
disturbi neurologici che permangono a lungo nel tempo. Tale situazione
interessa, purtroppo, la grande maggioranza dei casi.
Venendo all'aspetto pratico, la misura dei potenziali elettrici istantanei
permette di determinare l'ordine di rimozione delle otturazioni tossiche. Il
dentista deve munirsi di un'apparecchiatura sufficientemente sofisticata perché
le misurazioni non siano alterate dall'effetto "batteria" delle otturazioni
metalliche presenti in bocca, che fanno sì che il potenziale elettrico
"scaricato" renda impossibile una seconda lettura. Occorre sempre definire un
piano di lavoro preciso in funzione dei potenziali elettrici.
La rimozione delle amalgame deve essere praticata con estrema cura. Il paziente
deve essere protetto con un telo il più ampio possibile e con una maschera.
Occorre inoltre rinnovare con ventilazione forzata l'aria dello studio, fare uso
di una doppia aspirazione chirurgica e utilizzare la "diga" ogni volta che sia
possibile. La diga è una pellicola di caucciù che, applicata nella bocca, lascia
emergere soltanto il dente sul quale si interviene. Vi sono casi in cui il suo
impiego è difficoltoso: per esempio quando il dente è molto danneggiato o è
stato preparato per l'applicazione di una corona. E vi sono anche pazienti
ansiosi che non tollerano questo dispositivo in quanto hanno difficoltà a
respirare.
Il medico deve proteggersi in più modi. Innanzitutto deve assolutamente
indossare i guanti, il che, ancora oggi, non sempre avviene. Il camice deve
essere una casacca chirurgica che protegga le braccia e copra il più possibile
gli abiti e la parte anteriore del corpo. Le casacche molto corte, che lasciano
scoperte le braccia e arrivano ai fianchi, sono certamente più estetiche, ma non
offrono protezione sufficiente, soprattutto quando si effettuano trattamenti
sulle amalgame. La mascherina deve aderire perfettamente tutto intorno alla
bocca. Sono consigliabili quelle utilizzate dai lavoratori che vengono a
contatto con polveri e sostanze tossiche gassose e, naturalmente, va sostituita
dopo ogni intervento. Deve proteggersi nello stesso modo anche l'assistente.
Occorre impiegare un'aspirazione di tipo chirurgico con due cannule, una situata
sotto la diga e l'altra al di sopra. L'irrigazione deve essere massima: da una
parte lo spray della turbina e dall'altra un getto aria/acqua diretto sul dente
trattato. Nel rimuovere l'amalgama è essenziale cercare di eliminarla, con
l'aiuto della turbina o dell'apparecchio a ultrasuoni, creando frammenti delle
massime dimensioni possibili e la minore quantità possibile di polvere, per non
inquinare l'ambiente immediatamente circostante. Le cavità vanno pulite con
estrema cura. Abbiamo osservato più volte zone che contenevano resti di amalgama
sia come sottofondo (secondo la pratica insegnata nelle università), sia per
semplice negligenza. In questi due casi si verifica, e non è un caso, la
recrudescenza dei sintomi.
Il ritmo della rimozione e della disintossicazione mercuriale va definito
essenzialmente in funzione dello stato di salute, delle condizioni degli
emuntori principali e secondari e delle capacità del sistema immunitario. In
generale occorre procedere con molta cautela e accompagnare la rimozione delle
amalgame con una terapia di disintossicazione mercuriale, secondo le tecniche di
cui parleremo più avanti.
Procedendo nel modo illustrato e con la massima cautela, è possibile, in molti
casi, evitare lo stadio delle otturazioni provvisorie, che generalmente vengono
praticate con troppa fretta, senza precauzioni e in mancanza di una terapia
disintossicante, con il risultato frequente di causare la frattura delle corone.
|