Oggi a Montecitorio la manifestazione contro i rincari promossa dalle
associazioni del CNCU. Tutti in piazza per chiedere misure concrete contro
l'aumento dei prezzi e delle tariffe
Consumatori in piazza contro il carovita.
Una manifestazione unitaria per protestare contro i rincari che non
risparmiano alcun settore, dal pane alla pasta, dall'ortofrutta alle
tariffe, dal caro scuola alla benzina, e per chiedere al Governo di
intervenire con provvedimenti concreti fra i quali una moratoria di prezzi e
tariffe fino al 30 giugno 2009: con questo obiettivo le associazioni dei
Consumatori del Consiglio Nazionale Consumatori e Utenti si sono riunite
oggi in piazza Montecitorio, a Roma.
In piazza cartelli sferzanti per esprimere il disagio di
quanti devono affrontare spese e tariffe con l'incubo concreto dei rincari.
"Grazie al caro ortofrutta si rimane a bocca asciutta", recitava uno dei
cartelloni. Su un altro l'elenco delle percentuali del caro spesa: pane più
30%, pasta più 35%, riso più 14%, latte più 11%, patate più 20%, zucchine
più 12%, carne più 12%. Ce n'è pure per la benzina: "Serbatoio pieno? Tasche
vuote in un baleno!". C'è l'invito ad acquistare in modo diverso: "Diserta i
negozi che fanno aumenti speculativi. Comprare la qualità non la
pubblicità". E non manca il sarcasmo politico di un cartello che recita:
"Con Berlusca e con Tremonti finiremo sotto i ponti".
Alla manifestazione sono intervenuti i presidenti delle
diverse associazioni dei Consumatori. "Non uno sciopero della spesa - ha
precisato Massimiliano Dona, Segretario generale dell'Unione Nazionale
Consumatori - visto che gli italiani sono già costretti a "scioperare" ogni
mese, loro malgrado, verso la quarta settimana quando diventa difficile fare
acquisti, ma un fermo richiamo al Governo sulla grave condizione che stanno
attraversando le famiglie italiane". L'UNC per l'occasione ha promosso sul
suo
sito internet il quiz "Scopri che consumatore sei" che
invita i cittadini a verificare se si è acquirenti responsabili oppure
"spreconi".
L'invito al Governo è quello di aprire un tavolo per
discutere le proposte dei consumatori. Per Paolo Landi dell'Adiconsum "la
crisi finanziaria esplosa negli Stati Uniti aggraverà la recessione già in
atto nel nostro Paese. Colpiti non saranno solo i risparmiatori, ma anche
tutti i consumatori con ulteriori aumenti del costo della vita. Con la
giornata di lotta unitaria dei consumatori, intendiamo richiamare
l'attenzione del Governo e del Parlamento sulla priorità del "carovita" e
sull'urgenza dei provvedimenti di contrasto all'inflazione e di rilancio dei
consumi".
"Il fatto che ci sia un'iniziativa di questo genere, con
tutte le associazioni dei consumatori, credo sia molto importante", ha
sottolineato a Help Consumatori il vicesegretario generale di
Cittadinanzattiva Giustino Trincia. Quali le richieste? "Chiediamo fatti e
misure concrete e non più proclami, annunci e dibattiti televisivi.
Chiediamo misure concrete al Governo, alle Istituzioni pubbliche e anche
agli enti locali, perché i Comuni possono fare molto, ad esempio aprire i
mercati rionali e i mercati all'ingrosso direttamente ai consumatori -
spiega Trincia - Bisogna ridurre la filiera e il numero di passaggi che c'è
fra il produttore e il consumatore. Questo taglierebbe davvero le gambe a
tanti speculatori che soprattutto sul pane e sui prodotti agricoli la stanno
facendo da padrone da troppo tempo. Chiediamo una moratoria al 30 giugno sui
prezzi e le tariffe".
"Per quanto riguarda la scuola, sanzioni alle scuole e
agli insegnanti che non rispettano i tetti di spesa. Chiediamo sgravi Iva o
altri incentivi sui generi alimentari, pensiamo al vino o ai detersivi -
prosegue il vicesegretario di Cittadinanzattiva - Si va al supermercato e
sembra quasi di essere in Inghilterra per i costi che ha il vino in Italia.
Per i carburanti c'era un impegno del Governo per la riduzione delle accise
ma ancora non è stato rispettato. Il barile di petrolio è sceso sotto i
cento dollari a barile, chiediamo che ci siano tempi uguali per la riduzione
dei costi dei carburanti rispetto invece agli aumenti. Sul fisco chiediamo
un recupero fiscale di almeno 300 euro per ogni famiglia. E poi chiediamo
che si intervenga sui servizi pubblici locali. Le tariffe dei servizi
pubblici locali sono fra quelle che incidono di più, fino al 7-8%, per
quanto riguarda il tasso di inflazione. E sono assolutamente fuori
controllo".
Se queste misure venisse tutte o in parte attivate, si
avrebbe un impatto sui prezzi? "Si avrebbe un impatto immediato non solo sui
prezzi ma anche sulla ripresa del sistema economico perché significherebbe
mettere in condizione i cittadini, le famiglie, i consumatori di poter anche
acquistare di più - afferma Trincia - Stiamo parlando fra l'altro di beni
essenziali, non di consumismo per il consumismo. In secondo luogo si darebbe
un messaggio di fiducia, perché il problema è la sfiducia, che si è
accentuata almeno negli ultimi tre anni con il crollo progressivo del potere
di acquisto, mentre invece i tassi di interesse sui mutui continuano ad
aumentare. Bisogna invertire la rotta. Non bisogna solo pensare
all'interesse del cittadino consumatore in quanto tale, che è quello che noi
chiediamo, ma bisogna guardare al sistema economico in generale. Occorre una
politica che si assuma delle responsabilità e non dia una delega in bianco
ai meccanismi del mercato. I meccanismi del mercato lasciati solo a se
stessi cosa producono? Che chi è più ricco lo diventa di più, gli faticano
sempre di più. Questi sono dati non nostri, ma della Banca d'Italia".
18/09/2008 SICUREZZA ALIMENTARE. Dal portafoglio alla tavola: cosa riusciamo a mangiare? (BS, http://www.helpconsumatori.it)
In concomitanza con lo "Sciopero della Spesa" l'associazione
Dossetti ha organizzato oggi un convegno sull'importanza
dell'alimentazione e della nutrizione. Presidente Fumagalli Carulli:
"Grandi le difficoltà delle famiglie italiane per conciliare risorse
economiche a disposizione con la genuinità del cibo acquistato".
Nel giorno dello "Sciopero
della Spesa" esperti dell'alimentazione si sono messi oggi
a confronto per discutere quanto siano conciliabili le esigenze del
portafoglio con quelle di un'alimentazione sana e di qualità. Si è
infatti svolta oggi a Roma la conferenza PAN - Prevenzione,
Alimentazione, Nutrizione organizzata dall'associazione Giuseppe
Dossetti. "Le massaie italiane - ha detto il presidente
dell'associazione, sen. Ombretta Fumagalli Carulli - incontrano
grandi difficoltà per riuscire ad abbinare, nel momento di fare la
spesa, le risorse economiche a disposizione con la genuinità e la
sicurezza del cibo acquistato".
Gli ultimi dati sugli aumenti dei prezzi dei prodotti
alimentari parlano di un +12,2% su base tendenziale del pane e del 25,6%
per la pasta. Aumenti tendenziali si sono registrati anche per la carne:
+4,2%. Gli italiani stanno così cambiando le loro abitudini di consumo
alimentare. "Gli acquisti di vino di poco prezzo, per esempio, sono
aumentati - ha aggiunto la senatrice - Nei reparti carni della grande
distribuzione sono comparse le spuntature di maiale, le ali e le schiene
di pollo e altre porzioni che costano meno e che hanno lo stesso valore
nutritivo della parti più 'nobili'".
"In una situazione di questo tipo - ha proseguito -
c'è da domandarsi quanto siano sicuri i cibi che consumiamo". A questa
domanda Fumagalli Carulli ha risposto ricordando i dati del
V
rapporto sulla sicurezza alimentare "Italia a Tavola 2008"
presentato nei giorni scorsi dal Movimento Difesa del Cittadino e da
Legambiente. "Nel 2007- ha detto - ammonta a 22 milioni di euro il
valore dei sequestri effettuati dall'Ispettorato per il controllo della
qualità dei prodotti a seguito di 733 sequestri e 478 notizie di reato.
Per quanto riguarda i NAS sono stati sequestrati oltre 14 milioni di
chili di prodotti alimentari per un valore di oltre 120 milioni di
euro".
Un modo per fare una spesa alimentare di qualità e
risparmiare è non sprecare. Nel corso della conferenza è intervenuto il
professor Giorgio Calabrese, docente della nutrizione all'Università
cattolica di Piacenza e di Torino e membro dell' Istituto Nazionale di
Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (Inran), che ha spiegato: "Uno
degli aspetti dovuti agli eccessi alimentari è il rischio dello spreco
di cibo, soprattutto per frutta e verdura".
Secondo il professor Calabrese "è possibile
utilizzare poche regole per evitare gli sperperi di cibo come acquistare
poco e spesso, scegliere frutti non troppo maturi, prediligere i frutti
interi e di stagione. E' inoltre importante porre attenzione alla fase
di trasporto. Ad esempio non lasciare frutta e verdura troppo a lungo
sotto il sole o nel bagagliaio della auto prima di portarla a casa. In
quest'ultimo caso se il veicolo è climatizzato prediligere il sedile
posteriore. Nel frigo è necessario ricordare che la temperatura corretta
è di 4 gradi e che la carne e il pesce devono stare nello scomparto più
freddo, quindi nel più basso".
Passando dalla teoria e dai consigli alla pratica la
giornata di confronto è stata anche l'occasione per la presentazione di
alcune iniziative di educazione alimentare. Il medico di famiglia,
Antonio Pio D'Ingianna, ha presentato il progetto "Altomonte 2000: città
della prevenzione" da lui stesso ideato e coordinato. Il programma si
basa su un modello di modifica degli stili di vita della popolazione
"capace di influire sul sistema socio-ecologico di salute. La medicina
dello stile di vita diventa così una medicina di iniziativa e
anticipatoria. "Altomonte 2000: città della prevenzione" prevede
un'attività di raccolta ed elaborazione di dati, corsi di formazione e
informazione sull'alimentazione, con particolare riferimento alla dieta
mediterranea e ai cibi funzionali. Organizziamo inoltre corsi nelle
scuole con la descrizione della piramide alimentare e di giochi di
educazione alimentare".
16/09/2008 PREZZI. Altroconsumo: ecco dove si può risparmiare (VC, http://www.helpconsumatori.it)
Risparmiare è possibile. Un'indagine di
Altroconsumo ha rilevato che scegliere il punto vendita più
conveniente, grazie alla concorrenza tra supermercati e iper, funziona bene
e fa scattare il gioco dei prezzi al ribasso. A beneficio dei consumatori.
Per il ventesimo anno di fila, l'associazione indipendente di consumatori ha
tracciato la mappa del dove fare la spesa in 44 città italiane, visitando
657 punti vendita e rilevando 122.000 prezzi.
Firenze risulta la piazza più conveniente. Maglia nera
dell'indagine Reggio Calabria, dove la spesa alle famiglie costa ben il 32%
in più che nel capoluogo toscano. Potenza e Aosta seguono a ruota, con
prezzi più cari del 30%. E' l'Italia della grande distribuzione con rincari
a macchia di leopardo e dinamiche concorrenziali attive più al centro-nord
che al sud, quella fotografata da Altroconsumo.
Gli ipotetici carrelli su cui l'Associazione ha basato l'indagine
sono due: uno con prodotti confezionati di marca e freschi, il
secondo, più attento al portafogli, scegliendo solo il primo prezzo, dunque
considerando anche gli hard discount. Stilati degli indici di convenienza a
base 100, conferito alla città più conveniente per la spesa-tipo, Firenze,
appunto. Qui, e a Pisa, la concorrenza è da manuale. Da anni Esselunga, Coop
e Ipercoop combattono nelle due città una guerra a suon di prezzi ribassati,
pur di accaparrarsi i consumatori. I risultati: un costo della spesa annua
attorno ai 6 mila euro, ben al di sotto della media delle altre città. Dove
la concorrenza latita, il caro-spesa si fa sentire: la vicina Livorno, per
esempio, con una spesa media di 6.677 euro in un anno, dove la forbice dei
prezzi tra i punti vendita non varia di oltre il 12%. Male anche Aosta e
gran parte delle città del sud, tra cui Palermo, Reggio Calabria e Catania.
Prodotta anche una "lista nera" della spesa: la farina
Barilla è rincarata in un anno di oltre il 50%; gli spaghetti della stessa
marca si presentano a scaffale con un prezzo più alto del 34% rispetto a
metà 2007. Riso Scotti Ora Classico +29% e penne De Cecco +20%. Ci si
potrebbe consolare con un bicchiere di spumante, il cui prezzo, in un anno,
è sceso del 6,4%: non un genere di prima necessità, però.
Per saperne di più
www.altroconsumo.it
16/09/2008 PREZZI. Sciopero no, boicottaggio forse, di M. Dona (BS, http://www.helpconsumatori.it)
Cosa può fare un consumatore di fronte agli
aumenti diffusi dei prezzi? Deve restare a guardare o può tentare
di difendersi? Deve arrendersi o può resistere? Ogni consumatore ha un'arma
che nessuna azienda, catena di distribuzione, multinazionale può sottrargli:
la libertà di scegliere. A pensarci bene è un potere enorme, ma a volte ci
si dimentica di averlo, tanto siamo abituati, quasi rassegnati alle nostre
scelte. Eppure la specie Homo sapiens sapiens può scegliere un prodotto
piuttosto che un altro o, addirittura, rinunciare ad un prodotto se questo
non è indispensabile. Se il fine è di combattere l'aumento dei prezzi, si
possono prendere in considerazione due atteggiamenti: lo sciopero della
spesa o il boicottaggio individuale dei prodotti i cui prezzi aumentano
ingiustificatamente.
Cosa significa sciopero della spesa? Per quanto forte
sia diventato il movimento consumerista non è pensabile organizzare milioni
di consumatori e indurli a non comprare nulla nell'arco di una giornata e,
se necessario, rinnovare più volte l'astensione dagli acquisti: è uno
strumento di lotta folcloristico, battagliero, forse efficace mediaticamente,
ma poi di scarsa incisività ed anche indiscriminato, perché si finisce per
colpire nel mucchio col risultato che chi aumenta i prezzi disinvoltamente
riesce a nascondersi facilmente.
C'è poi il boicottaggio. Il termine deriva dal nome del
capitano Charles Cunninghan Boycott che nell'estate del 1880 mandò i suoi
affittuari a mietere l'orzo ma, invece di offrire la paga regolare, decise
di ridurla. I contadini si rifiutarono di lavorare e la famiglia Boycott
tentò di mietere il raccolto da sola con l'aiuto dei domestici. Dopo poche
ore, tuttavia, la signora Boycott si recò dagli affittuari implorandoli di
tornare al lavoro. Costoro accettarono la richiesta della signora Boycott,
ma poco tempo dopo ricevettero l'intimazione di sfratto.
La reazione dei contadini fu immediata: in una riunione
convocata d'urgenza decisero di interrompere qualsiasi rapporto con Boycott
e la sua famiglia. Grazie al discorso del reverendo O' Malley che esortò la
popolazione a comportarsi così: "Se un arraffatore di terre viene nella
vostra città e vuole vendervi qualcosa, non fategli male né minacciatelo;
ditegli semplicemente che sotto la legge inglese egli ha il diritto di
vendere la sua merce, ma aggiungete che la legge britannica non vi obbliga a
comprare niente da lui così farete finché vivrete". Tre giorni dopo questo
discorso il giornalista americano Redpath coniò il verbo boicottare.
Non c'è bisogno di propagande, di movimenti di
liberazione, di blog: c'è la nostra libertà di scelta ed è più che
sufficiente. Il consumatore dispone (sulla carta) di un potere enorme, ma
finché non ne sarà consapevole resterà un "gigante nano". Guardiamo le
etichette, compariamo i prezzi, controlliamo il peso delle confezioni e,
soprattutto, compriamo quello che ci serve: utilizziamo la nostra capacità
di scelta fino in fondo. Se poi qualcuno intende legittimamente soddisfare i
propri desideri senza badare al proprio portafoglio, boicotti pure questo
articolo, cestinandolo. Ma nel cassonetto della carta da riciclare.
di Massimiliano Dona, Segretario Generale dell'Unione Nazionale
Consumatori
http://www.helpconsumatori.it
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