Mentre la vergognosa soap-opera tra Prodi e Berlusconi continua a tenere
occupati i palinsesti televisivi e i cervelli, e mentre dall’altra parte
dell’oceano stanno oramai definendo come intervenire militarmente e
illegittimamente in Iran (sembra che uomini delle truppe speciali israeliane
siano già penetrati nel territorio iraniano per individuare i siti da far
esplodere1]),
qui da noi il ministro della Salute Storace ha firmato il decreto (previsto
nella Finanziaria 2006) sulla ripartizione dei soldi per la ricerca sul cancro!
Ebbene, dei 100 milioni di euro stanziati per la ricerca oncologica dallo Stato
(e quindi usciti dalle nostre tasche), oltre la metà (55 milioni) finiscono
nelle tasche di società private - controllate da banche private - e il rimanente
va agli Irccs pubblici (Istituti di Ricovero e Cura a carattere scientifico)!
L’agenzia di stampa Adnkronos Salute ha anticipato i nomi di questi
destinatari, e quello che è emerso è molto interessante.
Questi sono i servizi pubblici
che hanno ricevuto i soldi:
- Istituto nazionale dei tumori di Milano
à 10 milioni di euro
- Istituto Regina Elena di Roma à 20 milioni
- Istituto Superiore di Sanità à 5 milioni di euro
- Alleanza contro il cancro
à 10 milioni di euro
E questi altri sono quelli
privati:
- S. Raffaele Monte Tabor à 20 milioni di euro
- Istituto Europeo di Oncologia di Milano à 20 milioni di euro
- San Raffaele della Pisana di Roma à 7 milioni di euro
- Fondazione Santa Lucia à 5 milioni
- Fondazione Maugeri di Pavia à
3 milioni di euro
Vediamo alcuni dei fortunati
beneficiari privati
Istituto Europeo di
Oncologia (20 milioni di euro)
L’IEO, l’Istituto
Europeo di Oncologia, quello per intenderci di Umberto Veronesi, l’ex collega di
Storace.
I soci di questo istituto oncologico sono, come nella migliore tradizione, un
po’ di banche, assicurazioni, finanziarie: Mediobanca, Banca Intesa,
Unicredit, Capitalia, Banca Popolare Italiana, Fondiaria SAI, Generali, RAS,
Fiat, Pirelli, Edison, Sorin Group, Italcementi, Fondazione Salvatore Maugeri,
Fondazione Cabrino Carena.[2]
L’amministratore delegato è il
dott. Carlo Ciani[3],
che ha lavorato – guarda caso – proprio per Mediobanca, ed è stato
consigliere e membro esecutivo della Monte dei Paschi Vita spa.[4]
Fino al 1998 Consigliere della Società Italiana Assicurazioni e
Riassicurazioni Spa,
e Amministratore delegato della Sai Holding Spa[6]
fino al 2002.
Dall’8 maggio 2001 è consigliere della Pirelli spa7]
I principali azionisti di Pirelli spa sono (all’11 novembre
2005): Camfin (Cam Petroli srl al 50% con Agip Fuel spa
del gruppo ENI[8]),
Generali, Edizioni Holding, Mediobanca, Fondiaria-SAI, e gruppo RAS[9]
San Raffaele della Pisana (7
milioni di euro)
Il San Raffaele
della Pisana di Roma è di proprietà della società per azioni Tosinvest
sanità di proprietà della Finanziaria Tosinvest di proprietà della
famiglia Angelucci, quella che ha scalato le vette della finanza e che
oggi oltre ad essere gli editori di quotidiani come “Libero” e il “Riformista”
possiede circa dieci cliniche private per qualche migliaio di posti letto.
La Finanziaria
Tosinvest secondo un Atto di Sindacato Ispettivo
n°4-03377[10]
(seduta nr. 279) pubblicato dal Senato il 19 novembre 2002 e indirizzato ai
ministri (economia, finanze, attività attività produttive, salute e giustizia),
sembrerebbe «implicata nella vicenda dell’acquisizione del San Raffaele. Non
solo ma tale società si è vista contestare dalla
polizia tributaria circa 140 miliardi di vecchie lire di evasione fiscale per il
1998, avendo operato una elusione della tassazione di plusvalenze derivanti da
cessioni di partecipazioni a oscure società lussemburghesi della proprietà delle
cliniche di Velletri e Cassino»[11]
Sempre
secondo tale atto del 2002,
la
Poliambulatori Cave srl di Roma, della società
Panigea di proprietà sempre della Finanziaria Tosinvest,
avrebbe un dirigente che si chiama Massimo Fini[12],
non il giornalista ma il fratello dell’attuale Vicepresidente del Consiglio
Gianfranco Fini [13].
Se non bastasse tra i
proprietari della Poliambulatorio Cave srl figura la signora Patrizia
Pescatori, moglie proprio di Massimo Fini!!14]
L’attuale amministratore della Tosinvest è Ernesto Monti,
presidente dell’Astaldi
(una delle principali società di costruzioni in Italia). Monti fa parte del
consiglio di amministrazione di Finmeccanica[16],
è stato dirigente per tutti gli anni Novanta della Banca di Roma (oggi
Capitalia, che tra gli azionisti ha proprio
la Finanziaria
Tosinvest ) ed è dentro pure il consiglio di Fintecna,
la finanziaria statale che dopo la ricapitalizzazione della Società dello
Stretto di Messina ne è divenuta la maggiore azionista con il 68,8% del
capitale sociale[17].
San Raffaele del Monte Tabor
(20 milioni di euro)
Questo istituto
privato il cui nome Raffaele, scelto dal suo fondatore don Luigi Maria
Verzé, deriva dall’ebraico Raf-el, che significa “Medicina di Dio”,
“Dio guarisce”[18],
si trova a Milano.
La Fondazione
omonima gestisce l’Istituto Universitario San Raffaele (uno dei maggiori
ospedali italiani) il Science Park Raf spa, la società che controlla le
proprietà intellettuali il cui capitale è privato al 100%[19],
cioè i brevetti, e infine il Dipartimento di Biotecnologia (DIBIT), l’Università
Vita-Salute. Insomma un impero da mille e una notte
Di questo centro non si sa molto se non che banche tipo Cariplo,
Mediocredito e Banco di San Paolo garantiscono finanziamenti
illimitati…
Qualche mala lingua vedrebbe tra gli azionisti Silvio Berlusconi e pure l’Opus
Dei…
In Italia la ricerca
scientifica non esiste.
I cervelli migliori scappano all’estero, e fanno molto bene.
In Italia si preferiscono buttare i nostri soldi per operazioni come
Peacekeeping in Iraq, piuttosto che cercare di comprendere come mai le
persone oggi si ammalano sempre più!
Come mai, per esempio, le persone malate di cancro che NON è solamente una
cellula impazzita (questa è solamente la manifestazione fisica), negli ultimi
anni, e nonostante le belle parole dei luminari di turno (tipo gli Umberti:
Veronesi e Tirelli, & compagnia bella) stanno aumentando giorno dopo giorno!
Nonostante questo, per partecipare al genocidio perpetrato dalla coalizione
anglo-americana nei confronti del popolo sovrano iracheno, noi italiani abbiamo
speso, senza che nessuno ce lo dicesse, oltre 200 milioni di euro!
Lo riporta il Disegno di legge nr. 112 presentato il 28 giugno 2005: «E’
autorizzata, fino al 31 dicembre 2005, la spesa di 212.972.175 euro per la
proroga della partecipazione di personale militare alla missione internazionale
in Iraq»Più del doppio della cifra che il medesimo governo Berlusconi ha
stanziato per la ricerca sul cancro. Tutto il male però non viene per nuocere:
visto infatti chi sono i personaggi e come le società private che li controllano
portano avanti tali ricerche, forse è bene spenderli da qualche altra parte…
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