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16/08/2007 Chi più, chi meno. Un bilancio di un'estate in musica (Sebastiano Collu, http://www.korazym.org)

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Tempeste, mari in burrasca, acquazzoni e temperature in picchiata. Dicono che l'estate stia finendo. Nella settimana di ferragosto, tiriamo un primo bilancio di questa estate in musica: chi ha avuto successo, e chi ne avrebbe meritato di più.

Due mesi a scartabellare tra le classifiche, e scoprire che i giochi erano fatti sin dall'inizio di giugno, quando già si canticchiava “ella-ella-eh-eh-eh” o ci si inerpicava impavidi nell'emulazione fonica dei falsetti dell'ultimo prodigio del pop inglese. Due mesi in cui l'”Umbrella” di Rihanna e “Relax/Take it easy” di Mika si sono contesi la numero uno di tutte le charts combattendo ad armi impari con il Vasco bifronte dell'EP di “Basta poco” e de “La Compagnia”, e da quattro settimane a questa parte pure trino con la limited edition di “The Singles Collection”.

Con loro, pochi altri: il redivivo Miguel Bosè con l'album di duetti “Papito”, i Negramaro di “Parlami d'amore”, i Maroon 5 e Irene Grandi, i più ascoltati in radio. L'immancabile ballad di Avril Lavigne, il tributo di Tiziano Ferro a Raffaella Carrà, e le immortali Beyoncé & Shakira di “Beautiful liar”, tra le più longeve da 16 settimane nella classifica Fimi-Nielsen, e le suggestioni post-belliche di Christina Aguilera in “Candyman”. A sorpresa, arrivano dalla Germania i Tokio Hotel di “Monsoon”, spinti da communities di ragazzine indiavolate che hanno trovato nel femmineo cantante Bill Kaulitz il loro ultimo idolo ormonale: il rock all'acqua di rose dell'album “Scream” è da tre settimane in top ten.

Dalle isole, il ritmo solare dei siculi Roy Paci & Aretuska con Manu Chao in “Toda joia, toda beleza”, e il ritorno dei rinnovati Tazenda, che in “Domo mia” (questa settimana alla nove per Fimi, alla quattro per Musica & Dischi) ospitano Eros Ramazzotti. Ma c'è qualche altro pezzo avrebbe meritato le zone alte delle charts...

MARK RONSON. Deejay e produttore londinese che, alla soglia dei trent'anni, vanta collaborazioni di qua e di là dell'Atlantico, da Christina Aguilera a Robbie Williams a Amy Winehouse. Nelle sue corde sono sia l'hip hop che il rock: così, se la sua prima hit, “Ooh Wee” del 2003, vantava le presenze black di Nate Dogg e del rapper Ghostface Killah sul campionamento di “Sunny” dei Boney M., l'ultimo successo Ronson l'ha avuto grazie agli Smiths. Numero 2 nella UK single chart, ma mai in top ten qui da noi per “Stop me”, riuscita cover di “Stop me if you think you've heard this one before” della band di Morrisey, ora cantata dal vocalist soul Daniel Merriweather e contenuta in “Version”, album di cover rock e pop da Radiohead, Kaiser Chiefs, Coldplay, Kasabian, Britney Spears e altri ancora.

MUTYA BUENA. Chi?! La moretta in quota orientale delle Sugababes, che a dicembre 2005 ha lasciato il terzetto femminile di electro-pop inglese, in testa alle classifiche più di Supremes, Spice Girls e Destiny's Child. Motivo? A suo dire, dedicarsi solo ed esclusivamente alla sua allora appena nata prole, la piccola Tahlia Maya. Evidentemente, compiuto il primo anno di vita, Tahlia aveva già imparato a mettersi il pannolone da sola, visto che mamma Mutya se n'è tornata in studio per buttarsi nella carriera solista. In principio “This is not real love”, il duetto con George Michael, singolo inedito dal Greatest che celebra i 25 anni di carriera dell'ex Wham, poi “Real Girl”, primo estratto dall'omonimo album d'esordio dell'ex Sugababes. Un bel pezzo r'n'b' con l'inconfondibile sample di “It ain't over till it's over” di Lenny Kravitz, questa settimana solo alla 18 della classifica Fimi-Nielsen.

EDITORS. Nel 2005 “The back room”, il primo album di questa indie rock band di Birmingham, fu da subito un successo di critica, scoperto dal pubblico solo con l'uscita del singolo “Munich” che ha spinto gli Editors su fino alla seconda posizione della UK chart. Con “An end has a start”, il loro secondo album, sono arrivati alla numero uno in Inghilterra. E il singolo “Smokers outside the hospital doors” -che sta girando parecchio su Mtv in queste settimane-, lo confonderesti con i Coldplay, non fosse per il vocione del cantante Tom Smith.

DAVID GUETTA. Deejay house francese di fama planetaria che pare si disseti solo con champagne, uno un po' “kafonetten” che intitola le sue compilation “F**k me, i'm famous”, ma che è pur sempre il più ballato quest'estate, da Ibiza a Formentera, da Brighton a Miami, da Saint Tropez a Riccione con “Love is Gone”, primo singolo dall'album “Pop Life”, cantato dal vocalist black Chris Willis.

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