L'accordo concluso tra il New York Stock Change (Nyse) e Euronext ha
sollevato non poche polemiche tra i governatori della zona euro, che
avevano puntato molto sulla costituzione di una
borsa paneuropea, proprio perché rappresenta un ulteriore
passo verso l'integrazione comunitaria. Allo stato attuale l'accordo tra
la federazione delle Borse di Parigi,Lisbona, Amsterdam e Bruxelles, e
il Nyse è una vera e propria scalata cd. amichevole con la quale i
Banchieri della Federal Reserve prendono il controllo dei capitali delle
imprese quotate in Europa. Allo stesso tempo gli Stati nazionali perdono
un organo quale la Borsa valori, il cui controllo potrebbe anche andare
al di là delle stesse istituzioni europee.
La Deutsche Börse intanto continua a fare pressioni su Euronext perché
abbandoni l'idea del Nyse proponendo invece una fusione, per evitare la
scalata e ritornare al vecchio progetto della borsa paneuropea prima del
rilancio del Nyse. I commissionari Europei, così come i capi di Stato
nulla posso decidere in un accordo la cui decisione spetta a dalle
società private, nonostante incida sulla vita economica pubblica
europea.
Il contesto congiunturale in cui avviene quest'accordo deve far comunque
riflettere sulle probabili e reali motivazioni alla sua base.
L'impotenza dell'America al US al Consiglio di sicurezza sull'Iran, si è
alternata invece con il decollo politico della BCE, il crollo della
credibilità dei capi occidentali, e infine l'abbandono del progetto
costituzionale europeo.Dopo la fine della pubblicazione dei dati m3,
sono stati colpiti dalla crisi monetaria l'Islanda, il Brasile, la Nuova
Zelanda e la Turchia, si è avuto un ribasso del 10% del dollaro in soli
2 mesi, un barile di petrolio è giunto ad un livello storico di più di
70$, così come l'oro a più di 600$/oncia.
Le Borse Europee, Wall Street e quelle asiatiche continuano a registrare
i minimi storici di contrattazione, dopo aver subito due grandi shock
che hanno spazzato miliardi di euro in pochi attimi, come quella del 10
maggio, subito dopo che Bernanke annunciò che la stretta monetaria non
era ancora terminata, e il 22 maggio in cui 200 milioni di euro sono
finiti in fumo. Il rialzo dei tassi di interesse in America pare che non
finirà, e il rialzo del 28 e 29 giugno non sarà l'ultimo, dopo 16
rettifiche in aumento consecutive. Gli investitori tuttavia cominciano a
tremare, perché quella che si atteggia a lotta all'inflazione può essere
molto pericolosa perché esaspera la volatilità dei mercati. Il deficit
commerciale, che solo verso la Cina è di 17 miliardi di dollari, ha
ripreso ad aumentare ed è ora il 7% del Pil, e mentre il debito del
settore finanziario diminuisce, aumenta il debito al consumo mentre i
tassi interbancari sono al 5,7%. La guerra dei tassi della Fed e della
BCE hanno spinto anche le altre banche centrali ad aumentare i tassi,
temendo una fuga dei capitali o delle operazioni di arbitraggio, ossia
la contrazione di prestiti a basso costo per fare invece grossi
investimenti.
Il risultato è che questo continuo rialzo dei tassi renderà il mercato
azionario sempre più incerto,in cui gli shock saranno sempre più
frequenti
Il sistema insomma non sta funzionando più bene, ha delle falle e pare
che abbia il suo grande punto debole proprio nel mercato borsistico che
è fallito sostanzialmente perché non ha più una funzione di
finanziamento. Oggi, le imprese quotate, sotto la costrizione dei grandi
fondi di investimento che promettono ai loro azionisti alti rendimenti,
si indebitano per aumentare il valore dell'azione: solo con i prestiti
obbligazionari, che permettono infatti le OPA, si convince i potenziali
investitori a comperare le loro azioni. Così le borse privano le imprese
della loro liquidità, perché ancora un volta si tratta di renderle
indifese dinanzi ai tentativi di scalata. Dopodichè riacquistano le loro
azioni per diminuire i numero degli azionisti e far salire il loro
prezzo: avviene una continua compravendita senza un reale aumento della
produttività grazie a queste vendite. La borsa dà dunque agli
investitori una visione distorta del mercato perché il corso delle
azioni sono senza collegamento con il valore reale delle imprese, dato
che le OPA spesso non hanno una motivazione strategica, è un riacquisto
di azioni, una contabilità fraudolenta, per i soli interessi di chi, in
questo caso, indebita e compra.
Il sistema ha creato un ciclo di bolle e di shock, e chi controlla i
Fondi, ossia le fondazioni, incamera profitti enormi e impedisce il
normale meccanismo dell'offerta e della domanda. Le azioni le si può
comperare ovunque e facilmente, non conferiscono alcun diritto di voto,
sono strumenti finanziari che servono solo a fare una grande scorta di
capitali tra i risparmi, mentre i veri proprietari delle imprese, sono
gli investitori a lungo termine.
Il mercato borsistico, dunque per motivi di fondo e di congiuntura sta
registrando solo perdite a non finire, e allo stato attuale un primo
scossone brucerà altri miliardi. In tutto questo, i Banchieri della
Federal Reserve vogliono le Borse europee, perché il mercato soffre, e
occorre già cominciare a costruire l'infrastruttura che permetterà di
innestare un sistema globale e un controllo delle transazioni
centralizzato, un grande occhio sui movimenti del mercato dei capitali,
come una vera e propria enorme matrice.
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