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08/02/2007 TFR , esposto : disinformazione , conflitti d'interessi , consenso forzato (http://www.osservatoriosullalegalita.org)

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Prodi accelera sulle unioni civili e pensa a stringere i tempi per l'approvazione di un disegno di legge sui diritti delle convivenze di fatto. A Palazzo Chigi si è appena concluso un vertice tra il presidente del consiglio e i ministri Rosy Bindi, Barbara Pollastrini, Giuliano Amato, Clemente Mastella, Massimo D'Alema e Francesco Rutelli per mettere a punto il testo da portare all'esame del Consiglio dei ministri. Lo Slai Cobas e diversi cittadini firmatari hanno presentato presso la Procura della Repubblica di Milano e in altre sedi un esposto sulla nuova disciplina del TFR in cui vengono evidenziati diversi punti critici di un tema del quale si parla in questi giorni solo in termini didattici o positivi, chiedendo se non vengano ravvisati profili penali.

L'esposto parla di sottrazione ai lavoratori della possibilita' di scelta su somme di loro spettanza e di rischi laddove dovrebbe esserci certezza. Denuncia poi la disinformazione sul tema e i conflitti d'interesse di coloro che andranno a gestire le ingenti somme derivanti dall'operazione.

Disinformazione Nell'esposto si afferma che il deficit dell’INPS e' inesistente e che la campagna in atto da anni per accreditare tale notizia e' "corredata da notizie false e tendenziose", mentre e' vero il contrario: "nel 2004 l’attivo è stato addirittura di 5,26 mld di euro, e le previsioni di bilancio per il 2006 parlano di un attivo superiore ai 2,3 miliardi di euro dell’attivo che c’è stato pure nel 2005".

Per contro, "in questi anni all’Inps c’è stata una rapina continuata ai danni dei lavoratori", mediante spese assistenziali e massicci aiuti alle aziende, uso per il ripianamento dei "continui mastodontici deficit dei fondi Inps di altre categorie come i commercianti e i coltivatori diretti, che percepiscono pensioni senza aver pagato normali contributi", e accorpamento all’Inps del "fondo dei dirigenti d’azienda che ha un passivo di oltre 1 miliardo di euro".

La legge 88 del 1989 - sottolinea Slai Cobas - ha stabilito l’obbligo di separare le spese assistenziali, da mettere a totale carico dello Stato e della fiscalità generale, da quelle previdenziali, da mettere in carico all’Inps, "ma questa legge non è mai stata applicata dai governi e dai ministri competenti succedutisi in tutti questi anni!" L’Inps, grazie ai contributi previdenziali riscossi negli scorsi decenni, "aveva un enorme patrimonio immobiliare, garanzia per la solidità dell’Istituto e per il pagamento delle future pensioni; questo patrimonio è stato quasi tutto dissipato per tappare il deficit dello Stato.... con le cartolarizzazioni", sottratte al controllo parlamentare.

Secondo Slai Cobas, questa campagna sul “deficit” dell’Inps, ha facilitato il passaggio dal sistema retributivo al sistema contributivo e l’innalzamento dell’età pensionabile, nonostante una fortissima opposizione dei lavoratori: "Mentre i parlamentari prendono una pensione (chiamato “vitalizio”) di 3.108 euro dopo una sola legislatura (non cumulabile, e goduta 10 anni prima delle cosiddette “scandalose” pensioni di anzianità), è stata scatenata in questi anni una vergognosa canea contro chi, spesso, si è ammazzato di lavoro per 35 o 40 anni e va in pensione con 900/1100 euro al mese!".

Rischi per il lavoratore Con la normativa fatta sui Fondi pensione italiani, si denuncia poi, "sono solo i lavoratori a rischiare: se gli investimenti fatti sui mercati finanziari andranno bene, ci sarà una rendita (o “pensione”), altrimenti niente. Invece i gestori, la banca depositaria e gli amministratori dei fondi pensione avranno i loro compensi e le loro commissioni sia con un buon andamento dei fondi stessi sia con un loro tracollo", e "la campagna di stampa su presunti mega-rendimenti dei fondi pensione privati e delle polizze 'previdenziali' che investono in azioni è falsa e tendenziosa".

Infatti, evidenzia l'esposto, "se non c'è garanzia di rendimento, è fuorviante parlare di 'pensione integrativa': si tratta di un investimento finanziario, legato all'andamento dei mercati borsistici e all'abilità del gestore del fondo... facendo così si ingannano i lavoratori. Vogliono far credere che i Fondi Pensione rappresentino una realtà diversa o meno rischiosa delle migliaia di fondi bancari e finanziari già esistenti; in realtà si tratta di una finzione che crea una duplicazione di costi di gestione per ciascun fondo pensione nuovo, che poi affida la gestione del rischio finanziario ancora agli stessi operatori bancari che già gestiscono i loro fondi".

L'esposto ricorda poi che negli Usa e nel Regno Unito ci sono stati anche recentemente numerosi casi di fallimento di fondi pensione e che cio' e' accaduto anche in Italia. Inoltre, "la creazione e la gestione di questi fondi ha un costo molto superiore di quello della gestione già strutturata, organizzata e collaudata affidata all'INPS... nel caso di Cometa viene applicata una commissione dell’1,25 su ogni rata mensile della rendita pensionistica oltre a una commissione dello 0,7% operato dall’assicurazione sul rendimento della gestione. E per alleviare le spese dei fondi pensione privati diversi enti pubblici (Inps, Metof, ecc...) forniscono loro incredibilmente servizi a basso costo con queste stesse strutture pubbliche".

Il silenzio-assenso Poiche' i fondi pensione sono stati scelti finora solo dall’11% dei lavoratori interessati, "arriva il decreto legislativo del ministro Maroni e del governo Berlusconi, anticipato di un anno, al 1° gennaio 2007, dal ministro Damiano e dal governo Prodi" sottolinea l'esposto, che denuncia: "1. I lavoratori “devono” obbligatoriamente dire SI o NO al versamento del TFR nei fondi pensione o nelle polizze “previdenziali” private. 2. In modo palesemente incostituzionale, rispetto al principio di uguaglianza dei lavoratori, si opera una differenza di trattamento tra i lavoratori delle aziende con meno di 50 addetti e con più di 50. 3. Viene istituito il 'silenzio/assenso'", in quale pero' non costituisce una esplicita manifestazione di volonta' e non attesta che si sia presa visione di tutti gli aspetti del problema".

I lavoratori che, entro il 30 giugno 2007, non faranno nessuna scelta, "saranno privati d’autorità del TFR, che finirà in modo forzoso a un fondo pensione contrattuale o aperto (nel caso di accordo sindacale) se esistenti, oppure a un fondo speciale Inps, con rendimento obbligazionario, cioè inferiore a quello attualmente garantito dal TFR". "Tutto ciò - sottolinea l'esposto - nonostante il TFR sia salario differito di titolarità esclusiva del lavoratore!".

"Del tutto illegittima - denuncia Slai Cobas - e solo finalizzata a imporre in modo coercitivo la scelta dei fondi pensione, è anche la norma che esclude ripensamenti futuri rispetto alla decisione di devolvere il TFR ai fondi pensione... L’impossibilità di cambiare idea e di riavere il TFR penalizza soprattutto i nuovi assunti. All’assunzione - e comunque entro sei mesi - devono decidere se tenersi o meno il TFR; la loro condizione di debolezza faciliterà scelte pilotate da altri". Il TFR che non è destinato ai fondi pensione viene poi tassato il doppio o il triplo rispetto a pochi anni fa per costringere di fatto i lavoratori a versarlo ai fondi pensione stessi, "in spregio sia della Carta Costituzionale che della Corte Costituzionale stessa la quale, con la sentenza 231/1991, intervenne contro un eccesso di tassazione del TFR".

Conflitti d'interessi L'esposto punta anche il dito sulla questione del conflitto d'interessi di coloro che hanno deciso e di coloro che gestiranno l'aspetto finanziario: "Il TFR che i lavoratori maturano in un solo anno ammonta alla enorme cifra di 21 miliardi di euro", sottolineando che il ministro del lavoro Cesare DAMIANO è stato presidente del fondo pensione COMETA, Alberto Brambilla, sottosegretario al Lavoro con Maroni e autore del decreto Maroni del 2005 sul TFR, "prima di diventare sottosegretario era il dirigente responsabile dei fondi pensione di Intesa/Cariplo" e nel Cda di alcune banche (Banco di Chiavari) ed è nel Cda di Credieuronord, la banca della Lega Nord salvata dal fallimento da Giampiero Fiorani (BPL) di cui proprio in questi giorni la Procura della Repubblica di Milano ha chiesto il fallimento. Brambilla è stato membro del consiglio di amministrazione dell'Inps dal ’94 in poi.

Inoltre "i fondi pensione contrattuali hanno un consiglio di amministrazione paritetico: tot rappresentanti delle aziende e tot rappresentanti dei sindacati. Ma sia le aziende che i sindacati sono presenti anche nelle banche depositarie (tra l’altro fissano i rendimenti) e nelle società di gestione. E le società di gestione sono controllate dalle banche". CGIL-CISL-UIL sono presenti ad esempio nell’UNIPOL, che secondo il Sole24ore “gestisce 16 mandati sui 43 fondi collettivi che risultavano autorizzati dalla Covip al 30 giugno dello scorso anno” e la CISL "ha anche una propria assicurazione e un proprio fondo pensione".

Insomma, un esposto che potrebbe non piacere a molti nelle 'stanze del potere', soprattutto se avra' un seguito nelle aule di tribunale.

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