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29/08/2007 Chi paga la pensione degli australiani (Massimiliano Tani, http://www.lavoce.info)

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Il dibattito sul sistema pensionistico italiano resta in primo piano anche dopo l’accordo governo-sindacati. Può essere interessante perciò guardare a un’esperienza totalmente diversa, ove la presenza privata è molto estesa e dove il peso sulle finanze pubbliche è viceversa assai meno problematico. Il sistema pensionistico australiano si fonda sulla pensione di anzianità, pagata dal governo federale indipendentemente dalla durata della vita lavorativa una volta raggiunti i 60 anni, ma saranno 65 per i nati dopo il 1949, e sulla "superannuation", un conto individuale accessibile ai dipendenti una volta raggiunta l’età pensionabile, i cui contributi sono obbligatori per il datore di lavoro e volontari per il dipendente, e gestiti da fondi pensione.

Il sistema

La pensione di anzianità è fissata al 25 per cento del salario medio (circa 1.000 dollari australiani al mese - 600 euro) e viene erogata, in tutto o in parte, solo se al di sotto di certi parametri massimi di reddito e di patrimonio, fissati per legge e non indicizzati. (1) La spesa per pensioni di anzianità, erogate a circa 1.900mila australiani, è pari al 3 per cento del Pil. (2)
La superannuation è obbligatoria dal 1992, ed è stata introdotta dal governo laburista guidato da Keating per aumentare il risparmio delle famiglie e fronteggiare il cronico disavanzo della bilancia commerciale. È interamente finanziata dai privati. Il contributo obbligatorio minimo, che copre il 97 per cento dei lavoratori dipendenti (3), è stato gradualmente portato dal 3 al 9 per cento del salario lordo, anche se per alcune categorie è più alto (23 per cento per i dipendenti del governo federale).
La superannuation è anche aperta a contributi volontari, fino a un massimo di 200mila dollari australiani annuali (più una ‘one-off’ di 1 milione entro il 30 giugno 2007). I primi 50mila dollari sono interamente deducibili dal reddito. La superannuation, obbligatoria e volontaria, è soggetta a una tassa del 15 per cento, applicata tanto sui versamenti effettuati quanto sui redditi e capital gain da essi generati. Dal 1° luglio 2007 è abolita la tassazione sui fondi ricevuti dalla superannuation (era il 15 per cento).
Una volta raggiunta l’età pensionabile, è possibile scegliere se ricevere i fondi accumulati in un unico versamento, in rate mensili, o in una combinazione dei due.

Cinque tipi di fondo

Esistono cinque tipi di fondo per la superannuation: (1) retail, offerti al pubblico da banche e assicurazioni, e da esse gestiti; (2) industry, gestiti da trustees nominati da sindacati e associazioni di imprese di categoria, e riservati a chi lavora nel settore; (3) corporate, gestiti da singole imprese o gruppi per i propri dipendenti (le superannuation accumulate non sono però utilizzate come circolante dall’impresa); (4) public sector, per i dipendenti pubblici; (5) small e self-managed fund: con meno di cinque membri e gestiti in proprio in qualità di trustee o tramite intermediari. I fondi pensione dei primi quattro casi sono regolati dall’Australian Prudential Regulation Authority, mentre gli ultimi dall’Australian Taxation Office. La popolarità dei self-managed fund è in continua crescita (vedasi Tabella 1), grazie all’elevato numero di lavoratori autonomi (agricoltori, commercianti, professionisti e imprenditori) che caratterizza l’Australia. Al 30 marzo di quest’anno, i self-managed fund gestivano fondi per oltre 245 miliardi di dollari australiani (il 38 per cento del totale), il 60 per cento dei quali investiti in azioni.
A fine 2006, il valore complessivo dei fondi in superannuation ha toccato gli 800 miliardi di dollari australiani, all’incirca l’intero Pil del paese, crescendo a ritmi annuali di circa il 20 per cento. Data la loro natura previdenziale, gli investimenti dei fondi hanno orizzonti di lungo periodo e sono investiti principalmente in azioni (australiane e, sempre più, estere) e altri fondi (vedasi Tabella 2). L’investimento in azioni è favorito anche da un limitato mercato del debito pubblico - in Australia a indebitarsi sono perlopiù i privati e non il governo federale o i singoli stati.

Tre elementi interessanti

Vale la pena sottolineare almeno tre spunti di possibile interesse anche per il dibattito italiano.

1. L’importanza di significativi incentivi fiscali, soprattutto per coloro che sono in una fascia d’età prossima alla pensione. La superannuation obbligatoria ha solo quindici anni, ma il valore medio accumulato dalla famiglia media australiana è di 63mila dollari (poco più del doppio per coloro nella fascia pre-pensionamento 50-64 anni), che non basta certo a garantirne l’autosufficienza finanziaria una volta raggiunti i 65 anni. Il governo federale si sta muovendo su due fronti. Primo, l’introduzione di norme rivolte alla riduzione del carico fiscale sulla superannuation, incentivi alla contribuzione volontaria, e l’abolizione dei massimali contributivi per età. Secondo, facilitare la continuità lavorativa fino a 75 anni prima di vedersi obbligati a ritirare i fondi accumulati in superannuation.

2. Gli ampi margini di scelta del gestore: facilitano non solo l’accorpamento dei contributi ottenuti da più datori di lavoro durante la vita lavorativa e la competizione tra fondi, ma danno anche la possibilità di gestire la superannuation in proprio e risparmiare quindi sulle spese di gestione. (4)

3. L’importanza della superannuation nello sviluppo del mercato finanziario domestico, in particolare di quello azionario. I fondi pensione investono prevalentemente in azioni australiane e detengono in portafoglio circa il 20 per cento delle azioni quotate all’Australian Stock Exchange. L’Asx è però un mercato sempre più piccolo per i fondi pensione. I fondi raccolti annualmente dalla superannuation obbligatoria circa 20 miliardi di dollari australiani, sono circa il 50 per cento del nuovo capitale raccolto tramite l’Asx. La diversificazione internazionale dei fondi pensionistici australiani è inevitabile, ma ancora lenta in quanto stretta tra la necessità di investire il capitale raccolto e la maggiore volatilità dei rendimenti internazionali, a cui contribuisce il tasso di cambio. Quest’ultimo è un problema minore per i fondi italiani, che possono diversificare in Europa.

Per saperne di più

Australian Bureau of Statistics (2001), "Employment arrangements and superannuation", cat. 6361.0, Canberra
Drew, M. e J. Stanford (2003), "A review of Australia’s compulsory superannuation scheme after a decade", Discussion paper 322, University of Queenlsand, March


(1)
Sulla base dei massimali in vigore, la pensione di anzianità viene pagata se il reddito annuale non supera i 38mila dollari australiani, (63.400 per una coppia) e contestualmente non si possiede un patrimonio superiore a 166mila A$ (236mila per una coppia) oltre la propria casa. Il massimale sul patrimonio sale di circa 100milaA$ se non si possiede casa (vedi "A guide to the Australian Government payments", Australian Government and Centrelink, Canberra, 2007).
(2) http://www.apa.org.au/upload/2004-6B_Tesfaghiorghis.pdf - accesso 28/06/07.
(3) Non è coperto chi ha meno di 18 anni e lavora meno di 30 ore settimanali o chi ha più di 70 anni, e chi ha un salario lordo al di sotto dei 450 A$ mensili.
(4) È stato calcolato che occorre un investimento di almeno 100milaA$ perché le spese fisse di mantenimento del fondo individuale siano inferiori a quelle applicate da un fondo pensionistico per un investimento simile (http://www.agest.com.au/education/about-super-funds/index.cfm accesso 28/06/07).

Tabella 1 – Numero dei fondi pensione al 30 giugno

 

2004

2005

2006

Retail

235

226

187

Industry

115

92

84

Corporate

1.394

963

557

Public sector

41

43

42

Self-managed

289.132

308.317

327.709

Fonte: Australian Bureau of Statistics (Yearbook Australia, 2007), Tab.26.7 p.613.

Tabella 2 – Fondi in superannuation: allocazione del portafoglio

 

2002-3

2003-4

2004-5

2005-6

Mar 2007

Fondi gestiti in miliardi A$

402

490

653

798

841

Estero

19.2%

19.8%

21.4%

21.4%

21.6%

Australia

80.8%

80.2%

78.6%

78.6%

78.4%

Azioni

45.8%

47.6%

50.7%

50.8%

50.7%

Obbligazioni a lungo ter.

9.7%

8.6%

7.8%

7.6%

7.4%

Obbligazioni a breve

5.7%

6.3%

4.4%

4.4%

4.2%

Depositi a breve

9.0%

8.6%

8.3%

8.8%

8.9%

Altri investimenti

10.7%

9.2%

7.4%

7.0%

7.3%

Totale

100.0%

100.0%

100.0%

100.0%

100.0%

Fonte: Australian Bureau of Statistics (March quarter 2007), Managed Funds (5655.0), Tab. 3 p.11.

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