La
Fiom ha detto "no", con margine largo e atteso sin dalla vigilia. Il comitato
centrale della federazione dei metalmeccanici della Cgil ha approvato il
documento del segretario generale Gianni Rinaldini che boccia l'accordo su
pensioni e mercato del lavoro, siglato il 23 luglio scorso da governo e
sindacati. Un plebiscito, praticamente: i voti raccolti da Rinaldini sono stati
125 su 159, tre gli astenuti, i restanti sono andati al documento di Fausto
Durante, vicino alle posizioni "confederali". E' una spaccatura, quella tra la
Cgil e una federazione interna che non avveniva addirittura dal 1946.
Il no è su tutta la linea: tra aumenti dei contributi per i lavoratori
dipendenti, decontribuzione degli straordinari, peggioramento delle norme sui
contratti a termine, l'opposizione del documento di Rinaldini (ma su cui hanno
avuto un peso significativo le argomentazioni di Giorgio Cremaschi, segretario
nazionale della Fiom, leader della Rete 28 aprile e da sempre fautore della
linea più dura possibile contro l'accordo) è totale. Il documento approvato dal
Comitato centrale sottolinea, in riferimento alla riforma del sistema
pensionistico, che "il superamento dello scalone avviene sulla base del vincolo
finanziario posto dal governo dell'autofinanziamento di dieci miliardi di euro
in dieci anni, escludendo così gli aumenti contributivi decisi nell'ultima
finanziaria, impropriamente utilizzati per ridurre il debito pubblico: gli oneri
previdenziali aumentano infatti dello 0,30%, equivalente a 1 miliardo di euro
annui, ovvero 10 miliardi nell'arco di 10 anni".
La Fiom considera inoltre "incomprensibile il meccanismo delle quote associate
alla crescita dell'età minima, che ha la sola funzione di sommare l'incremento
dell'età anagrafica con quello dell'età contributiva da 35 a 36 anni, fino a
prevedere una clausola di salvaguardia di un eventuale, ulteriore aumento
contributivo dello 0,009% dal 2011".
Il documento sostiene inoltre che "il ripristino delle 4 finestre con 40 anni di
contributi, di per sé positivo, viene totalmente finanziato con l'introduzione
delle finestre sulle pensioni di vecchiaia". La Fiom contesta anche che "i
lavori usuranti vengono definiti sulla base di criteri che hanno un vincolo
finanziario di un massimo di 5.000 lavoratori all'anno". Sotto accusa anche le
scelte su mercato del lavoro e competitività, "dirette esplicitamente contro la
Cgil, come scelta politica, tanto più evidente, in quanto riguarda misure prive
di particolari costi finanziari. In particolare, il documento sottolinea che
"sui contratti a termine e lo staff leasing siamo alla conferma, e per certi
versi al peggioramento, della legge del Governo precedente, con la possibilità
di proroga oltre i 36 mesi e l'assenza di causali specifiche per attivare
rapporti a tempo determinato". Secondo la Fiom, inoltre, "l'eliminazione della
sovracontribuzione per il lavoro straordinario costituisce un preoccupante
incentivo all'aumento dell'orario, mentre la detassazione del salario aziendale
totalmente variabile indebolisce la contrattazione collettiva, in particolare il
contratto nazionale".
Il documento di Rinaldini, pur bocciando l'accordo sul welfare, ne riconosce
alcuni aspetti positivi: "l'incremento delle pensioni basse, con il
riconoscimento del percorso lavorativo individuale, che consente di beneficiare
dell'aumento a tante donne pensionate, finora escluse; il miglioramento del
sistema di rivalutazione delle pensioni dal 90% al 100% della variazione
dell'indice Istat dei prezzi, per le fasce comprese tra 3 e 5 volte il minimo
attuale; le norme sulla totalizzazione dei contributi, il riscatto della laurea
e l'indennità di disoccupazione". Il Comitato centrale della Fiom giudica
positivamente la decisione di Cgil, Cisl e Uil di sottoporre il protocollo a un
referendum tra i lavoratori e i pensionati e assicura che "applicherà
rigorosamente le modalità" della consultazione, che verranno definite domani (12
settembre) dagli esecutivi dei tre sindacati.
Soddisfatto Giorgio Cremaschi, vero "deus ex machina" dell'accordo: "Il fatto
che, per la prima volta nel dopoguerra, il Comitato Centrale della Fiom abbia
bocciato un accordo interconfederale è un fatto di grandissima rilevanza che
dovrebbe far riflettere tutto il sindacato". Cremaschi ha aggiunto che "il
giudizio della Fiom è molto semplice: i danni che vengono da quell'accordo per
lavoratori, pensionati e soprattutto per i precari, sono maggiori dei benefici.
Per questo l'accordo è stato bocciato, per questo dovrebbe essere profondamente
modificato. A questo punto sono necessari tantissimi no in tutti i luoghi di
lavoro, per mettere in discussione un accordo ingiusto".
Critico
il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani, che ritiene l'accordo di
luglio "complessivamente buono" e sostiene che "tocca punti molto articolati e
complessi ma porta risultati innegabilmente positivi, dall'aumento delle
pensioni minime alla riforma degli ammortizzatori sociali. E' un'intesa- ha
sottolineato Epifani- che proprio per la sua ampiezza e complessità, va valutata
assumendo una logica di confederalità. Logica che non ritrovo nella scelta fatta
oggi dal comitato centrale della Fiom".
Il segretario generale ha riunito i segretari territoriali e di categoria
dell'organizzazione in vista dei direttivi unitari Cgil, Cisl e Uil che nelle
prossime ore metteranno a punto le modalità per la consultazione dei lavoratori
e dei pensionati sull'accordo del 23 luglio. "Il voto e la consultazione di
tutti i lavoratori e pensionati sono un valore in sé, vogliamo che la
partecipazione sia più ampia possibile", ha detto Epifani.
E' indubbio che il "no" della Fiom apre un problema politico all'interno della
sinistra, impegnata a definire i contenuti e la forma della manifestazioni del
20 ottobre prossimo. Sinistra democratica aveva appoggiato l'accordo sulle
pensioni e criticato fortemente quello sul mercato del lavoro, mentre altri
partiti, Rifondazione comunista e Pdci in testa, hanno espresso la volontà di
emendare anche la parte sulla previdenza. La capogruppo alla Camera di Sd, Titti
Di Salvo, ha dichiarato ad aprileonline di essere "dispiaciuta, personalmente la
scelta della Fiom mi fa soffrire". Ribadita la posizione di Sinistra democratica
sugli accordi del 23 luglio - valutazione complessivamente positiva dell'accordo
sulle pensioni, in particolare della garanzia del sessanta per cento della
retribuzione ai "pensionati precari", volontà di migliorare quello sul welfare -
Titti Di Salvo sottolinea come il vero banco di prova sia il referendum di tutti
i lavoratori a dieci giorni dalla manifestazione: "Se il risultato fosse
l'approvazione, a quel punto sarebbe curioso protestare contro un accordo a cui
i lavoratori hanno dato il via libera". Riguardo forme e piattaforme della
manifestazioni, la Di Salvo assicura che Sd "deciderà collegialmente" nella
trattativa in corso con gli altri partiti della sinistra.
Giovanni Russo Spena, capogruppo di Rifondazione comunista al Senato, accoglie
come uno stimolo il voto contrario della Fiom: ""Il governo deve ora cogliere
questo malessere, e ne deve tenere conto in sede parlamentare. La sinistra
alternativa non sarà un semplice registratore di voti. Vogliamo una discussione
approfondita, e ci batteremo per modificare il testo dell'accordo. Un accordo
che contiene poche cose e sbagliate. Non è un caso che Rinaldini e la Fiom
figurino tra i dodici soggetti promotori della manifestazione".
Più dura Manuela Palermi, capogruppo di Verdi e Pdci al Senato: "Il voto
contrario della Fiom Cgil all'accordo raggiunto tra sindacati e governo sul
welfare è un segno dirompente della crisi di rapporto tra lavoratori industriali
e politica economica del governo". Cosa si profili ora all'orizzonte, con l'uno
- due referendum - manifestazione in programma il mese prossimo, non è ancora
del tutto chiaro. Una lettura l'ha data Augusto Rocchi, capogruppo di
Rifondazione comunista in Commissione Lavoro alla Camera: "Il dissenso della
Fiom è stato totale, il giudizio complessivo critico. Ma la dialettica va
vissuta come una risorsa democratica. Aspettiamo il referendum, non solo il voto
in sé, ma anche quello che verrà fuori dalle assemblee dei lavoratori. Se verrà
fuori, come credo, malcontento, sarà la conferma del taglio che dovremo dare
alla manifestazione del 20 ottobre: uno stimolo per migliorare gli accordi e
porti il governo ad attuare il programma che ha sottoscritto con gli elettori,
valorizzando il lavoro, superando la precarietà e ponendo al centro della sua
azione le grandi questioni che riguardano lavoratrici e lavoratori".
Andrea Scarchilli - aprileonline
12/09/2007 Giordano: La Fiom interpreta la preoccupazione e il malessere di tanta parte del paese (http://www.canisciolti.info)
"La Fiom interpreta la preoccupazione e il malessere di tanta parte del paese". Cosi' il segretario di Rifondazione Comunista, Franco Giordano, commenta la decisione della confederazione dei metalmeccanici della Cgil, che si e' rifiutata di firmare il protocollo sul welfare.
"Il piu' grande sindacato di categoria in Italia esprime la sofferenza e il malessere di tanti operai - ha spiegato Giordano - La politica, che e' in crisi di credibilita', dovrebbe avere l'umilta' di ascoltarli e il governo non puo' volgere lo sguardo dall'altra parte, deve interpretare e risolvere i problemi sollevati".
12/09/2007 Gli esecutivi di Cgil, Cisl e Uil approvano l'accordo sul welfare (http://www.canisciolti.info)
Via libera all'accordo sul welfare, da parte degli esecutivi di Cgil, Cisl e Uil, con soli 3 voti contrari. E' stato anche approvato il percorso di consultazione dei lavoratori e dei pensionati, il cui voto è previsto tra l'8 e il 10 ottobre. Il voto, quasi unanime, per il segretario Cgil, Epifani, segnala che l'intesa è stata accolta con largo consenso. Tra il 17 settembre e il 6 ottobre l'accordo sarà proposto nelle assemblee ai lavoratori, pensionati, cassintegrati.
Archivio Pensioni
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