Quattro osservatori dell’Unifil sono stati uccisi da un ordigno sganciato da
un aereo militare israeliano che ha centrato in pieno una postazione della
“forza di interposizione” dell’Onu: la settimana scorsa è stato colpito un
osservatore italiano. Il nostro esercito di contrapposizione al momento è solo
un’entità che osserva e non interviene.
Il bombardamento della postazione Unifil è un chiaro messaggio al nostro
esercito di contrapposizione, che non ha un nome proprio perché non sa prendere
una posizione e vuole stare sia da una parte che dall’altra. Gli Usa, tramite
Israele, stanno ora chiedendo agli europei di prendere una decisione, e quelle
bombe vogliono proprio far capire che l’Europa che sta voltando le spalle agli
Stati Uniti. Non sarà certamente l’ultimo messaggio e presto cominceranno a
venir fuori scandali di corruzione che sconvolgeranno i governi europei
semplicemente per ricordare chi ha ancora il potere in questo momento.
Il fatto che gli israeliani abbiano attaccato in questo modo, risponde ad un
motivo ben preciso. Beirut è la capitale del traffico internazionale, è il
triangolo del traffico delle armi, della droga, del riciclaggio, è la base di
tutti i dati, di tutte le pratiche e i fascicoli delle transazioni. Le bombe che
lanciano gli israeliani, sono bombe che distruggono tutto, a frammentazione,
incendiarie, che hanno dunque come obiettivo tecnico e tattico quello di
distruggere e ardere la città: uffici, palazzi, e poi strade e centrali
elettriche: ora che l’intero sistema sta vacillando le prove vanno dunque
distrutte.
Intanto l’Europa rimane bloccata nella scacchiera mediante Clearstream, che è
la madre di tutte le società e le holding bancarie e industriali. Gli incidenti
di percorso non sono mancati, e in questo contesto trovano una risposta anche i
suicidi e le morti che stanno avvenendo: sarebbe infatti interessante capire
quali affari stava trattando il finanziere dell’Opus Dei prima che venissero
improvvisamente mandati all’aria. È chiaro che Parigi fa il doppio gioco, perché
dichiara di lottare accanto a Israele ma intanto i servizi segreti francesi da
tempo hanno delle proficue relazioni con il mondo arabo e musulmano. Un partner
illustre era proprio Saddam Hussein, che aveva costruito con le ditte francesi
un canale di scambio privilegiato nel progetto Oil for food.
Anni fa la Francia tramite l’Algeria assoldava uomini, facendoli entrare in
organizzazioni paragovernative come la Gia , “Groupe islamiste armée”; si ha il
sospetto che in questi anni Parigi abbia rivelato i nomi di tali uomini agli Usa
per costruire così il mito del terrorismo arabo. È molto strano infatti che
l’affare Clearstrem sia legato al Kuwait Gate e così allo scandalo del programma
“Oil for food”, che ha un filo conduttore che passava per il Libano, e questo
potrebbe avvalorare la tesi che l’ex primo ministro libanese Hariri stava
facendo un importante accordo con i russi prima di saltare in aria.
Quando Condoleeza Rice è arrivata a Roma, ha dato il suo saluto lasciando
capire che la decisione da prendere non è quella di “se fare o non fare una
guerra” ma è quella di capire se l’Europa sta o non sta con gli Stati Uniti.
Analisti dell’intelligence russa ritengono che i due incidenti avvenuti negli
Stati Uniti la scorsa settimana siano da attribuire principalmente a degli
attentati terroristici. Una petroliera araba saudita al largo del Porto di
Providence è improvvisamente esplosa, mentre in California viene preso di mira
il radar dell’aeroporto Internazionale di Los Angeles che ha messo in serio
pericolo i passeggeri in volo e provocato disagi e imprevisti a milioni di
persone.
Gli eventi tuttavia giungeranno a una svolta. Il virus dei polli è scomparso,
anche se questo gioco ha portato alla casa multinazionale del farmaco Roche più
di 2 miliardi di euro grazie alla vendita del medicinale Tamiflu. Il conflitto
terminerà con la pace, una pace ben confezionata ad hoc e dunque fasulla, perchè
ciò che davvero conta è il controllo delle persone, mediante le
telecomunicazioni, in modo che le multinazionali e le banche possano continuare
a insediarsi e a derubare gli Stati delle loro risorse, delle imprese e della
moneta. La pace è fondamentale, perché altrimenti loro e le loro ditte rischiano
di fallire: la guerra serve soltanto per la ripartizione delle sfere di potere.
Deve far riflettere il fatto che il presidente dell’Iran, in questo momento
così delicato, decida di risolvere la situazione parlando della fine definitiva
di Israele proprio con la dichiarazione di questa guerra. Subito dopo invia una
lettera alla Merkel invitandola a riflettere sul fatto che molto probabilmente
l’olocausto sia davvero un mito, perché vi sono diverse contraddizioni che
minano la credibilità di tale evento. Considerando che anche l’11 settembre è
stato rimesso in discussione per numerose incongruenze, il dubbio sulla sua
veridicità diventa più che legittimo. Occorre capire che, a questo punto, la
guerra si sta facendo ancora per celare la verità, per impedire che tutto venga
scoperto perché altrimenti la forza distruttiva che ne deriverà sarà molto più
devastante.
L’Affare Clearstream, se uscirà, distruggerà i nostri governi: i figli di
Saddam Hussein furono brutalmente assassinati perché sapevano benissimo a cosa
era legato il progetto Oil for Food. Se verrà fatta luce su tale eventi, il
gioco dell’Inghilterra, degli Usa, della Francia e della Russia cadrà per sempre
e Israele davvero cesserà di esistere.
Adesso non c’è nulla di più pericoloso della verità
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