Noi siamo tanti qua,
già ti
chiamiamo papà,
di quei papà che non si conoscono.
Roberto Vecchioni – Signor giudice
Ti confesso, Romano, che mi
stai meravigliando non poco: lo sai da dove vengono i Bertani? Più o meno dalle
stesse parti dei Bersani, che poi sono le tue parti. Va beh, qualche chilometro
più in qua o più in là poco importa...stiamo tutti – come cantò Guccini – “fra
la via Emilia e il West.
Qualcuno, come me, abita oramai lontano dai “Caffé Verdi” e dalle balere così
vicine ai canali che devi stare attento a non bere per non finirci dentro: tu,
addirittura, te ne sei andato a Bruxelles...socmel...
Eppure, sai benissimo che siamo gente che quando ha un rospo in gola non è
capace a tenerselo: cosa vuoi...siamo fatti così...solo i toscani riescono a
tenerci testa.
A guardarti in televisione,
mentre passeggi coperto da un nugolo di guardie del corpo e di segretari, mi
sembri un po’ un toro di quelli grassi che si portano in fiera, per spuntare il
miglior prezzo e vendere in aggiunta il resto dei “magroni” della stalla. Lo sai
che le cose vanno proprio così nelle fiere del bestiame, e la politica nostrana
assomiglia sempre di più ad un mercato delle vacche.
Intanto, però, tu continui ad andare a zonzo per le vie di Roma a raccontare che
tutto va bene, che tutto s’aggiusta, che nel governo sono tutte rose e fiori. Lo
raccontano anche gli allevatori alle fiere: vallo a chiedere ai macellai come va
a finire la faccenda.
Su questa Finanziaria se ne
sono dette, se ne dicono e se ne diranno ancora fino alla mezzanotte di San
Silvestro – questo tutti lo sanno – ma sentirsi dire certe cose dopo cinque anni
di Berlusconi guarda che fa venire il sangue alla testa, roba che ci sarebbe da
pensare che qualcuno della maggioranza se la fa con i fasisti. Mi pare
che un senatore di Di Pietro stia più da quelle parti che dalle nostre: ne sai
qualcosa? Di Pietro sembra non essersene accorto, ma si sa che Di Pietro delle
cose se ne accorge soltanto a fiera ultimata, quando arrivano gli spazzini per
raccattare quello dei cavalli per concimare i fiori.
Dopo aver fatto in campagna
elettorale una filippica infinita contro
la Moratti e
le sue idee balzane sulla scuola – che doveva diventare una succursale delle
fabbrichette della bergamasca – ci dobbiamo sentir raccontare che siamo proprio
noi a dover fare i sacrifici? Ma non ne abbiamo fatti abbastanza sotto il
Berlusca?
Com’era bello in campagna elettorale udir tanta eloquenza sulla necessità di
recuperare il gap scientifico e tecnologico che ci separa dal resto d’Europa, e
che proprio il sistema dell’istruzione era la base dalla quale partire!
Finalmente, qualcuno pensò: vuoi vedere che hanno messo giudizio? Mo va là che
questa volta le cose le faranno per benino – questa volta sono proprio ammodo –
qualcuno s’azzardava ad ipotizzare.
E poi: che le tasse le
paghino di più i ricchi e di meno i poveri, per Dio! Vuoi vedere che il Romano
si ricorda ancora del Passator Cortese del Pascoli – “re della strada, re della
foresta” – che rubava ai ricchi per dare ai poveri? Oh, abbiamo avuto anche noi
il Robin Hood nostrano: mo’ figurati se il Romano non se lo ricorda…
Così raccontavano – te lo giuro – quelli che uscivano dalle Feste dell’Unità nel
reggiano e nel modenese, con ancora nel palato l’ultimo sorso di Trebbiano e di
Lambrusco, e si avviavano verso casa tranquilli, ascoltando con gioia il canto
dei grilli e sorridendo sotto i baffi per la schiuma alla bocca del Cavaliere.
Oh, ma pure le mezze
vittorie ci dovete rovinare?
Adesso sembra che, per pagare le malefatte di Tremonti, ai pubblici dipendenti
tocchi un aumento di 30 euro. Lordi, che netti non fanno nemmeno venti. Ma cosa
ci fa un padre di famiglia con venti euro in più al mese? Ci compra venti
merendine per i figlioli e dice loro: «Andate, pascetevi, e non dimenticate di
recitare una preghierina a San Romano, protettore dei miseri e degli sfigati
come noi»?
Questa, ti assicuro, in campagna elettorale non l’avevo proprio sentita. Mi
pareva, invece, d’aver udito che avreste tassato le rendite finanziarie e
colpito l’evasione fiscale. Lo sai che negli odiatissimi Stati Uniti – terra dei
capitalisti con le zanne e degli agrari schiavisti – l’evasione fiscale è un
reato penale?
Se si evade le tasse si va
a vedere il sole a scacchi, sì, proprio nella terra di George Washington:
troppo? Beh, uno che evade le tasse non è mica un assassino…al massimo ruba alla
collettività…
Forse sì, forse no: però, se qualcuno evade le tasse e non ci sono i soldi per
garantire un buon livello di sanità per tutti, il solito sfigato arriva in
ospedale e lo trova chiuso per deficit, per carenza di posti, per mancanza di
personale e ci crepa. Quello che i soldini doveva cacciarli, e invece non li ha
cacciati, non manda nemmeno un telegramma per il funerale. Dai, Romano, che
queste cose le sai: ma dobbiamo proprio venirtele a raccontare noi?
Quando senti queste cose –
e non venirla a raccontare, che se non le leggi da solo qualcuno te le viene a
riportare – corri dal tuo amico con lo Schioppo…pardon…dal compagno
Padoa-Schioppa e gli domandi come vanno le cose con l’Europa. Eppure dovresti
saperlo: sei stato seduto sul più alto scranno europeo per cinque anni e adesso
devi andarlo a chiedere al tizio con lo schioppo? T’hanno affibbiato un
carabiniere da Bruxelles?
No, perché dovresti spiegarci come faceva Tremonti a presentare delle
Finanziarie dove metteva nella voce delle “entrate” i biglietti del tram bucati
e i soldi che il figlio avrebbe incassato vendendo a metà prezzo i libri
scolastici dell’anno prima. Oh, ma ‘sto Tremonti doveva proprio essere un mago
per ottenere credito dall’Europa, quando in Italia era oramai diventato una
barzelletta. Parlaci, Romano, spiegaci perché Tremonti riusciva ad infinocchiare
tutti con un deficit che nemmeno una lavanderia a gettoni avrebbe potuto
reggere, mentre a te non credono una parola. Non sarà – per caso – che ti sei
messo d’accordo con il tuo amico Almunia per mettere paura ai sindacati – che
conoscono benissimo questo gioco delle tre carte – e, in definitiva, per cercare
di mettercelo nello stoppino?
Perché se non bastano i
generosi trenta euro d’aumento, il resto bisogna prenderlo dalle pensioni: eh
sì, “la coperta è corta” e si debbono fare dei sacrifici. Spiegami una cosa che
non ho mai capito: perché io devo sempre svegliarmi con un piede congelato
mentre il Luca – quello di Montezemolo – ronfa tranquillo ed al caldo come un
ippopotamo? Ci sono due diverse coperte? Lui ne ha una di riserva? Spiegami: non
capisco…
Qui bisogna essere onesti e riconoscerlo: in campagna elettorale delle pensioni
non ne avete proprio parlato, e per il programma aspettiamo ancora un esegeta di
Nostradamus che ce lo spieghi.
Di questo passo, quando volete mandarci in pensione, a settant’anni? Forse
bisogna che mi spieghi meglio: Romano, lo conosci uno che ha guidato treni,
autobus e camion per 35 anni? Lo conosci? Se non lo conosci chiedilo al
Bertinotto, lui con la classe operaia ci ha campato una vita…
Se il Bertinotto non ha
tempo per raccontartelo, perché deve correre da Gucci a comprare l’ultimo
modello di cravatta, te lo dico io: per una volta, credimi.
Si sente a pezzi, come si sente uno che ha fatto lo slalom fra le impalcature di
un cantiere (se è sopravvissuto) oppure fra una catena di montaggio ed un
periodo di mobilità.
Sono lavori “usuranti”, vero. E come credi che si senta un insegnante quando
entra in classe la mattina, con una pletora di telefonino-dipendenti, ubriacati
dai Grandi Fratelli e da Filippo de Maria, dalle isole dei Famosi, dal
campionato più truccato del mondo?
Si sente a pezzi, eppure deve aprir bocca ed andare avanti. Obbedisco. Non
importa se oramai è nonno – ed in tutte le vere culture i nonni sono rispettati
– e non ha più l’energia dei trenta, dei quaranta e gli rimane la poca che ci si
ritrova verso i sessanta, deve tirare avanti come può. E tu vorresti farlo
rimanere ancora dopo i sessanta?
Guarda che quello – per
mantenere la famiglia – al lavoro continuerà ad andarci: i frutti se li godranno
i poveracci che gli capitano. Così sentirai raccontare di professori “che non
fanno niente” e di treni che si schiantano per un “errore umano”: l’errore siete
voi, che andate raccontando che – siccome la vita si allunga – si deve lavorare
di più.
Questa è la più fetente bestialità che mai ho sentito raccontare: dopo milioni
d’anni d’evoluzione, siccome la medicina è in grado di tenerci in vita qualche
anno in più, i ritmi biologici dell’essere umano sarebbero cambiati nell’arco di
pochissime generazioni?
In altre parole, i cinquant’anni del 1950 corrisponderebbero ai sessanta
odierni?
No, Romano, forse è vero
per te, per il Bertinotto e per il Montezemolo – che fate una vita dorata da
sempre – non lo è per quelli che la mattina si svegliano con il solito piede
gelato per la “coperta corta”.
In Europa si va in pensione dopo i sessant’anni?
Ma certo, in Germania si va in pensione dopo: dateci la settimana lavorativa di
28 ore come hanno alla BMW con circa 2.500 euro di stipendio, dateci i 3.500
euro degli insegnanti tedeschi, dateci i 1.000 euro dell’assegno di
disoccupazione teutonico, date alla popolazione la possibilità di vivere (per
circa il 50%) nelle case popolari (oh: case tedesche, mica IACP) e poi ne
discutiamo. Non è solo una questione di età, bisogna anche considerare come si è
campato prima.
Perché queste cose non le
chiedi al Bertinotto? Lui le sa…ah, già: è arrivata una nuova collezione di
cravatte…
Preferisci
la Francia ?
Dateci il part time a 1.500 euro – così una famiglia francese con tre figli e
due genitori a part time si trova a campare con “solo” tremila euro – e vedrete
che gli italiani torneranno a scopare come ricci ed a fare figli.
Oh, Romano, non lo hai capito perché gli italiani non fanno più figli? Non ci
venite a raccontare che all’estero la vita è terribilmente più cara, perché chi
abita alle frontiere va a fare la spesa a Nizza e in Slovenia. La questione è la
solita della coperta: se è corta, con il solito piede gelato, anche il
desiderio…
Facile parlare senza
indicare soluzioni, eh sì, noi che abbiamo le “responsabilità” del governo ne
siamo “piegati”, voi parlate e basta…
Hai letto, Romano, il discorso pronunciato dal presidente dell’ENI – Scaroni –
all’OPEC a Vienna? Un libro dei sogni che ti risparmio, scaricatelo da solo o
dagli un colpo di telefono. Piano, però, altrimenti lo svegli.
Io, al posto tuo, risparmierei la fatica e proverei in un altro modo.
Un giorno qualunque – mentre ti trastulli per il centro di Roma – ordina alla
tua scorta di portarti alla Casaccia – è vicino a Roma, non ti devi spostare
troppo – e vai a visitare il centro di ricerca ENEA sul solare termodinamico.
Vai a veder di persona
cos’hanno creato da un lavoro di Rubbia (che ha dovuto andarsene dall’Italia!) i
ricercatori dell’ENEA. Non li conosco personalmente: come in tutti i posti ci
sarà gente in gamba ed altra un po’ meno ma, per come sono stati trattati i
ricercatori negli ultimi cinque anni, hanno fatto anche troppo. Hanno dato il
sangue per quell’idea, e ci sono riusciti.
Oggi – mentre ci tocca ascoltare gli sproloqui di Scaroni sul petrolio “non
convenzionale” (sarà un petrolio “proibito” come le armi di Israele in Libano?)
– quei poveracci probabilmente assunti con contratto a termine hanno creato una
tecnologia in grado di fornire un KW al prezzo di circa 6 centesimi di euro,
meno che con il petrolio e grosso modo al livello del carbone.
Vai, Romano, fai una gita fuori porta fino alla Casaccia, parla con loro.
Probabilmente scopriresti che anche noi italiani possiamo lavorare ad una nuova
tecnologia ed assumere tanti giovani fisici, chimici, informatici ed ingegneri
che si strapazzano fra un lavoro a termine ed un altro, fra un call center ed
una supplenza. Chissà come avrà fatto
la Germania a
creare 180.000 posti di lavoro nel campo delle energie rinnovabili: qualcuno ha
parlato con loro, ha capito, si è dato da fare.
Altrimenti, anche il
prossimo anno litigheremo con il coltello fra i denti per dividerci i quattro
soldi marci di una Finanziaria da straccioni, continueremo a nascondere gli
aumenti delle tasse con l’inflazione camuffata e “scaricheremo” l’onere delle
nuove gabelle sulle amministrazioni locali. E poi, voi sareste dei capitalisti?
Ma per favore: chiedete all’idraulico che aggiusta i rubinetti a Palazzo Chigi
se è possibile gestire in questo modo un paese. Almeno lui, quando non riesce a
risolvere un problema, parla con qualcun altro per capire, per migliorare: fa
una cosa normalissima che tutti gli esseri normali fanno.
Perché voi non ci ascoltate mai? Parlaci Romano, ma senza raccontarci più che
siete una combriccola di amiconi, perché il luccicare delle lame sotto le
giacche si nota anche in televisione.
Carlo Bertani
bertani137@libero.it
www.carlobertani.it
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