La prendo da lontano. Ricordo, un amico, che
trafficava, in libri vecchi, molto più grande di me, che ogni volta che
tentavo di tirare sul prezzo di un testo, mi rispondeva, scherzando, in
romanesco: “Aoh, guarda che qui mica è arrivato er tempo in cui i foderi
combattono le sciabole resteno attaccate… Mica so’ micco [stupido]”. Ora,
alcuni conservatori, quando si parla loro, di matrimoni gay, assumono lo
stesso atteggiamento: non si può “rovesciare il mondo”, le spade
guerreggiano e i foderi devono invece restare ben stretti lungo il fianco
dei cavalieri “antiqui”.
Per contro, i progressisti ritengono invece - per dirla con Günther
Anders (primo marito della Arendt, visto che si parla di famiglie) - che
“l’uomo sia antiquato”. Non nei riguardi della tecnologia, ma verso certe
cose che una volta si chiamavano famiglia, con mogli e figli, nonni, e
anche zie, di quelle che piacevano tanto al regista Samperi. Insomma,
secondo i progressisti, ci si deve armare di foderi… Ora chi scrive, non
si è mai scandalizzato più di tanto. Il mondo è vario. E nessuno è
“perfetto”. Anche perché bisognerebbe prima definire, in modo univoco,
l’idea di perfezione.
Il che è impossibile, almeno suo piano sociologico e storico. L’amico
di cui sopra era uno con il simpatico “vizietto”, che in tempi non
sospetti, viveva tranquillamente la sua sessualità, come si direbbe oggi.
Colto, ottima persona, non si sentiva perseguitato, e soprattutto, mai si
sarebbe sognato di trasformarsi in moralista di segno contrario: vivi e
lascia vivere, era il suo adagio preferito. Insomma, una persona libera,
priva di pregiudizi, che da vero conservatore-anarchico, mai avrebbe
chiesto nulla allo stato: dalla pensione all’ attestato matrimoniale.
Invece le suorine laiche radicali - già note per il loro strabismo
occidentalista - la pensano in modo diverso.
Vogliono tutto: pensione, assegni familiari, e ora, per parità di
diritti, persino il presepe, politicamente corretto, con le pacs-statuine.
Ma non erano anticlericali? E che c’è di più “clericale” di un presepe
esposto all'interno di un Parlamento Repubblicano? Per metterla sul
sociologico, si può dire, che “l’istituzionalizzazione” di certa
controcultura sessuale anni Sessanta, sia ormai in rigoglioso sviluppo. E
che, come capita sempre, ai vecchi tabù sessuofobici se ne siano
sostituiti nuovi. Fino a certo punto però: perché i gay che chiedono di
sposarsi, sposano anche una vecchissima idea borghese di famiglia. Quale?
Quella della famiglia come rifugio privato in un mondo (il pubblico),
sempre più arido. Una scelta di vita “a rate da pagare”, che ricorda
quella delle famigerate “mille lire al mese, un casettina in periferia,
una mogliettina, eccetera”…. Cavallo di battaglia canoro del fascismo rosa
anni Trenta.
L’unico aspetto nuovo è rappresentato dall’ individualismo democratico.
Che ha un suo fondamento, ma che "esibizioni" come quella radicale mettono
in ridicolo… C’è poi un altro aspetto. E’ nota la storia dei perseguitati
che si trasformano in persecutori, e così via… ( si pensi, ad esempio, ai
templi “pagani” chiusi dai cristiani vittoriosi). Ora, tutte le società, e
in particolare le moderne (così rapide nel “consumare” valori), sono
soggette a saturazione: una volta raggiunto un certo limite voltano le
spalle ai valori dominanti. E guardano altrove. Perciò non esistono marce
storiche trionfali di questo o quel valore culturale: altrimenti oggi
saremmo ancora tutti “pagani” o cristiani. E la stessa sorte potrebbe
toccare alla cultura gay, una volta pienamente istituzionalizzata. Ciò non
significa “remare contro”, ma più semplicemente, fare buon uso di certo
sano scetticismo sociologico. E’ il sale della tolleranza.
|