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26/02/2007 Napolitano sollecita una riforma della legge elettorale (http://www.canisciolti.info)

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La riforma della legge elettorale è stata indicata dai partiti come "una delle più urgenti scadenze politiche". Il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, nel motivare il rinvio di Prodi alle Camere sollecita di fatto una riforma che possa garantire maggiore stabilità.

Un'esigenza condivisa da tutte le forze politiche e della quale, da tempo, si sta occupando il ministro delle Riforme Vannino Chiti. Il suo lavoro riprenderà subito dopo il voto di fiducia al governo della prossima settimana, con l'invio a tutti i gruppi politici di una bozza di linee guida per la riforma. "Stiamo aspettando il testo di Chiti" si fa sapere dal centrodestra che mostra disponibilità a discutere di eventuali ritocchi all'ex 'Calderolum'.

La 'bozza' di Chiti comprenderà anche un pacchetto di ipotesi di riforma della Costituzione che potrebbe entrare in un provvedimento parallelo a quello sulla legge elettorale. Questo perché, come ha sottolineato il vicepremier D'Alema, nel centrosinistra si ritiene che, oltre alla riforma sia necessario mettere mano alle "istituzioni per renderle più robuste, efficaci, in grado di garantire meglio la governabilità del Paese".

Fassino: Il centrosinistra deve "far tesoro" di quanto successo

Il centrosinistra deve "far tesoro" di quanto successo in questi ultimi giorni e fare in modo che non si ripeta. E' il monito lanciato dal segretario dei Ds, Piero Fassino, ospite della trasmissione "In mezz'ora" su Rai Tre. Fassino esclude altre possibilita', e non raccoglie le provocazioni di Lucia Annunziata su cosa potrebbe succedere se il governo non ottenesse la fiducia: innanzitutto, spiega, "penso che il governo Prodi reggera' e nel mio ruolo non posso discutere di un'ipotesi che non c'e' ancora".

Poi, aggiunge: "la decisione di Napolitano di respingere le dimissioni e' stata questa perche' ha constatato che l'unica maggioranza possibile e' quella di centrosinistra, perche' il centrodestra i numeri non li ha. Mentre ipotesi di governi istituzionali, di transizione, formule tecniche o paratecniche non hanno le condizioni politiche. L'unica maggioranza che c'e' e' questa, ancorche' esigua". Ne consegue, secondo Fassino, che il centrosinistra "deve far tesoro di questa crisi, che io spero non si realizzi piu', perche' spero abbia ammonito tutti ad avere maggiore senso di responsabilita', anche i singoli parlamentari, e credo dovremmo essere sufficientemente responsabili e seri per far di tutto affinche' il governo Prodi possa governare".

Quello di Marco Follini e' un "apporto importante, al di la' del dato numerico, per la sua personalita' politica. Si e' sempre battuto per un bipolarismo mite, senza toni da guerra civile come quelli voluti dalla destra e oggi ritiene che si debba contribuire a dare stabilita' al governo Prodi", ha detto ancora Fassino: "Follini non e' un uomo in cerca di poltrone e noi non abbiamo mercanteggiato nulla con lui". Fassino ha dichiarato che "i nostri conti dicono che ci sono 158 senatori eletti su 315 e dovrebbero esserci almeno 162 senatori compresi i senatori a vita su 322. Quindi, c'e' la maggioranza sia dei senatori eletti che dell'intero Senato". Il voto di fiducia a palazzo Madama è previsto per giovedi' prossimo.

 

Bonino: Capezzone è preso da un vortice di ambizioni personali

"Questo modo di muoversi mi sembra abbastanza disdicevole", "un atto di arroganza". Lo dice a Radio Radicale il ministro Emma Bonino commentando l'annuncio del voto di astensione sulla fiducia da parte di Daniele Capezzone, deputato della Rosa nel Pugno e presidente della commissione Attività produttive della Camera.

Bonino, poi, si dice "non interessata" a una eventuale richiesta di dimettersi dalla presidenza della commissione Attività produttive della Camera che potrebbe arrivare a Capezzone. "Le scelte politiche - fa notare il ministro - molto spesso si pagano, ma non voglio aggiungere altro. Il metodo mi fa anche più specie perché penso che un passaggio in una casa e in una scuola di cultura Radicale avrebbe dovuto produrre frutti diversi, a meno che uno sia preso da un vortice di ambizioni personali".

Andreotti: Sono soddisfatto dell'accantonamento dei matrimoni omosessuali

''E' opportuno che ci sia una continuita' di governo, questo e' certo . La fase internazionale e' assai delicata. E in situazioni come queste, lo dico anche per esperienza personale, sono necessari dei governi in carica che siano nel pieno dei loro poteri. E poi, sono soddisfatto dell'accantonamento dei matrimoni omosessuali''. Lo dice il senatore a vita, Giulio Andreotti, in un'intervista a Repubblica.

Andreotti giudica ''positivo'' il nuovo programma su cui ha lavorato la maggioranza: ''Ho notato con piacere che certi punti non fanno piu' parte degli obiettivi dell'esecutivo'', riferendosi dell'assenza dei Dico dal dodecalogo del premier, Romano Prodi.

''Ho visto - osserva - che i matrimoni omosessuali, diciamo cosi', sono stati accantonati. E questo e' condivisibile. Dunque penso che non dovrebbero esserci difficolta' per il governo ad andare avanti''.

''Penso - spiega il senatore a vita - che non dovrebbero esserci difficolta' per il raggiungimento del quorum necessario ad ottenere la fiducia. Anch'io penso, come ha giustamente sottolineato il Quirinale, che non ci siano alternative a questo esecutivo. Che la situazione e' tale che risulta difficile trovare una soluzione diversa, almeno per adesso''.

Pannella rivela il dietro le quinte del vertice dell'Unione

Marco Pannella, in una conversazione con il direttore di Radio radicale Massimo Bordin, rivela un retroscena di quanto sarebbe accaduto giovedi' scorso, a Palazzo Chigi, nel vertice dell'Unione in cui Prodi ha letto il suo documento in 12 punti per il rilancio del proprio Governo.

Il presidente del Consiglio avrebbe chiesto a ciascuno dei segretari dell'Unione di mettere la propria firma in calce al documento che avrebbe poi consegnato al capo dello Stato. Visto il rifiuto, si sarebbe accontentato a malincuore di accettare, come compromesso, che il documento venisse approvato solo dal vertice. Ad opporsi alla proposta di Prodi lo stesso Marco Pannella, che racconta l'episodio, Enrico Boselli e rappresentanti della Rosa nel pugno.

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