Pubblico la risposta al post: “Ambasciator
non porta pena” che ho ricevuto dal capo ufficio stampa della
Farnesina. Non posso entrare nel merito della risposta, lo farà
eventualmente il signor Merola con un commento al post. Ringrazio il Ministero
degli Esteri.
Da alcuni giorni è presente sul blog la mappa delle piazze delle
città italiane in cui l’otto settembre saranno raccolte le firme per
la legge di iniziativa popolare per un Parlamento Pulito. Ogni giorno se ne
aggiungono di nuove.
Da oggi è pubblicata anche la mappa delle città straniere che aderiscono al
V-day con
un volantinaggio (in inglese, spagnolo e italiano per il momento) di
fronte alle nostre ambasciate. Chiedo anche agli ambasciatori,
a iniziare da Surdo a Mosca di aderire.
Belin, sono in vacanza e la gente, quando mi riconosce, mi saluta con il
segno della V.
V-day – V-day – V-day.
“Rispondo a quanto segnalato dal Sig. Michele Merola.
Non corrisponde al vero che vi siano solo dipendenti russi all’interno della
Cancelleria Consolare dell’ Ambasciata d’ Italia a Mosca. Sia allo sportello che
in tutti gli uffici prestano servizio personale di ruolo italiano, impiegati a
contratto italiani e russi: questi ultimi sono perfettamente in grado di
esprimersi in un italiano corretto e comprensibile. Allo sportello sono
disponibili moduli ciclostilati contenenti l’elenco dei documenti necessari per
le singole pratiche: tale lista e’ anche presente nella bacheca posta
all’interno ed all’esterno della Cancelleria Consolare ed e’ consultabile sul
sito web della Farnesina.
Non corrisponde al vero che gli impiegati – costantemente controllati dal
Funzionario incaricato della Cancelleria Consolare – si allontanino chiudendo lo
sportello. Essi possono del resto assentarsi per brevi pause previste dalla
legge (legge 626/94, articolo 54, comma 1), oltre che per la pausa pranzo,
stabilita dal contratto di lavoro tra le ore 13 e le ore 14. Il carico di lavoro
allo sportello e’ peraltro tale da impedire spesso agli impiegati di usufruire
della pausa.
Gli orari di apertura e chiusura della Cancelleria Consolare sono esposti fuori
dall’edificio e sono consultabili sul sito web; essi sono altresi’ menzionati
dal disco fisso che si aziona in risposta al telefono quando l’unico
centralinista di cui dispone la Cancelleria Consolare non e’ in grado di
rispondere alla chiamata.
Fino al trenta giugno di quest’anno il tempo intercorrente tra la consegna dei
documenti e l’emissione del visto e’ stato pari a 2 giorni lavorativi;
successivamente all’entrata in vigore dell’accordo bilaterale sui visti tra la
Russia e l’Unione Europea, il 1º luglio, esso e’ stato elevato a 3 giorni. In
caso di comprovata emergenza, il visto puo’ essere rilasciato in tempi piu’
ristretti, previo versamento di una sovrattassa di 35 euro (prevista dalla
legge) aggiuntiva alla tariffa normale di 35 euro (anch’essa prevista dalla
legge).
In caso di rifiuto del visto, il passaporto viene effettivamente trattenuto per
il tempo necessario ad esperire la procedura di diniego. L’avvio della procedura
puo’ non essere contestuale e viene posticipato quando occorre far fronte ai
casi urgenti di chi deve ricevere il visto in tempo utile per la partenza. In
altri termini, a causa della carenza di personale, si puo’ effettivamente
impiegare una settimana - ma non di piu’ - per la riconsegna del passaporto di
chi ha subito un diniego.
La Cancelleria Consolare ha sempre prestato assistenza, ben al di la’
dell’orario di lavoro quando e’ stato necessario, a cittadini italiani che
abbiano subito furti di passaporti o di altri documenti: basta consultare i
tabulati degli orari di entrata e di uscita del personale addetto per
sincerarsene. L’Ufficio Sociale della Cancelleria ha costantemente risposto alle
richieste di intervento e di assistenza, facendo anche fronte - senza rinforzi
stagionali - all’aumento di lavoro derivante dal maggior flusso estivo di
turisti italiani.
Quanto all’accoglienza dei cittadini russi all’interno della Cancelleria
Consolare, ne’ i Carabinieri preposti alla vigilanza e sicurezza dei locali, ne’
la guardia russa all’esterno dell’edificio hanno in dotazione manganelli.
In merito all’asserito sequestro degli oggetti in possesso del pubblico all’atto
dell’ingresso nei locali della Cancelleria Consolare (macchine fotografiche,
videocamere o strumenti atti ad offendere), gli stessi vengono presi in consegna
dalla guardia russa, per ovvi motivi di sicurezza, e riconsegnati all’uscita. I
telefoni cellulari non vengono trattenuti dal personale addetto alla sicurezza,
ma viene chiesto al pubblico di spegnere personalmente il proprio cellulare di
cui rimane in possesso in ogni momento.
Infine, chiunque entra nell’edificio, sia esso russo o italiano, e’ libero di
uscire e rientrare in qualsiasi momento.
Se il Sig. Merola si fosse preso la briga di chiedere informazioni, avrebbe
scoperto che la Sezione Consolare dell’Ambasciata a Mosca emette quasi 300 mila
visti all’anno (il numero piú alto di tutta la rete consolare all’estero e – di
gran lunga – di qualunque altro Consolato a Mosca), con enormi benefici non solo
per l’erario, ma anche per il nostro mondo imprenditoriale (al di lá del settore
turistico).
Questa attivitá viene svolta a prezzo di grandi sacrifici di tutto il personale,
italiano e russo; l’inadeguatezza dell’organico rende infatti necessario
prolungare il lavoro di ufficio fino alle tarde ore serali, come è ben noto alla
comunitá italiana (alcuni dei rappresentanti della quale si sono del resto
manifestati in argomento), cosí come al pubblico ed alle autorità locali che
hanno spesso avuto modo di elogiare l’efficienza della nostra struttura (anche a
paragone di quelle di Paesi che dispongono di mezzi decisamente superiori).
Il gravoso impegno richiesto dall’ufficio visti non impedisce peraltro che il
Consolato dedichi ogni cura, senza limiti di orario, alla soluzione dei problemi
in cui possono incorrere i connazionali di passaggio a Mosca. Da quando dirigo
questa Ambasciata ho ricevuto una (dico una) sola protesta, che é rientrata con
la presentazione di scuse da parte dell’interessato quando gli sono state
fornite tutte le necessarie spiegazioni sull’origine delle difficoltà da lui
denunciate.”
Vittorio Surdo, Ambasciatore d’ Italia a Mosca.
Mosca, 1° agosto 2007
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