
24 condannati in via definitiva ci rappresentano. Nessuno
di loro, dopo l’otto settembre, ha fatto un passo indietro. Si è dimesso.
Chi lo avesse fatto sarebbe diventato un eroe, il precursore di una nuova
politica. Che ha radici in parole dimenticate: morale,
etica, giustizia. Che si ispira a servitori dello Stato come Ambrosoli,
Borsellino, Falcone, Livatino, Chinnici, Dalla Chiesa.
Ci sono state altre stagioni della politica, migliori di
questa. Vi immaginate Moro, Berlinguer, De Gasperi eletti in Parlamento
condannati per estorsione, banda armata o tangenti?
Ho gridato che bisogna distruggere i partiti. Quelli che rappresentano
gruppi di potere e appetiti forti. Lontani dai cittadini,
ma vicino alle municipalizzate e alle banche, ad appalti e inceneritori.
Chi ha eletto i magnifici 24? I segretari di partito, non i cittadini a cui
è stato negato il voto di preferenza con un piccolo golpe. Una dozzina di
persone ha deciso per tutti.
Si chiama oligarchia, non democrazia.
Se i condannati sono l’effetto, le cause sono i capi dei partiti
e per questo vanno giudicati.
Berlusconi è primo assoluto con 10
condannati netti, il 40% del totale.
Seguono distaccati Bossi con 3 condannati e, a pari merito,
Casini e Fini con 2 condannati.
Vi è infine un gruppone formato da RNP, PRI, Nuovo Psi, Margherita, DS,
Dc-Psi e PRC con 1 condannato.
Il capo azienda di Forza Italia ha detto che i suoi elettori mi considerano
la peggiore costola della sinistra. Non mi offendo. Mi
hanno dato del fascista, di uno di sinistra che parla con un linguaggio di
destra, del neo qualunquista, del delinquente, del terrorista. Mi metta dove
gli pare.
Alle prossime elezioni aumenti però i condannati nella sua
lista, li porti al 100%. Tra amici e conoscenti dovrebbe
farcela.
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