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09/10/2007 L'isola degli eletti (Stefano Olivieri, http://www.canisciolti.info )

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Questa settimana che precede l'elezione di Walter Veltroni alla testa del partito democratico evoca la liturgia pasquale. Carnevale compreso, prima del periodo di lutto per la morte, o per meglio dire per la scoperta dello stato di avanzata putrefazione della politica italiana. Grillo e gli altri c'entrano fino a un certo punto, i segnali della decomposizione c'erano già da tempo, potrei dire fin dalle ultime elezioni, dalla quella lugubre notte in odor di brogli descritta da Deaglio che poi ha finito per pagare con l'ostracismo di tutti e la chiusura di Diario, via via fino all'oggi di Mastella che vorrebbe tanto epurare Santoro per averlo messo in berlina alla tv. Ci ricorda qualcun altro. Intanto il CSM ha rimandato a dicembre la decisione su De Magistris, meno male.

Il parlamento dei nominati all'ultima spiaggia non ha Simona Ventura come controparte, bensì il popolo sovrano, ma si comporta esattamente come i deprimenti famosi dell'isola: fa poco o nulla per produrre uno spettacolo appena decente, litiga e mostra il peggio di sé, trama per sfiduciare gli avversari e si rifà il trucco soltanto in occasione della diretta televisiva. Siamo governati da un reality show ?

Come mai nel frattempo il mondo va avanti, da qualche altra parte hanno già inventato i cromosomi con la vita, i giovani bamboccioni si emancipano senza dar fastidio a nessuno, e i parlamenti riescono a far viaggiare la nave senza girare in tondo nella tempesta? Il nostro Titanic invece pare essersi speronato da solo e cola a picco senza aver messo in mare le scialuppe di salvataggio. Perché?

E' davvero soltanto uno psicodramma questa storia dello sfascio generalizzato della "casta", questa immagine dell'iceberg gigantesco di una questione morale che ha preso l'intero paese, dalle istituzioni al mondo produttivo, dall'economia alla politica senza tuttavia riuscire a trovare soluzioni? E quale e quanto sarà il risultato di questo improvviso outing di gruppo, che da Montezemolo a Veltroni ormai ha scoperto che sì, il re è nudo per davvero, ma ci si dovrebbe mettere d'accordo su come rivestirlo? Siamo alle soglie di una rivoluzione o semplicemente alla fine di una democrazia incompiuta? Come se ne esce fuori? Dobbiamo credere davvero al fatto che basterà partecipare in massa alle votazioni del 14 ottobre per esorcizzare un futuro maligno e immanente o dovremo dar retta a Grillo, alla lista civica nazionale, alla chiamata alle armi di Bossi?

Mischio tutto consapevolmente, perché è così che poi fa la tv, unica fonte di informazione collettiva del nostro paese. Chi vive di problemi quotidiani, chi sgobba per la famiglia e non ha padrini né sponsor ha iniziato da tempo a confondere una destra che vuole apparire di centro, una sinistra che ruba gli slogan alla destra e un centro che si aggrappa dove vuole, tanto sempre lì rimane. E nel fare confusione si finisce poi con il votare male, o peggio non votare più per niente. Nell'uno e nell'altro caso si avvantaggerebbe chi come Berlusconi - ma non solo lui purtroppo - è convinto che la democrazia nel terzo millennio debba andare non già verso una maggiore partecipazione alle scelte bensì verso una semplificazione gestionale che dia sempre maggiori poteri a chi dirige e governa. Come se le due cose fossero inconciliabili fra loro, e dunque impossibili da realizzare insieme. Ma dico, avete mai visto un duce davvero illuminato e benvoluto da tutti i suoi concittadini? Io ancora lo sto aspettando, o per meglio dire non lo aspetto per niente. E nemmeno credo, per la stima che nutro in Walter Veltroni, che il futuro candidato del centrosinistra alla presidenza del consiglio abbia mire da generalissimo, alla tedesca o alla francese fate voi, senza fare prima necessariamente i conti con la gente.

Le primarie dei poveri e dei diseredati che si stanno tenendo in queste ore con il referendum sulla riforma del welfare daranno a mio parere risultati assai più significativi del paese reale di quanto potranno fare le elezioni primarie del pd il 14 prossimo venturo. E il loro risultato anzi potrebbe e dovrebbe poter condizionare quel voto già troppo castrato da regole assurde, se il partito democratico intende iniziare il suo cammino in modo trasparente. Decidere per non eludere i problemi è giusto, ma bisogna sempre tener conto in che paese si vive, e quali sono i suoi problemi.

La politica deve dimostrare di voler tornare davvero ad occuparsi dei cittadini e per farlo non basta più che riconosca i propri errori, deve proporre dei rimedi che siano credibili e soprattutto condivisibili. E se guasti e malanni sono così intrecciati alla sua stessa autoreferenzialità al punto da non riuscire essa stessa più a distinguerli, ebbene a questo punto è necessario un vigoroso colpo d'ala per ritrovare cieli più puliti. Il carburante necessario per questo? Non c'è che tornare ai cittadini, al loro diritto-dovere di scelta sovrana mandato in soffitta con l'ultima legge elettorale. Sono loro soltanto che possono e devono scegliere il capostorno migliore, partito per partito, attraverso le regole di delega e rappresentanza i cui principi sono già stati scritti nella nostra Costituzione repubblicana. Chi prende altre strade o scorciatoie non farà il bene del paese.

Stefano Olivieri

http://www.canisciolti.info

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