Uranio: lo scandalo della fran ...
Carta di firenze - energia
Il nucleare? (parte2)
Il nucleare? (parte1)
L'otto gennaio 2006 scrivevo nel blog: "Fino ad oggi le primarie le hanno
fatte i nostri dipendenti. E’ arrivato il momento che le primarie le facciano i
datori di lavoro". Per alcuni mesi le proposte su cinque temi: Energia,
Salute,Trasporti, Economia e Informazione suggerite da esperti mondiali furono
discusse in Rete da migliaia di commentatori.
Ne uscì un
documento che portai a Prodi.
Lo illustrai mentre pian piano Valium si addormentava.
Poi mi addormentai anch'io. Era l'otto giugno 2006. Capii una cosa: i
partiti erano morti, tutti, nessuno escluso.
Il cittadino con l'elmetto
che fa politica attiva e non il "politico" è nato quel giorno. Sono
venuti quindi i Vday, le raccolte di firme per Parlamento Pulito e una Libera
Informazione. Capii un'altra cosa, i cittadini non hanno voce,
referendum e leggi popolari sono una presa per il culo. Seguirono le liste
civiche a Cinque Stelle, la
Carta di Firenze per l'amministrazione dei Comuni e la scelta di
fondare un Movimento di Liberazione Nazionale. Il programma del Movimento
nascerà dalle Primarie 2.0 con i vostri nuovi contributi. Il
4 ottobre sarà pubblicato sul blog il programma completo. Oggi
partiamo dall'Energia.
ENERGIA
"Se venisse applicata rigorosamente la
legge
10/91, per riscaldare gli edifici si consumerebbero 14 litri di gasolio,
o metri cubi di metano, al metro quadrato calpestabile all’anno. In realtà se ne
consumano di più.
Dal 2002 la legge tedesca, e più di recente la normativa in vigore nella
Provincia di Bolzano, fissano a 7 litri di gasolio, o metri
cubi di metano, al metro quadrato calpestabile all’anno il consumo massimo
consentito nel riscaldamento ambienti. Meno della metà del consumo medio
italiano.
Utilizzando l’etichettatura in vigore negli elettrodomestici, nella Provincia di
Bolzano questo livello corrisponde alla classe C, mentre alla classe B
corrisponde a un consumo non superiore a 5 litri di gasolio, o metri cubi di
metano, e alla classe A un consumo non superiore a 3 litri di gasolio, o metri
cubi di metano, al metro quadrato all’anno.
Nel riscaldamento degli ambienti, una politica energetica
finalizzata alla riduzione delle emissioni di CO2, anche per evitare le sanzioni
economiche previste dal trattato di Kyoto nei confronti dei Paesi inadempienti,
deve articolarsi nei seguenti punti:
- applicazione immediata della normativa, già prevista dalla legge 10/91 e
prescritta dalla direttiva europea 76/93, sulla certificazione energetica degli
edifici
- definizione della classe C della provincia di Bolzano come livello massimo di
consumi per la concessione delle licenze edilizie relative sia alle nuove
costruzioni, sia alle ristrutturazioni di edifici esistenti
- riduzione di almeno il 10 per cento in cinque anni dei consumi energetici del
patrimonio edilizio degli enti pubblici, con sanzioni finanziare per gli
inadempienti
- agevolazioni sulle anticipazioni bancarie e semplificazioni normative per i
contratti di ristrutturazioni energetiche col metodo esco (energy service
company), ovvero effettuate a spese di chi le realizza e ripagate dal risparmio
economico che se ne ricava
- elaborazione di una normativa sul pagamento a consumo dell’energia termica nei
condomini, come previsto dalla
direttiva europea 76/93, già applicata da altri Paesi europei.
Il rendimento medio delle centrali termoelettriche dell’Enel si attesta intorno
al 38%. Lo standard con cui si costruiscono le centrali di nuova generazione, i
cicli combinati, è del 55/60%.
La co-generazione diffusa di energia elettrica e calore, con
utilizzo del calore nel luogo di produzione e trasporto a distanza dell’energia
elettrica, consente di utilizzare il potenziale energetico del combustibile fino
al 97%. Le inefficienze e gli sprechi attuali nella produzione termoelettrica
non sono accettabili né tecnologicamente, né economicamente, né moralmente, sia
per gli effetti devastanti sugli ambienti, sia perché accelerano l’esaurimento
delle risorse fossili, sia perché comportano un loro accaparramento da parte dei
Paesi ricchi a danno dei Paesi poveri. Non è accettabile di per sé togliere il
necessario a chi ne ha bisogno, ma se poi si spreca, è inconcepibile.
Per accrescere l’offerta di energia elettrica non è necessario costruire
nuove centrali, di nessun tipo. La prima cosa da fare è
accrescere l’efficienza e ridurre gli sprechi delle centrali esistenti,
accrescendo al contempo l’efficienza con cui l’energia prodotta viene utilizzata
dalle utenze (lampade, elettrodomestici, condizionatori e macchinari
industriali). Solo in seguito, se l’offerta di energia sarà ancora carente, si
potrà decidere di costruire nuovi impianti di generazione elettrica.
Nella produzione di energia elettrica e termica, una politica energetica
finalizzata alla riduzione delle emissioni di CO2 anche accrescendo l’offerta,
deve articolarsi nei seguenti punti:
- potenziamento e riduzione dell’impatto ambientale delle centrali
termoelettriche esistenti
- incentivazione della produzione distribuita di energia
elettrica con tecnologie che utilizzano le fonti fossili nei modi più
efficienti, come la co-generazione diffusa di energia elettrica e calore, a
partire dagli edifici più energivori: ospedali, centri commerciali, industrie
con processi che utilizzano calore tecnologico, centri sportivi ecc.
- estensione della possibilità di riversare in rete e di vendere l’energia
elettrica anche agli impianti di micro-cogenerazione di taglia inferiore ai 20
kW
- incentivazione della produzione distribuita di energia elettrica estendendo a
tutte le fonti rinnovabili e alla micro-cogenerazione diffusa la normativa del
conto energia, vincolandola ai kW riversati in rete nelle ore di punta ed
escludendo i chilowattora prodotti nelle ore vuote
- applicazione rigorosa della normativa prevista dai decreti sui
certificati di efficienza energetica, anche in considerazione
dell’incentivazione alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili
che essi comportano
- eliminazione degli incentivi previsti dal
CIP6 alla
combustione dei rifiuti in base al loro inserimento, privo di fondamento
tecnico-scientifico, tra le fonti rinnovabili
- legalizzazione e incentivazione della produzione di biocombustibili,
vincolando all’incremento della sostanza organica nei suoli le produzioni
agricole finalizzate a ciò
- incentivazione della produzione distribuita di energia termica con fonti
rinnovabili, in particolare le biomasse vergini, in piccoli impianti finalizzati
all’autoconsumo, con un controllo rigoroso del legno proveniente da raccolte
differenziate ed escludendo dagli incentivi la distribuzione a distanza del
calore per la sua inefficienza e il suo impatto ambientale
- incentivazione della produzione di biogas dalla fermentazione anaerobica dei
rifiuti organici."
http://www.beppegrillo.it
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