Il richiamo della Santa sede è
in sintonia con l'appello del capo dello Stato a una "maggiore sobrietà nei
comportamenti". Nel frattempo Bossi fa l'avvocato del premier e attacca i
magistrati
Silvio Berlusconi è sempre più isolato. Il Rubygate giorno dopo giorno sembra
fargli il vuoto attorno. Le ultime critiche, che hanno il sapore di un invito
a dimettersi, arrivano dal Vaticano e dal Quirinale. Durissima, in questo
senso, la presa di posizione del cardinal Tarcisio Bertone: ”La Santa Sede sta
seguendo con attenzione e con particolare preoccupazione queste vicende
italiane, la chiesa spinge e invita tutti, soprattutto coloro
che hanno una responsabilità pubblica in qualunque settore amministrativo,
politico e giudiziario, ad avere e ad assumere l’impegno di una più robusta
moralità, di un senso di giustizia e di legalità”. Dal Colle, invece, arriva
l’invito “alla sobrietà”. Parole che fanno seguito all’esternazione di ieri da
parte di Giorgio Napolitano, nella quale si diceva preoccupato “per il
turbamento” che si respira nel Paese.
Oggi, però, l’attacco del Vaticano spariglia le carte e getta le basi per un
terremoto interno al Pdl, dove resta forte l’anima cattolica. E del resto
Bertone è stato chiarissimo: ”Di fronte ai problemi che pesano sulla società
italiana occorre rispondere a una domanda di esemplarità”. Il Cardinale ha
parlato durante un incontro con la stampa all’interno dell ospedale pediatrico
Bambin Gesù di Roma. ”Il turbamento di Napolitano – ha proseguito – è da noi
condiviso, come avrete visto con la nota pubblicata dall’Osservatore
Romano”. E del resto, nei giorni scorsi i giornali cattolici, Famiglia
cristiana in testa, avevano attaccato con forza il presidente del
Consiglio dopo la eco dell’inchiesta della procura di Milano sulle feste ad Arcore.
Oggi, poi, Avvenire, il quotidiano della Conferenza
episcopale italiana, sul caso Ruby pubblica l’appello del
Movimento politico dell’unità. Appello firmato da parlamentari
cattolici di centrosinistra, centrodestra e centro. Nel documento si esprime
piena condivisione al turbamento dell’opinione pubblica sottolineato dal
presidente della Repubblica. Marco Tarquinio, direttore di
Avvenire, scrive: “Abbiamo bisogno tutti noi, in particolare i più giovani, e
soprattutto oggi: di buoni esempi. E questo perché o risultati dei cattivi
esempi, dei cattivi maestri, della cattiva politica e della cattiva
informazione sono sotto gli occhi di tutti”.
Il tutto è in linea con l’invito alla sobrietà del presidente della
Repubblica. In un messaggio inviato al convegno per la presentazione del libro
“La via dell’austerità” su Enrico Berlinguer, Napolitano ha
ricordato che “la crisi globale richiede alle forze sociali e politiche e ai
cittadini una maggiore sobrietà nei comportamenti”, osservando che ”serve una
seria e approfondita riflessione sulla crisi globale che ha investito il paese
non c’è dubbio che si richiede alle forze sociali e politiche e a ogni
cittadino una concreta assunzione di responsabilità e una
maggiore consapevolezza e sobrietà nei comportamenti individuali e
collettivi”.
Lo sconcerto è dunque palese. E così davanti a una tale unanimità di pareri,
ecco Umberto Bossi che fa il pompiere e getta acqua sul fuoco delle
polemiche. ”Il Vaticano non si commenta”, ha detto il senatùr. Dopodiché parte
all’attacco: “Berlusconi si è trovato con la casa circondata, controllavano
tutti quelli che entravano e che uscivano. Perché non hanno controllato anche
là?”. Il leader del Carroccio ha poi aggiunto: ”Berlusconi si sente innocente
e si sente praticamente aggredito dalla magistratura. Mi sembra che i
magistrati abbiamo sicuramente un po’ esagerato”.
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